di Valeria Molfino

In ogni piscina esiste una corsia più speciale delle altre. Al suo interno ci sono nuotatori fortissimi, velocissimi, dotati delle più svariate tecnologie di ultima generazione e con indosso costumi super professionali: stiamo parlando della “corsia dei più fighi”.

Non sappiamo bene cosa si provi a farne parte, perché l’accesso a questa corsia è interdetta a noi atleti lenti e mediocri, ma proprio per questo ne siamo diventati attenti osservatori. La prima volta in cui ho partecipato ad un allenamento collettivo non conoscevo bene le dinamiche in vasca; mi sono timidamente avvicinata alla “corsia dei fighi” ma i loro sguardi minacciosi hanno segnato molto rapidamente il territorio facendomi capire che lì, proprio non potevo starci.
Del resto l’accesso alla corsia si conquista (forse) dopo anni ed anni di duro allenamento e non tutti riescono ad arrivarci.

La corsia di noi comuni mortali è sovraffollata: prima di partire per una serie dobbiamo attendere lo start di altri 12 compagni di squadra e trascorriamo moltissimo tempo in scia, non per scelta ma perché non ci sarebbe spazio sufficiente per tutti nella nostra vasca da 25. La corsia dei forti, invece, è popolata da 4 o 5 velocissimi che non si parlano ma comunicano soltanto scambiandosi sguardi di intesa tra un recupero e l’altro. La nostra corsia emana fatica, fiatone, sudore, stanchezza ma quella dei “fighi” lascia trapelare soltanto serietà, motivazione, determinazione…una vera e propria passeggiata di salute!

E’ inutile odiare i nostri compagni di squadra più forti perchè, in fondo, sognare di raggiungere una volta per tutte questo universo costellato da corsie dorate, una linea sul fondo fluorescente ed un contavasche digitale di ultima generazione, rappresenta un’inesauribile fonte di motivazione perché chi lo sa che un giorno anche noi verremo osservati da nuotatori mediocri con aria di sognante invidia e che proprio noi diventeremo fonte di ispirazione per i nostri compagni di squadra?