Molti dei nuotatori impegnati a Doha e già qualificati per Parigi 2024 hanno deciso di presenziare a Riccione, ai Campionati Assoluti, chi nuotando le proprie distanze chi invece cimentandosi in gare alternative, che comunque hanno dato delle indicazioni agli allenatori.
A margine dei 200 rana, Marco Pedoja ci ha parlato di come Nicolò Martinenghi si stia avvicinando all’evento Olimpico e di come si guardi già al futuro.
Oggi Nicolò nuoterà i 200 rana…
Il patto con lui era di venire a Riccione e nuotare solo i 200 se, entro i Mondiali, avesse avuto già il tempo per le Olimpiadi nei 100. È una gara che in autunno, alla World Cup, abbiamo nuotato anche su più turni e a lui piace. Il suo obiettivo non è il tempo limite olimpico, ma è gareggiare e vincere il titolo italiano.
In questi giorni, dopo Doha, è stato importante avere un obiettivo per continuare a nuotare: Nicolò si è impegnato in allenamento facendo anche dei passi gara per i 200, e tra l’altro è andato anche molto bene. Credo che in finale possa fare 2.10, passando ai 50 intorno ai 61 secondi (ha fatto 2.10.09 ma passando in 1.02.70, NdR).
Preparare ad alti livelli l’accoppiata 100-200 è una cosa possibile per lui?
Se guardiamo la rana mondiale, è sempre più normale trovare atleti che preparano sia i 100 che i 200, tralasciando magari i 50: lo fanno ad altissimi livelli Qin Haiyang, Kamminga, Fink e Corbeau, che hanno caratteristiche non così diverse da Nicolò.
Per lui i 200 sono stati un problema più mentale che fisico, e sono contento che sia giunto da solo alla conclusione che non è impossibile nuotarli. Non siamo qui per rincorrere il tempo di qualificazione sui 200, ma a Parigi non è escluso che possa farli. Le tempistiche di calendario ci sono, i 100 rana sono il primo e secondo giorno e la staffetta mista è il nono giorno, e se nessuno fa il tempo richiesto la Federazione può comunque convocare chi ha un crono inferiore al tempo di ammissione di World Aquatics (2.10.33, NdR).
Come vedi gli avversari di Nicolò, a livello internazionale
C’è un campo partenti in cui uno è nettamente fuori scala: Qin Haiyang sembra imbattibile, forse anche di più dell’Adam Peaty di qualche anno fa. Gli altri li conosciamo tutti benissimo, sappiamo che la gara è aperta e che bisognerà farsi trovare pronti al momento giusto nel posto giusto.
A Doha, per esempio, sono crollati tutti in finale, dal punto di vista mentale, e Nicolò è stato bravissimo nella sua solidità. Si è nettamente ripreso, come atleta, e siamo tornati a ragionare non solo sui piazzamenti ma anche sul tempo che vuole fare alle Olimpiadi.
C’è un pò d preoccupazione per la staffetta mista soprattutto per la frazione a delfino
Ci tengo paricolarmente alla 4×100 mista, una staffetta che curiamo fin dai tempi dei Mondiali Giovanili e che ci ha già regalato moltissime soddisfazioni. La preoccupazione per la frazione a farfalla è relativa, perché io credo che ci sia comunque un buon movimento. Le alternative ci sono, c’è Razzetti che a Riccione ha nuotato un buon 52, c’è Burdisso che si sta preparando al meglio e c’è anche la possibilità di impiegare Ceccon mettendo Lamberti a dorso. Io penso che tra le nazioni che si giocheranno qualcosa di importante ci saremo.
A proposito di Giochi, questa sarà la tua prima esperienza Olimpica vera e propria
A Tokyo ho fatto tutto il ritiro pre-gare, prima che i ragazzi partissero per la settimana di competizioni. È stato molto bello ma strano, le regole sui contatti erano molto stringenti e non ci siamo vissuti la vera esperienza Olimpica. A Parigi ci sarà tutto, dal pubblico al villaggio Olimpico, sarà un’emozione indescrivibile.