Si sono da pochissimo conclusi questi Campionati Europei di nuoto nella vasca di Berlino. Vasca? Beh, insomma, laghetto disperso nel deserto di una pista di bike con gli spettatori lontani chilometri e giusto qualche bandiera a ricordare che l’evento che si sta disputando è la massima rappresentazione del nuoto europeo!

Certo, i tedeschi dovevano pur cercare di raffreddare gli animi… e ci han provato anche così!

Berlino 2014 - Il Velodromo

il Velodromo si svuota

Del resto non avevano certo la possibilità di tifare troppi beniamini nelle finali del nuoto ed i soli Marco Koch e la Staffetta 4×200 stilelibero hanno regalato qualche sorriso ai tanti tifosi comunque accorsi in questo Velodromo esteticamente spettacolare, ma di certo non funzionale alle gare di nuoto!

Sono stato privilegiato nel poter seguire tutto l’evento anche grazie ai nostri due inviati a bordo vasca che mi riempivano di foto e di notizie di prima mano, dai tanti amici che sui social media mi mandavano ulteriori notizie ed immagini e nel poter seguire quasi tutto in diretta TV (cosa che da un po’ di tempo non ero riuscito a fare); unica nota dolente il perdere la prima settimana dove il Fondo ed il Sincro ci hanno dato delle bellissime soddisfazioni.

Berlino 2014 - Medaglie

Medaglie

Devo dire che ho visto delle grandi manifestazioni di maturità da parte dei nostri atleti e mi vanto di aver azzeccato il pronostico di 15 medaglie (non me ne vogliano i miei colleghi del podcast Ultima Bracciata!!!). Ammetto però di essere stato cauto ed aver preventivato solo 4 ori, mentre i nostri ragazzi ci hanno regalato anche la quinta affermazione grazie alla staffetta mista stile.

A propostito, le staffette miste (non quelle dell’ultima giornata, bensì quelle con due partecipanti maschi e due femmine) mi trovano molto freddo, quasi tedesco. La staffetta mista mista proprio non la digerisco, non mi dà alcun piacere vederla e non prevede alcun sistema attraverso il quale si possa trovare un criterio valido per dare un valore al risultato (mettiamo obbligatorie le prime due frazioni agli uomini e le ultime due alle donne? alternati?). La staffetta mista stile la riesco almeno a deglutire, ma in ogni caso non mi genera le emozioni che dovrebbe. Del resto sono state inserite per fare spettacolo, no?

Berlino 2014 - Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti 1500 stilelibero

I nostri fantastici Gemelli Diversi sorridono ai fotografi

Spettacolo che ci hanno regalato i nostri due gemelli del mezzofondo. Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti hanno esaltato tutti, compreso il pacifico pubblico tedesco che, impazzito, ha accompagnato la cavalcata solitaria del Greg nazionale con applausi, urla ed incitamenti. Manco per la loro staffetta hanno urlato tanto, tranne – forse – nel momento in cui si sono accorti che era davvero oro! I due ragazzi che condividono tutto e si allenano insieme ad Ostia non si sono fatti pregare ed hanno regalato con la benevolente partecipazione del rivale Pal Joensen due gare di altissimo livello – di grande profilo internazionale – ed hanno dimostrato come anche 800 e 1500 stilelibero possano volare via alla velocità di una tazzina di caffé!

Tazza Caffè

Il mio caffè

Tazzina che mi è rimasta lì, in mano, ferma e fumante, mentre seguivo la gara di Martina Caramignoli. Lei, che il giorno prima in lacrime aveva dichiarato che non sapeva coma avrebbe potuto affrontare la finale a causa di un lutto famigliare, che spavalda cavalca la vasca di Berlino novella garibaldina. Alla faccia! Senza paura, una bracciata dietro l’altra, senza scomporsi minimamente quando viene raggiunta dalle sue future compagne di podio, macina un metro dopo l’altro esaltando il pubblico italiano costretto in TV ad un importante intervista (non posso certo dire che il presidente Barelli non sia personaggio da dover apparire, ma suvvia, era un azzurra che conduceva una battaglia contro i mulini a vento!!!) e vedeva la beniamina in un riquadro cercando di immaginare il commento dei nostri Mecarozzi e Sacchi ad un evento tanto inatteso quanto esaltante!

E che dire della staffetta 4×200 stilelibero di rosa, o meglio, fashion vestita? Un arrivo rocambolesco dove un povero topolino, crollato proprio un istante prima di trovare sicuro rifugio si ritrova artigliato, divorato, devastato dalle fauci aperte di una divin pantera. Rosa, certo! Di nome fa Federica, di cognome ormai Divina (al secolo Pellegrini). Sì, proprio lei, avete capito bene! L’araba fenice, rediviva ad ogni annata, data per disfatta ormai dieci, cento, mille volte su Forum, Giornali, Web che inesorabile detta la sua legge: quella del più forte.

