- Day 2 a Mesa, Arizona, per la quarta tappa del circuito Pro Series. Una mattinata tranquilla, senza acuti e senza troppi sussulti, si chiude con un roboante 400 stile della Ledecky in 4’03’’54. Prima di lei si era visto Phelps, nella gara che lo ha fatto conoscere agli occhi del mondo, ma anche la Hosszú (200 delfino, 100 dorso, 400 stile), Lochte e Plummer (100 dorso), Franklin, Vollmer, DiRado. Non si risparmia nessuno, ma la sensazione che qualche big stia coprendo le carte è forte. A ravvivare la mattinata ci pensa la solita Sierra Schmidt, la dancing mermaid. Per stemperare la tensione di una batteria a fianco di Hosszú e Ledecky, il suo travolgente balletto dura ben più del consueto. Hosszú, che nella concentrazione pregara si trova una teenager più simile ad una cheerleader che ad una atleta, non pare gradire troppo.
Il pomeriggio all’insegna del vento e del freddo. Molte gare risultano falsate dalle fortissime raffiche che rendono la piscina più simile ad una gara open water. La Adams nuota molto bene, insieme alla giovane Bayer, entrambe sotto i 2’10 ed è la dimostrazione che i migliori non sbagliano. O meglio, quasi tutti. Perché mentre Katinka inizia il suo pomeriggio sciagurato con un 200 delfino anonimo, MP infiamma il pubblico con un passaggio televisivo, salvo poi pagarne le conseguenze con una ultima vasca infinita. Nell’intervista post gara dimostra di saperci fare con il microfono e ammette di aver passato davvero dei bruttissimi 32 secondi finali.
La gara veloce è resa ancora più veloce dalle raffiche di vento favorevole. Adrian trova la terza prestazione stagionale al mondo ma incolpa il vento di averlo disturbato. La Kennedy invece trova la zampata per battere la Vollmer, lasciando fuori dal podio sia Vanderpool–Wallace che la Manuel. Suoi blocchi si rivede la Worrell che prova a anestetizzare gli effetti nefasti del vento con le sue super sub. Ma così come nel delfino, anche a stile non serve a molto. Tra gli uomini la sfida è solo a centro vasca dove il trio Adrian, Ervin e Jones ci regala dei tempi egregi, con Adrian superlativo.
Nei 100 dorso ci si aspettava un pronto riscatto di Franklin, la cui gara è terminata dopo una sciagurata partenza. Tra Hosszú e Coventry, entrambe fortissime in mattinata, vince la DiRado. Nelle sue dichiarazioni post gara, stupisce il fatto che abbia “ringraziato” l’aver nuotato 15 minuti prima i 200 delfino per aver imparato a conoscere e gestire il vento. Cose che solo qui succedono. Tra gli uomini, il discorso è tra i tre M30 Vyatchanin, che per l’occasione è tornato al costumone da gara, lasciando lo slip da bagnino di Miami in borsa; Lochte e Plummer. Vince quest’ultimo, nonostante non avesse fatto i 200 delfino in precedenza.
La rana femminile regala un assolo dell’olimpionica Breeja Larson. Vince anche la gara di modestia, dicendo che ha vinto grazie al fatto di essere stata in corsia 1 e quindi protetta dalle paratie pubblicitarie al lato. Teoria che non trova conferma tra gli uomini dove a spuntarla, con un mesto 2’14 e tanto altro, è BJ Johnson, dalla corsia 8. Delude Kalisz che dopo due splendide batterie mattutine non si ripete e rimane addirittura fuori dal podio.
Chiude il pomeriggio di finale il 400 stile. Nella finale B trionfa la Schmidt, questa volta caricata a dovere con il suo balletto coinvolgente. Balletto che deve aver distratto nuovamente la Hosszú, nuovamente in acqua ma mai in gara: chiude a quasi 25 metri dalla Ledecky che imposta una gara su un passo insostenibile per chiunque e vince in 4’02. Meglio di ieri Friis, terza ma soprattutto la Runge, seconda.
Si accendono i riflettori ma non i riscaldamenti. Cosi, oltre al vento ci si mette pure l’acqua fredda. McBroom, Smith e Dwyer onorano comunque la gara, con una prestazione inferiore ai 3’50.