Secondo appuntamento con la rubrica che ci accompagnerà – speriamo – verso le prossime Olimpiadi di Tokyo2020one.
Dopo aver scoperto il Medagliere azzurro, parliamo di presenze gara olimpiche.
Vi racconteremo, con numeri, grafiche e aneddoti la storia degli azzurri del nuoto alle Olimpiadi.
In America ed in Australia esistono da sempre i Trials, le spietate selezioni nazionali attraverso le quali è necessario passare se si vuole partecipare alle Olimpiadi. L’abbondanza di nuotatori e l’elevatissima competizione interna permettono a certe nazioni di organizzare uno scontro nel quale solo i primi due classificati sono sicuri della convocazione: dal terzo in giù, tutti a casa.
In Italia la situazione è naturalmente diversa. Le qualificazioni sono state spesso affidate alla discrezionalità del Commissario Tecnico, oppure regolamentate da una tabella tempi e più manifestazioni valide per l’ottenimento del limite. Da sempre si è cercato di declinare la scelta delle convocazioni alla situazione interna, esattamente come sta succedendo in occasione delle Olimpiadi di Tokyo.
Nel caso italiano, al numero di presenze gara olimpiche non corrisponde necessariamente il numero esatto di gare in cui l’atleta si è qualificato: spesso chi si qualifica in una gara ai Giochi ne fa poi anche un’altra magari dello stesso stile, se lo slot è libero e se l’atleta ha la caratura per fare bella figura.
Ma la classifica delle presenze gara olimpiche è comunque uno specchio della longevità di un atleta, della sua versatilità e anche della sua importanza all’interno della Nazionale del suo periodo.

Con Tokyo 2021, Federica Pellegrini sarà la prima atleta italiana ad aver partecipato a 5 Olimpiadi e consoliderà la sua posizione di leader nelle presenze gara, che dopo Rio 2016 sono 18 (staffette comprese). Tenendo conto che ha spesso superato i turni preliminari, è indubbiamente l’atleta che ha nuotato di più nelle Olimpiadi, pur non avendo raccolto un numero di medaglie che dia effettivo riscontro del suo valore assoluto.
La seconda in graduatoria è Manuela Dalla Valle, colonna portante della nazionale a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, che in quattro edizioni dei Giochi è scesa in vasca per 15 volte, arrivando per 7 volte in finale anche se sempre abbastanza lontana dal podio. In un’epoca storica nella quale l’Italia non eccelleva tra le corsie femminili, Dalla Valle è stata l’ideale collante tra Novella Calligaris e Federica Pellegrini.
Il primo tra gli uomini è Massimiliano Rosolino, 14 presenze spalmate su 4 edizioni, un atleta che ha fatto della polivalenza e della versatilità una dote fondamentale della sua carriera, nella quale ha raccolto un totale di 60 medaglie internazionali (4 olimpiche).
Filippo Magnini, appena rientrato all’attività agonistica dopo la pausa di due anni presa per vincere la sua battaglia legale contro le accuse della procura antidoping, potrebbe riuscire nell’impresa di qualificarsi per la sua quinta Olimpiade. Ad esclusione della medaglia in staffetta del 2004, i Giochi di Magnini sono stati spesso deludenti, ma la sua presenza in nazionale a Tokyo sarebbe una eccezionale e sorprendente conclusione di carriera.
Chiude la top ten Luca Dotto, unico altro ancora in attività, che potrebbe aumentare le sue presenze gara e consolidare la posizione prima che arrivi l’ondata di giovani che, nell’arco delle prossime 3 Olimpiadi, potrebbe cambiare radicalmente il volto di questa classifica.
ItalNuoto alle Olimpiadi - La Raccolta
Foto: Fabio Cetti | Corsia4