Colazione con un concentrato di carboidrati – cosi mi sembra si debba fare – appuntamento con i compagni di squadra, si perché non c’è chi fa la gara prima o dopo ma si parte tutti-quasi- insieme!
Si arriva sul posto e si percepisce il clima gara, si cominciano a vedere persone che prendono integratori vari e il balletto dei costumoni da indossare.
Si passa alla classica fila “come se stessi pagando la bolletta della luce” ed invece è la registrazione e controllo dei giudici, con relativa assegnazione del numero gara.
Il momento è arrivato si comincia a parlare in modo isterico del percorso gara nonostante lo si conosca a memoria da una settimana.
Classica critica del gadget della manifestazione .
Ci si comincia a cospargere di vasellina e creme varie per evitare abrasioni e bruciature e nel frattempo si vede il mare/lago/fiume… e come un disco bloccato si ripete il percorso gara a tutti quelli che sono vicini anche a chi non deve gareggiare.
Riunione con gli organizzatori e giudici per le ultime raccomandazioni e gestioni tecniche della gara e si riparla del percorso gara.
Si entra in acqua, ed è inspiegabile ma… è sempre freddissima!
In acqua ognuno cerca la posizione migliore (secondo lui) e qui ci sono chiavi di letture multiple: vicino alla riva, in linea con la boa, qui la corrente è piu forte e chi più ne ha più ne metta!
Si cerca il compagno di squadra o l’ipotetico avversario con cui si pensa di fare la gara insieme… si pensa!
Si urla al giudice di dare il via nonostante i trenta metri di differenza dai furbetti avanti e gli altri.
Si parte e qui ci sono i classici contatti fisici che sono, nel bene e nel male, una caratteristica del nuoto in acque libere e si procede in modo disomogeneo per tutta la gara.
Finisce la gara e sono TUTTI felici e qui arriva il tanto atteso Terzo Tempo.
Il terzo tempo nel rugby è quella pratica diffusa che vede le squadre avversarie e i tifosi ritrovarsi per mangiare e bere insieme, scambiandosi considerazioni e opinioni, al di là di chi ha vinto e perso e che celebra pertanto qualcosa di più importante di un incontro agonistico ovvero il rispetto reciproco e il fair play, tutte peculiarità che troviamo nel post di una gara in acque libere.
In questo momento si parla della propria gara e si condividono gli episodi che si sono succeduti, si mangia e beve qualcosa insieme e si aspettano i risultati della gara ma la mia convinzione è che nel terzo tempo tutti hanno vinto.
Il Terzo Tempo acquatico pertanto vuole rappresentare lo spirito ultimo delle competizioni sportive ovvero la grande festa in una grande giornata di sport.
Si torna a casa stanchissimi ma già con il pensiero e il cuore alla prossima gara. Questo è il nuoto e questo il nuoto di fondo.
Photo credit Fabio Cetti