Sai cosa mi piace?

In questi giorni agli Assoluti l’ho finalmente capito.

Però bisognerebbe fare prima un passo indietro.

Da atleta sogni tutto l’anno di partecipare alle gare, perchè è proprio l’adrenalina della competizione, mista a quella sana voglia di migliorarti, che ti fa scendere in acqua ogni giorno e dare il massimo, o perlomeno quello che hai in corpo.

Da atleta, i momenti che ti piacciono sono proprio quelli, misti alla sana voglia di stare insieme ai compagni e ai rivali, che poi diventeranno amici per la vita.

Poi il tempo scorre e sei costretto a fare i conti con il calendario.

Lasci le competizioni agonistiche, passi dall’altra parte e vedi quanto sia bello trasmettere la passione che hai per quel mondo così difficile, duro e a volte repellente come quello delle piscine. Incontri anche lì le stesse difficoltà, le ansie e le soddisfazioni, ma spesso devi filtrarle, fare da parafulmine e guardare avanti.

Stando un passo indietro, capisci che ci sono altre cose che ti piacciono, come il sorriso di un bambino quando migliora il suo tempo o l’abbraccio di un genitore che ti ringrazia per il tuo lavoro.

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A volte però la vita ti porta a fare scelte diverse, e ti ritrovi seduto su un grande spalto completamente vuoto a guardare la piscina deserta.

Il rumore dell’acqua che esce di lato, lenta e inesorabile, ti ricorda che la vita scorre, nonostante tutto.

Poi arriva una ragazza, avrà sì e no 18 anni, con il suo allenatore. Si prepara, fa stretching, si tuffa. Lui si siede sul blocco e la guarda nuotare, la osserva con trasporto, si vede che ci tiene molto. Lei fa le prime vasche con molta calma, uno stile libero lento e rilassato, e poi si ferma. Si parlano, non solo con la voce ma anche con gli sguardi, con i gesti. Si conoscono da sempre, sono cresciuti insieme.

Osservi il loro scambio, cerchi di capire che cosa si dicono, lo puoi immaginare. Lei ha gareggiato nei giorni scorsi, è andata male. Domani ha un’altra gara, spera di poter recuperare, ma non ci crede. Lui invece sa che ce la può fare, che il meglio deve ancora venire, perchè l’ha seguita ogni giorno per anni, e più di lei conosce alla perfezione il risultato che sta per arrivare.

Lei esce, provano un 25. Nuota a rana, sembra in forma, saltella sull’acqua ma scivola molto, ha una gambata potente. Lui fa fermare il cronometro a metà vasca, lo osserva e le comunica il riscontro. Lei scuote la testa, non so se è un segno di disapprovazione o se solamente per togliere l’acqua dalle orecchie. Poi continua a nuotare a dorso, si scioglie e finisce il riscaldamento.

La piscina inizia a popolarsi di atleti, allenatori e pubblico, il rumore si fa sempre più confuso, parte anche la musica.

Lui segue altri ragazzi, hanno la finale nel pomeriggio. Lei si asciuga con calma, si carica lo zaino in spalla e si dirige verso gli spogliatoi. Ma prima passa da lui. Si danno il cinque, le lo guarda e lui le parla. Prima di andare le da un bacio sulla testa, lei chiude gli occhi. Domani andrà bene, le dice. E ci crede, perchè lo sa.

Sai cosa mi piace? Questo.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4