Federica Pellegrini, più forte della stanchezza di trovarsi sul tetto del mondo da dieci anni, è ormai una delle donne d’Italia, donna per la quale tutto si ferma. Anche il tempo che sembra non passare mai nel suo 200 stilelibero. Sì, suo, perché per la terza volta è campionessa d’Europa. La mestrina è la guida di una giovane e aitante squadra pink-azzurra, perché è la maestra di stile che prende per mano le sue compagne di avventura e nell’unico accessorio ancora libero alla personale iniziativa porta alla vittoria definitiva la nazionale femminile: le scarpe!

Scarpe

Le scarpe della nazionale italiana sul podio

Union Jack

Union Jack all’assalto

E, non contente, le nostre ragazze sfregiano il resto della concorrenza anche nell’intonare l’inno; povera Francesca Halsall, al secondo oro rinuncia al canto e segue solo con gli occhi il suo inno Good save the Queen!

Regina intonata tante, quasi troppe, volte in questo Europeo! Immagino che i tedeschi abbiano avuto l’impressione di essere stati conquistati, invasi da un’armata innalzante la Union Jack; un’armata non di corazzieri, ma di maghetti (sembra proprio che Harry Potter abbia avuto successo) ingellati e spavaldi, che cavalcano le onde come fossero scope magiche e tirano fuori dal cilindro tanti conigli quanti potrebbero essere desiderati da Duffy Duck.

Unica sconfitta, bruciante e splendente, ad opera del beniamino di casa Marco Koch. Bianco come gli inglesi, forse per mimetizzarsi meglio e sconfiggerli sul loro terreno, il giovane tedesco sbaraglia la concorrenza in un 200 rana da brividi.

Evidentemente chi ha lavorato non ha preso troppo sole quest’anno (perché qualcuno lo ha mai visto in quest’estate che sembra inverno?) perché anche Katinka Hosszu non appare certo rivestita di beta-carotene. In compenso deve aver sbagliato shampoo visto che abbiamo visto tutti anche troppe volte la sua cuffia. Probabilmente erano le prove generali e dalla prossima manifestazione invece che la bandiera ungherese ci sarà la bandiera del baronato Hosszu! La iron lady ha dimostrato come la fatica non sia parola conosciuta, probabilmente in magiaro significa qualcosa di meraviglioso, e sbaraglia la concorrenza arrendendosi solo alla divina!

Dovere di citazione per i tutti medagliati azzurri, l’americano dai riccioli nascosti Andrea Mitchell D’Arrigo, la nostra beniamina dal sorriso splendido Ilaria Bianchi, il livornese che sconfisse la sfortuna Federico Turrini, la giovane ballerina Arianna Castiglioni, l’uomo sushi (cit. Luca Sacchi) Luca Leonardi ed i fantastici componenti le staffette azzurre (Alice Mizzau, Chiara Masini Luccetti, Stefania Pirozzi, Luca Dotto, Erika Ferraioli e Giada Galizi, Marco Orsi e Filippo Magnini). Menzione d’onore per una  ragazza che ha saputo migliorare ben tre record italiani Silvia Di Pietro, forse finalmente anche un po’ di soddisfazione anche per lei!

Florent Manaudou superman

Florent Manaudou superman

Non me ne vogliano gli assenti, ma non posso terminare la mia narrazione senza citare lui, l’unico uomo che non sta tutto intero in una foto, Florent Manaudou. Questo ragazzo che sembra uscito da uno dei fumetti dei super-eroi regge da solo una scalcagnata spedizione francese abbandonata all’ultimo da una delle sue odalische, quella Camille Muffat che tanto ha fatto impallidire d’invidia l’Italia a Londra. Che trovi pace ai suoi sensi ed alle sue emozioni sportive, con la speranza di rivederla ancora, almeno una volta, a salutare il mondo del nuoto che l’ha comunque sempre ammirata!
Ed ora, finalmente, i nostri atleti, tecnici, presidenti, amici e parenti, contenti per un europeo risplendente di successi e sicurezze non possono che prendersi una meritata (breve mi raccomando!) vacanza in attesa di rituffarsi in vasca ricchi di esperienza, senza dimenticarsi di seguire le gesta di uno dei nostri felicemente ritrovati beniamini, quel Fabio Scozzoli che tornerà in acqua tra pochissimi giorni per tenere alti i nostri colori (soprattutto l’azzurro, ché il rosa non ha bisogno) nelle prime tappe di una World Cup sicuramente preziosa!

Il canto del cigno, la fine della narrazione. Solo una parola può raccontare questi miei personalissimi europei di nuoto, può riassumere i miei farneticanti racconti, definire le mie emozioni:

Italia