di Elisa Bellardi

Claudio Tomasi è uno dei membri della Commissione Master della Federazione Italiana Nuoto. In pratica, questo significa che si è occupato direttamente dell’organizzazione dei Campionati Italiani di Riccione appena conclusi. MasterSwim l’ha intervistato, per commentare a caldo questi cinque giorni di fuoco.

Tomasi, quest’anno abbiamo visto un esercito di Master nella piscina di Riccione. Quanti, esattamente?

I numeri sono stati imponenti: 3500 iscritti e 940 staffette. Trentanni fa, durante i primi Campionati Italiani Master, erano 200. Ora il nostro movimento conta circa 20mila tesserati, con quasi 130 manifestazioni che fanno parte del circuito SuperMaster.

Un ottimo segnale. A che cosa è dovuto secondo lei?

Sicuramente l’impianto aiuta molto, e riesce a supportare grandi numeri, creando un vantaggio rispetto, per esempio, agli impianti dotati di una sola vasca. Devo dire grazie anche alla Polisportiva di Riccione, che dai Mondiali di Riccione del 2012 è l’alleata perfetta nell’organizzare manifestazioni di questo tipo.

A proposito di organizzazione: è soddisfatto?

Sono molto contento. La dimostrazione che dietro questi italiani ci fosse un lavoro è stata data dal fatto che gli inconvenienti sono stati risolti abbastanza tempestivamente.

Un esempio?

Senza dubbio primo tra tutti è stato il maltempo di giovedì, a cui però abbiamo ovviato facendo nuotare sia i 50 dorso femminili e maschili e anche altre gare nella vasca interna, al posto che divise tra piscina interna e piscina esterna, terminando con soltanto un’ora e quaranta di ritardo.

C’è qualcosa che pensa che potrebbe essere migliorato?

Certo, si può sempre fare di meglio. Il nostro obiettivo ora è essere ancora più tempestivi nella comunicazione nei confronti degli atleti e anche dei media, che negli ultimi anni iniziano a seguire il movimento Master con interesse. Cosa che anche gli sponsor cominciano a fare.

Una crescita enorme, insomma. Come se la spiega?

La cultura dello sport gioca la sua parte, con molte persone che decidono di fare movimento per il proprio benessere. Essere Master, però, significa anche mettersi in gioco, competere prima di tutto con sé stessi. Il nuoto è oggettivo, conta solo il cronometro.

In tutto questo, qual è spirito Master di questi tempi? Si parla di sport amatoriale o sempre più vicino al professionismo?

Negli ultimi anni ci sono atleti sempre più forti che entrano a far parte del mondo Master, primo tra tutti l’olimpionico e campione europeo Giovanni Franceschi. Gli allenamenti sono diventati sempre più intensi anche per nuotatori di livello medio, che di solito entrano in acqua non meno di cinque volte a settimana. Questo, però, non vuol dire che lo spirito sia quello professionistico: non dimentichiamo che esiste una componente fortemente goliardica. Master, insomma, è prima di ogni altra cosa sinonimo di divertimento.