di Alessandro Foglio

La settimana scorsa abbiamo parlato di Swimnex e della sua tabella con le previsioni dei tempi per Rio 2016. Ma se migliaia di calcoli matematici e studio approfondito di statistiche hanno permesso di arrivare a formulare tali previsioni, può essere più difficile affermare chi sarà il vincitore di ogni gara. Con i Campionati del Mondo svolti appena un anno prima dei Giochi, logico pensare che molte medaglie d’oro di Kazan siano i probabili favoriti anche alle Olimpiadi brasiliane. Ma la storia del nuoto, soprattutto recente, ci racconta quanto sia complicato replicare il successo dei Mondiali l’anno seguente.

Partiamo da Barcellona 2003, prima occasione in cui il Mondiale precedeva di un solo anno i Giochi (esclusa l’edizione dei Mondiali di  Calì del 1975 e delle Olimpiadi di Montreal del 1976 e di Perth 91′ e Barcellona 92′). A dominare le prove veloci dello stile libero al maschile fu lo “Zar” Alexander Popov che però non riuscì a replicare l’anno successivo con i 50 Olimpici di Atene vinti dallo statunitense Gary Hall Jr e i  100 conquistati dall’ “olandese volante” Pieter Van den Hoogenband.

Stessa cosa accadde in campo femminile: il sorprendente successo della finlandese Hanna-Maria Seppala dei 100 stile ai  Mondiali fu solo un acuto, infatti ad Atene ad imporsi fu l’australiana Jodie Henry, mentre nei 200 stile alla bielorussa campionessa mondiale Alena Popcanka si sostituì Camelia Potec nella gara che lanciò Federica Pellegrini. Stesso discorso vale anche per le distanze più lunghe: a Barcellona 400 e 800 stile furono dominati da Hannah Stockbauer che però ad Atene si accontentò solo di una medaglia nella 4×200 stile, con i 400 dominati da Laure Manaudou e gli 800 dalla giapponese Ai Shibata.

Ci furono poi anche importanti passaggi di consegne, come nei 100 farfalla uomini dove Ian Crocker vinse l’oro iridato lasciando il testimone a Michael Phelps che ad Atene iniziò la sua lunga corsa all’oro olimpico. Anche in campo femminile si verificò una situazione simile: Antje Buschschulte e Katy Sexton, campionesse mondiali nei 100 e 200 dorso, cedettero il passo a Natalie Coughlin e Kirsty Coventry, entrambe al loro primo oro olimpico.

Tante di queste gare sono rimaste in tutti questi anni un tabù: per esempio in campo maschile 50 e 100 stile hanno avuto un vincitore diverso tra Mondiale e Olimpiade anche nel binomio Melbourne 2007- Pechino 2008 e Shanghai 2011- Londra 2012. Discorso valido anche per 100,200,400 e 800 al femminile. Insomma sembra che vincere la medaglia d’oro ai Campionati Mondiali nell’anno pre-olimpico non sia garanzia di successo l’anno successivo. Per spezzare questo tabù dobbiamo tornare indietro nel tempo di qualche anno, quando Popov trovava la doppietta Mondiale 94′ (Roma) e Olimpiadi 96′ (Atlanta) sia nei 50 che nei 100 stile, mentre in quelle stesse edizioni anche i 100 stile donne ebbero una dominatrice assoluta: la cinese Jingyi Le.

Restò un impresa conquistare le altre distanze dello stile libero al femminile. Se gli 800 furono vinti in successione dall’americana Brooke Bennett nel biennio Perth 1998 – Sidney 2000, per vedere la stessa vincitrice nei 200 stile bisogna scendere fino al 1988, a Seul quando la tedesca Heike Friedrich vinse l’oro olimpico confermando il successo di due anni prima di Madrid.

C’è dunque una sola gara che non è mai stata vinta nell’edizione dei Mondiali precedente a quella dei Giochi. Sono i 400 stile libero donne. Nessuna è mai riuscita nell’impresa, a partire dal duo Calì 1975 – Montreal 1976 dove si imposero rispettivamente l’americana Shirley Babashoff e la tedesca Petra Thumer, fino al più recente passato, che ti tocca anche da vicino con Federica Pellegrini che a Londra non confermò l’oro di Shanghai dell’anno prima.

Forse Rio sarà la volta buona per spezzare questa lunga striscia. Katy Ledecky non sembra avere punti deboli o rivali accreditate a batterla in questa distanza. Tutto sembra già scritto ma se anche la giovane americana dovesse “steccare” allora si potrà davvero parlare di maledizione!!