Ah ecco siamo arrivati ai Giochi di Rio. Mancano poche settimane e arrivano le delegazioni. Che scoprono che le palazzine non sono pronte, c’è odore di gas, i rubinetti perdono. Ossignur, che tragedia.
Peccato che un anno fa, facendo RoadtoRio su Ultima Bracciata, si parlava della baia inquinata e del fatto che ci stavano dentro le lavatrici! O che si discuteva della purezza delle acque di una delle zone più inquinate della città.
E secondo noi una città che fa fatica a ripulire le proprie rive, in cui consigliano ai velisti se cadono in acqua di non bere, ha ben altro a cui pensare che finire quattro palazzi?
Già a inizio 2016 si denunciava la totale inadeguatezza del sistema olimpico per la pericolosità dei fiumi troppo inquinati nei quali dovrebbero svolgersi molte prove, dalla vela al canottaggio, e le dichiarazioni del presidente della Federazione internazionale vela non era di certo più leggere: “Per rendere pulita l’acqua di Rio non bastano trenta anni“.
Per non parlare del fatto che non hanno soldi nemmeno per fare le fotocopie e per avere le stampanti, e questo era noto mesi fa… chissà se ora le hanno sistemate!
Ci si mette pure la zanzara che trasmette il virus Zika!
E allora in tutto questo l’Italia che fa? In perfetto stile azzurro da ultim’ora appalta i lavori per finire i suoi appartamenti!!! E poi non diciamo che in Italia non facciamo girare l’economia.
Visto che poi i brasiliani non hanno molti soldi per comprare i biglietti, io direi di cominciare ad appaltare anche i posti degli stadi. Chiamiamo i ragazzi italiani, tutti bravissimi a fare il tifo, e gli paghiamo il viaggio. Poi si travestiranno da tifosi magiari, bielorussi, lettoni, statunitensi e così via tanto a Rio ai travestimenti sono abituati.
Appalti e spalti, per me pari sono, direbbe Totò.
Copacabana aspettami, sto arrivando!
(foto copertina: www.reuters.com)