di Elisa Bellardi

I Criteria di Riccione sono finiti e il progetto Arena Swim Your Best si è rivelato un successo. Dicono questo e tanto altro le parole di Walter Bolognani, responsabile delle Nazionali Giovanili di nuoto, sentito a caldo al termine dei Campionati Italiani di nuoto riservati alle categoria Ragazzi, Juniores e Cadetti.

  • Alla vigilia dei Criteria lei ha affermava che sperava che questa manifestazione fosse “una festa”, che oltre alle soddisfazioni sportive i giovani atleti si divertissero. Un commento? È stato così?

Il clima della manifestazione è stato ottimo proprio come speravo che fosse, l’aspetto non tecnico ha funzionato perfettamente, tutti si sono divertiti. Per quanto riguarda i risultati, le prestazioni più interessanti sono arrivati, come ci aspettavamo, dalla categoria Ragazzi, gli unici che non sono nel bel mezzo della preparazione per gli Assoluti (in programma dal 14 al 18 aprile, ndr). Per Juniores e Cadetti, invece, si è trattato di un appuntamento di passaggio, tra l’altro in vasca corta il ché, si sa, è praticamente un altro sport. In ogni caso complessivamente sono emerse prestazioni interessanti, magari con non troppe punte ma un alto livello generale. Solo nel mezzofondo maschile la situazione non mi è sembrata tra le più rosee, mentre sono soddisfatto in particolar modo delle gare veloci nello stile libero e del dorso.

  • Chi si è confermato un atleta di talento? C’è stata qualche rivelazione?

Alcuni degli atleti che partivano favoriti si sono confermati con quattro o cinque titoli e magari un record italiano di categoria. Questo è avvenuto soprattutto tra i maschi. In ogni caso, anche per chi ha totalizzato molte medaglie, questo non può che essere l’inizio di un’eventuale carriera. Sentirsi arrivati vuol dire sbagliare completamente l’approccio.

  • Le oltre quindici miglior prestazioni della manifestazione sono un segno che il nuoto a livello giovanile sta crescendo?

Sì, senza alcun dubbio. Sono molto contento, in particolare, del miglioramento generale degli aspetti tecnici finora trascurati come partenze, virate, subacquee e della buona capacità degli atleti di interpretare le gare, dosando le forze nel modo giusto. Si tratta di ottimi segnali, soprattutto perché si trovano anche tra i più giovani.

  • Giovanni Izzo, Martina Rossi, Simona Quadarella e Rachele Ceracchi, i talenti selezionati da lei e dal direttore tecnico della Nazionale assoluta Cesare Butini nel progetto Swim Your Best, hanno totalizzato nove ori, quattro argenti e due bronzi. Si può dire soddisfatto della scelta?

Ho avuto il piacere di constatare che, quando ad inizio stagione abbiamo effettuato la scelta, io e Butini abbiamo puntato su persone valide, che stanno manifestando il proprio talento. Dopo un piccolo raduno a maggio, comunque, dovrebbero arrivare le (eventuali) convocazioni internazionali.

  • Nicolangelo Di Fabio e Giuseppe Guttuso, gli altri due atleti selezionati, non erano presenti ai Criteria (Guttuso ha anche superato il limite d’età, ndr). Che cosa si aspetta da loro agli Assoluti?

Entrambi si stanno preparando molto bene, con grande impegno e sacrifico. Agli Assoluti hanno tutte le carte in regola per dare ulteriore prova del proprio talento.

  • I Criteria non sono validi come qualificazione per le gare internazionali, prime tra tutte Europei e Mondiali Juniores, qualche idea se l’è fatta?

Sì, diciamo che ho avuto più conferme che smentite anche se è ovviamente ancora tutto aperto. Dopo Assoluti primaverili ed estivi e Settecolli sapremo, per ora posso dire che potremo schierare una squadra piuttosto competitiva.

  • In Italia è molto difficile per i giovani atleti conciliare scuola (e poi eventualmente) università e sport. Che cosa ne pensa di questo sistema?

Purtroppo spesso scuola e università fanno a pugni, è difficile procedere bene in senso scolastico e sportivo. Il problema è di difficile risoluzione, nonostante l’apprezzabile tentativo di andare incontro agli atleti con i licei sportivi, perché la struttura sociale italiana è questa. Credo che a volte chi sceglie di praticare uno sport agonistico meriti semplicemente più comprensione per una scelta che comporta passione ma anche sacrifici.