Il mare toglie, il mare dà.
O di come scoprirsi senza niente, o forse con con tutto, dopo un weekend al mare.
Quando sono arrivato sulla spiaggia di Bergeggi avevo tutto.
Avevo la preparazione, nel senso che mi ero allenato e mi sentivo pronto per affrontare la sfida che mi ero auto imposto. Avevo le mie convinzioni, il sentirmi sicuro all’interno di un ambiente che già conoscevo e che mi aveva spesso regalato sensazioni positive, anzi indimenticabili. Avevo la mente piena di idee, il cuore pieno di emozioni, gli occhi pieni di colori irripetibili e le orecchie piene di suoni piacevoli. Avevo anche un telefono in tasca.
Mi sembrava di avere tutto nella vita, ma forse non avevo proprio niente.
Venerdì mattina era una bella giornata di sole, ma il cielo si è gradualmente coperto e le nuvole hanno invaso la baia trasformandosi a poco a poco in grossi appezzamenti neri, proprio sopra il blu dello splendido mare di ottobre. Il mare a Bergeggi era bellissimo, lo è sempre in qualsiasi condizione. O forse lo è ancora di più quando la natura non gli regala la facilità di una bella giornata di sole. Il fascino della tempesta che arriva all’orizzonte è spaventosamente maestoso. E io avevo tutto.
Sabato mattina toccava a me: mi sono tuffato, ero sicuro come forse non lo sono mai stato. Il cielo era nero e creava un bellissimo contrasto con il blu dell’acqua, con il verde delle montagne, con il grigio della spiaggia. All’orizzonte si vedeva il sereno, ma si capiva che non sarebbe stato imminente. Fa niente, l’adrenalina saliva, la voglia di nuotare era più di ogni possibile preoccupazione, niente mi avrebbe fermato. «Solo io e te» ripetevo all’isola, guardandola intensamente, «solo io e te» .
Pronti, via: ci sono le onde. Ci ho già nuotato in un mare così, mi dico, non fa niente. Bevo. Sgomito. Sbraccio. Faccio una fatica mortale. Eppure mi sono allenato, eppure sono in forma, eppure sono sicuro di me. Il mare non era d’accordo: prima mi ha tolto tutte le energie, poi mi ha preso a schiaffi, mi ha masticato e infine sputato. Quando sono uscito, il mio mondo era al rovescio. Per un attimo mi sono sentito vuoto. Ma è durato un attimo.
Un attimo in cui ho capito che tutto quello che mi sembrava andato per sempre, era in realtà ritornato, ma sotto un’altra forma. Come se l’acqua che avevo bevuto avesse comunicato con le mie cellule, una per una, cambiandole. Come se le onde, le botte, le vertigini fossero solo un effetto collaterale di un nuovo modo di essere. Come se il mare volesse il suo tributo, il rispetto che forse non gli avevo riconosciuto.
Lezione imparata, è stato bellissimo. Intenso. Toccante.
Una volta ho parlato con una donna che aveva attraversato la Manica a nuoto. Le ho chiesto: “Ma non hai paura di nuotare in quelle condizioni?”.
“Certo che ho paura, non sono mica scema.”
“E allora perché lo fai?”
“La paura ha due funzioni: ti spinge a superarla, ma ti salva dal pericolo”
“Quindi sai che potresti perdere tutto?”
“Sì, lo so. Ma so anche che tutto mi ritornerà.”
La 15ª edizione di SWIMTHEISLAND al Golfo dell’Isola ha di fatto concluso la stagione delle traversate in mare, ed è stata un grande successo. Lo splendido scenario ligure, tra i comuni di Spotorno, Bergeggi, Noli e Vezzi Portio, con il patrocinio della Regione Liguria e della Provincia di Savona, ha accolto la manifestazione tra sabato 4 e domenica 5 ottobre, unendo nuotatori da tutta Italia e anche appassionati dall’estero.
Sotto l’arco di partenza dei Bagni Bahia Blanca sono passati quasi 3000 atleti dai 6 anni in su, per prove su distanze dagli 800 ai 6000 metri fino alla romantica nuotata all’alba da 100 metri. La presenza in acqua di Barbara Pozzobon, campionessa d’Europa e medagliata Mondiale nel nuoto in acque libere, ha impreziosito il parterre di un evento che ha confermato il successo costruito negli ultimi anni, sponsorizzato da Arena e organizzato magistralmente da Trio Events.
Foto: Matteo Oltrabella | Swimtheisland
