Archiviata la diciassettesima edizione dei Campionati del Mondo in vasca corta, la rassegna iridata di Budapest 2024 è stata emozionante sia in generale che per i colori azzurri, ed i numeri confermano questa sensazione.
Record del Mondo
Sono i record del mondo migliorati nella settimana di Budapest: un record!
In precedenza, l’edizione più prolifica in vasca corta da questo punto di vista era Abu Dhabi 2014, 24 primati, mentre resta irraggiungibile Roma 2009, 43 record ma in lunga e gommati.
Record del Mondo USA
I record del mondo battuti da atleti degli Stati Uniti.
È innegabile che il grande miglioramento cronometrico avvenuto in questa edizione sia dovuto in gran parte alla partecipazione quantitativa e qualitativa degli USA.
I WR di Gretchen Walsh
I record di Gretchen Walsh, 9 individuali e 2 di staffetta, senza dubbio l’atleta dei Campionati con 7 ori.
Se alle Olimpiadi aveva solo parzialmente convinto, rimanendo alle spalle di altre connazionali e non, in questi Mondiali ha confermato la sua grandezza, iniziando a costruire la cavalcata verso LA28. La sua estrema attenzione per i fondamentali come tuffo e virata, particolari che già le avevano dato grandi soddisfazioni nelle gare in yards, le ha permesso di dominare sia nel delfino, dove è nettamente la più forte al mondo, sia nello stile, dove con le apnee sopperisce a qualche lacuna nel nuotato, che nei 100 misti. Per inciso, 291mila sono i dollari guadagnati in premi da lei.
Gli ori di Noè Ponti
Gli ori vinti da Noè Ponti, i primi in generale per la Svizzera, conditi da tre record del mondo.
Anche Ponti è un deluso dalle Olimpiadi, ma questo meeting lo ha decisamente rilanciato, confermando le sue grandi potenzialità e anche la sua consapevolezza. Non sembra impossibile, per il ticinese, un rilancio anche in vasca lunga.
Gli Ori per l’Australia
Gli ori per l’Australia, la nazione con il downgrade più elevato tra questo Mondiale e lo scorso (e le Olimpiadi).
Nonostante praticamente tutti i big fossero a casa, dalla squadra B sono arrivate comunque 12 medaglie per i dolphins, ben rappresentati qui da Lani Pallister e Elijah Winnington.
L’Oro per le Isole Cayman
L’oro per le Isole Cayman, ovviamente quello dei 50 stile di Jordan Crooks.
Il suo 19.90 è anche il più significativo tra i record di questi Mondiali, perché infrange la barriera simbolica dei 20 secondi rimasta a lungo inviolata anche da uno specialista incredibile come Caeleb Dressel.
Presenze in finale per l’Italia
Le presenze in finale degli azzurri, due in più rispetto al 2022.
Al netto delle assenze (come mancavano a noi, i big mancavano spesso anche agli altri) e del ritorno almeno parziale di russi e bielorussi, il numero è davvero interessante, e dimostra la capillarità della nostra scuola natatoria. Ormai l’Italia non è più un caso circoscritto, ma una realtà solida.
I primati personali degli azzurri
I primati personali per gli atleti italiani a Budapest, 5 in più dei 19 dell’edizione 2022.
Gli atleti a migliorarsi sono stati 12, e vale la pena citarli tutti: Busa (5), Viberti (5), Razzetti (2), Curtis (2), Della Corte, De Tullio, Morini (2), Ragaini, D’Ambrosio, Deplano, Cerasuolo, Di Pietro. Fare il personal best ad un Mondiale significa soprattutto essere stati all’altezza della situazione: vale per i giovani, che dimostrano di non avere trascurato la preparazione e di aver reagito bene all’emozione dell’evento, e anche per i più maturi, che hanno dato ennesima dimostrazione di forza.
I record italiani
I record italiani, 5 individuali e 5 in staffetta.
Il più sontuoso è l’1.48.64 di Alberto Razzetti nei 200 farfalla, che è anche record Europeo, mentre il meno atteso è quello di Silvia Di Pietro, che a 31 anni, e dopo una stagione tormentata, torna a migliorarsi nei 50 stile, e con 23.68 strappa il record a Sara Curtis.
I record più incoraggianti, tuttavia, sono i 4 delle staffette femminili, ottenuti nella 4×200 e nella 4×100 mista, simbolo di un gruppo che sta crescendo a vista d’occhio.
Le medaglie dell’Italia
Le medaglie totali per l’Italia, furono 16 sia nel 2022 che nel 2021: un piccolo passo indietro, perlomeno dal punto di vista numerico, nel medagliere totale, che ci vede ottavi.
Se c’è un indice in cui ha pesato l’assenza dei medagliati Olimpici è questo: Ceccon, Paltrinieri e Martinenghi da soli nel 2022 portarono 5 medaglie (3 ori e 2 argenti).
Foto: Fabio Cetti | Corsia4