Ed eccoci al terzo appuntamento con la rubrica che ci accompagnerà – speriamo – verso le prossime Olimpiadi di Tokyo2020one.
Dopo aver scoperto il Medagliere azzurro e i numeri delle presenze gara olimpiche vediamo come metterli in relazione.
Vi racconteremo, con numeri, grafiche e aneddoti la storia degli azzurri del nuoto alle Olimpiadi.
Spesso, nello sport come nella vita, è tutta una questione di timing. Trovarsi al posto giusto nel momento giusto non è solo bravura, ma è la somma di innumerevoli fattori, alcuni tangibili ed altri non dipendenti direttamente dalla volontà di un atleta.
Insieme al talento naturale ed ai miglioramenti dovuti all’allenamento ed all’impegno, ci sono gli infortuni, le squalifiche, i cambiamenti (voluti e non), le situazioni particolari ed inaspettate e anche la fortuna, come direbbe Steven Bradbury, oro a Salt Lake City 2002 nello short track. Per vincere un oro olimpico, spesso tutte queste situazioni si devono allineare e portare al preciso momento finale, quello della gara.
Al netto di questo, è comunque affascinante misurare quanti tentativi abbia fatto un atleta per coronare il sogno della medaglia olimpica, senza che questo numero sminuisca il valore di un’impresa come la partecipazione stessa ai Giochi, che speso vale un’intera carriera.

Domenico Fioravanti non è solo stato il primo italiano a vincere le Olimpiadi nel nuoto, ma anche il primo (e finora unico) a vincere due ori nonché il primo della storia mondiale a mettere a segno l’accoppiata 100-200 rana. Come se non bastasse, la sua percentuale di medaglie su apparizioni olimpiche è perfetta: 2 presenze gara, 2 ori. Ad un picco di prestazione così elevato va però affiancato il lato meno positivo: la carriera di Fioravanti è stata stoppata nel 2003 da un problema cardiaco, privandoci di uno dei più grandi talenti che le piscine italiane abbiano mai visto.
Anche Davide Rummolo, bronzo a Sydney nei 200 rana, ha il perfetto record di una presenza = 1 medaglia, con la variante che ha partecipato a quei Giochi grazie ad una wild card ed all’intuizione del CT Alberto Castagnetti.
Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti (insieme a Novella Calligaris) si fermano al 50%, ma stanno lavorando per migliorare la loro percentuale in quel di Tokyo, dove puntano alla medaglia in più di una gara.
La graduatoria ha indubbiamente una doppia lettura, ed è assai penalizzante per i nuotatori che hanno partecipato a tante gare olimpiche ma non hanno vinto molte medaglie, come ad esempio Filippo Magnini e Federica Pellegrini.
Il loro caso è un chiaro esempio di come il timing, spesso imperfetto o sfortunato, abbia influito su un palmarès che avrebbe potuto essere più cospicuo.
ItalNuoto alle Olimpiadi - La Raccolta
Foto: CONI