Il coach. Ognuno di noi potrebbe parlarne per ore ed ore. Ne conosciamo i rituali, le reazioni ai nostri errori e ancora gli incitamenti quando stiamo nuotando bene: che lo si ami o si odi dopo mesi o anni di duro training l’allenatore è quasi parte della nostra famiglia.
I suoi ammonimenti, in particolare, ci risuonano spesso in testa come un mantra; ma siamo davvero sicuri che per lui ripetere sempre le stesse cose, sia utile quanto a noi?
Qui di seguito elencheremo le 5 frasi che il vostro coach è stufo di pronunciare ma che, in fondo, continuerà ad urlarvi:

1

Ancora fuori dall’acqua?

Non siamo tutti solerti a tuffarci, soprattutto se fuori fa freddo, magari piove e la piscina seppure al coperto sembra altrettanto gelida. La coda che si forma al trampolino prima dell’allenamento master risulta, così, solitamente notevole e provocherà l’ira funesta del coach.

2

Stai respirando troppo!

Probabilmente stanchi dopo il lavoro abbiamo trovato la forza di andare ad allenarci e ci siamo anche tuffati (sfidando l’incognita della temperatura dell’acqua che abbiamo visto al punto 1); probabilmente stiamo arrancando in acqua perché mantenere un buon ritmo con la stanchezza della giornata sulle spalle non è facile. Probabilmente, prendendo fiato ad ogni bracciata, stiamo però suscitando l’ira dell’allenatore perché per lui 3 respirazioni in 50 metri dovrebbero essere routine ma per noi, si tratta di vera utopia.

3

Non si respira a fine vasca!

Si vince a testa bassa, nel vero senso della parola, tenendo il fiato finché la nostra mano non tocca il bordo vasca decretando l’arrivo. Ma in allenamento è così difficile fare lo stesso! Senza pietà il nostro coach ci ricorda, 50 metri dopo 50 metri che anche nel training in C3 a fine vasca non si respira! Il nostro destino è inesorabile e non ci resta che seguire i suoi precetti.

4

Ancora una serie!

Qualche tempo fa, durante uno dei miei allenamenti, una compagna di squadra fu presa da un attacco allergico. Uscì immediatamente dalla vasca ma l’urlo del coach arrivò anche in quel caso: “ancora una serie!”. Non si era accorto di nulla e la povera malcapitata dovette spiegargli che di continuare non si poteva proprio parlare. Ma lui, il coach, doveva fare rispettare delle regole e quindi il suo compito lo stava svolgendo davvero bene.

5

Finisci l’allenamento!

Proviamo sempre ad evitare le ultime serie di 100 sciolti o il defaticamento ma lo sguardo onnipresente del coach non ci lascia saltare neppure un metro: lui vuole che il training, pianificato minuziosamente nelle giornate precedenti, finisca solo quando lo dice lui! E quindi avanti fino alla fine perché su quello che dice il coach proprio non si discute!

foto copertina: Sherry Coglin, a U.S. Paralympics swim coach