Nel valutare i numeri di questo Campionato Assoluto Open 2020 bisogna tenere conto delle diverse variabili che hanno caratterizzato il 2020, quello che potremmo definire come l’anno meno sportivo degli ultimi tempi.
Escludendo il Settecolli e la ISL, di gare se ne sono viste davvero poche, e gli atleti hanno avuto possibilità di preparazione e percorsi differenti, giungendo quindi a questo appuntamento – che metteva comunque in palio i pass olimpici – con condizioni di forma altrettanto diverse.
Presenze
Il Covid-19 e le sue conseguenze hanno falcidiato la preparazione di quasi tutti i nuotatori italiani, influendo pesantemente sui numeri di partenza della manifestazione.
Sono quindi in calo, rispetto agli scorsi anni, sia gli atleti che le società iscritte, ma anche le presenze gara, dato quest’ultimo addirittura dimezzato se confrontato con quello degli Assoluti (Primaverili) del 2018.
I qualificati per Tokyo
Il numero dei qualificati ufficiali a Tokyo 2020 sale a dieci: Thomas Ceccon nei 100 dorso e Benedetta Pilato nei 100 rana si aggiungono a Paltrinieri, Quadarella, Panziera e Martinenghi (qualificati agli Assoluti 2019) e a Detti, Caramignoli, De Tullio e Burdisso (qualificati d’ufficio per scelta della FIN).
In questa lista bisogna inserire anche Federica Pellegrini che, nonostante abbia rifiutato pubblicamente la qualificazione “federale” dichiarando di voler fare il tempo limite in vasca, è comunque da considerarsi imprescindibile per la nazionale italiana.
La nuova generazione
C’è chi ha chiamato questa edizione degli Assoluti come quella del passaggio di consegne, ed un primo indizio riguarda i quattro primati italiani caduti:
- 100 dorso uomini: Ceccon 52”84 (precedente Sabbioni, 53”84)
- 100 rana donne: Pilato 1’06”02 (precedente Carraro 1’06”36)
- 50 rana donne: Pilato 29”61 (precedente Pilato 29”85)
- 50 rana uomini: Martinenghi 26”56 (precedente Scozzoli 26”70)
Interessante notare come, in questo caso, si tratti di un vero e proprio cambio generazionale, in quanto Ceccon (2001) batte Sabbioni (1996), Pilato (2005) batte Carraro (1993), e Martinenghi (1999) batte Scozzoli (1988).
Una tendenza al ringiovanimento confermata anche dalla media età dei primi otto classificati, che è di meno di 22 anni tra le donne (dato che conferma quello del 2019) e di meno di 23 tra gli uomini (nel 2019 superava i 23 anni).
Una tendenza al ringiovanimento confermata anche dalla media età dei primi otto classificati, che è di meno di 22 anni tra le donne (dato che conferma quello del 2019) e di meno di 23 tra gli uomini (nel 2019 superava i 23 anni).
Anche se non si tratta di veri e propri finalisti, per la prima volta nella storia abbiamo avuto una gara con le prime otto posizioni occupate interamente da atlete nate dal 2000 in poi. Si tratta dei 200 dorso femminili che, complice l’assenza di Margerita Panziera (1996), hanno la media età più bassa degli assoluti (18.5). Di contro, la gara più vecchia sono i 50 stile uomini seguiti dai 200 misti (che sono stati gara più vecchia l’anno scorso).
Crono alla mano
Il livello medio, anche al netto delle assenze e considerato il percorso del 2020, non ha deluso, anche se i tempi degli ottavi sono stati in media decisamente più alti rispetto al 2019.
Quanto ai tempi dei vincitori, quelli del 2020 sono stati migliori nel confronto con gli Assoluti 2019 e con il Settecolli 2020 solo in 7 casi, 4 maschili (i record italiani di Ceccon e Martinenghi, più il 50 farfalla sempre di Ceccon ed il 50 dorso di Michele Lamberti) e 3 femminili (50 e 100 rana di Pilato, 50 dorso di Silvia Scalia).
Significativo che solo due di queste distanze siano olimpiche, proprio quelle che hanno fornito i pass a Ceccon (100 dorso) e Pilato (100 rana), a testimonianza del fatto che in molti dei non qualificati hanno deciso di puntare direttamente a marzo, quando la preparazione sarà più completa e paritaria. Almeno si spera.
Foto: Fabio Cetti | Corsia4