Un 2015 dolceamaro per l’Italia del salvamento. Dopo le piccole delusioni a squadre del 2014 (quarti nei Senior e negli Junior, anche se con ottimi risultati individuali) e la sconfitta a Swansea agli Europei assoluti, sono gli azzurrini a scendere dal podio europeo all’Eurojunior spagnolo. Il titolo infatti va alla Germania, davanti a Francia e Gran Bretagna, Italia a 15 punti dal podio nonostante i dieci successi raggiunti.Non era mai accaduto a memoria mia negli ultimi quindici anni. Ma non tutto viene per nuocere, e nella sconfitta l’Italia trova un comparto femminile in vasca di tutto rispetto e una serie di medaglie nelle specialità oceaniche che fanno capire quale sia la strada da intraprendere per tornare al successo. Sono infatti nove i successi in vasca, uno in mare e venticinque i podi totali. Io infatti non considero per nulla fallimentare questa spedizione nella Costa Blanca.
L’ Eurojunior ha messo in luce una serie di personaggi che speriamo di rivedere in futuro. Primo fra tutti il vero protagonista, in tutti i sensi: l’inglese Charlie Hayes. Quattro ori indivuduali nelle oceaniche e una superiorità schiacciante soprattutto nella tavola dove fa il bello e il cattivo tempo, vittoria nella staffetta tavola e Ocean. Ma non è solo mare: 29.77 a manichino, oro e primato europeo Juniores, secondo a ostacoli, quarto nel misto. E’ quindi impossibile conciliare piscina e mare? No, e lo dimostrano anche i nostri. Lo avrebbe detto Bruno Cerra che avrebbe preso tre medaglie in spiaggia, rischiando un titolo continentale? Questa è la strada del salvamento mondiale, a meno che le squadre non saranno allargate esasperando allora la specializzazione. In piscina non possiamo tralasciare il tedesco Laufkotter, oro a torpedo in 52.85 (primato europeo di categoria) e superlife, con una rimonta spettacolare di 7-8 metri al francese Sam dopo l’aggancio. Il suo compagno Ende doppio titolo a ostacoli e misto (anche lui qui con primato di categoria) merita la nostra citazione. Se nei maschi il protagonista assoluto è britannico, nelle donne ci sono diverse attrici con un ruolo di primo piano. E le azzurre in piscina hanno brillato. Otto titoli su nove, l’Italia ha mostrato un vero dominio con ben due accoppiate oro e argento, nel misto e nel torpedo, piú tre record nelle staffette. Il primato più considerevole è senza ombra di dubbio il 55.64 di Valeria Cappelletti a pinne. Finalmente la ragazza di Giussano ha un trasporto senza pecche nella seconda vasca. Per lei oro anche nel torpedo. Due titoli per lei e due per Serena Nigris che non fallisce le sue gare, misto e trasporto (chiuso in 36.96, altro record). Alle azzurre sfugge solo il titolo di ostacoli, appannaggio della Lang. La transalpina sfrutta i suoi ottimi passaggi delle barriere e in 2.12.34 realizza un ennesimo record. Ma anche alle oceaniche troviamo delle plurititolate: la regina degli sprint, la francese Colmont; l’irlandese Barrett, nell’Ocean e nella tavola (dove beffa le britanniche). E la Haas, tedesca vincitrice nel frangente superando la nostra Musumeci (splendido argento per lei) in volata e poi seconda a canoa e Ocean, è un’altra delle protagoniste.
Ma torniamo a noi: quale è allora il segreto per raggiungere il podio? Ora che si schierano solo due atleti gara, è importante avere chi fa punti ovunque. Se si è forti in piscina, in mare non si possono fare zero punti in nessuna gara ma soprattutto non si può farne solo uno o due. Ecco la differenza, nelle altre squadre la piscina non è più una cenerentola e quindi si hanno risultati intorno al decimo posto, che riducono il gap dai più forti. La squadra azzurra invece incassa molte caselle bianche soprattutto nelle donne nelle gare oceaniche. La corsa e la canoa sono un cesto vuoto, pochi punti a tavola e Ocean. Un centinaio di punti raccolti contro i 200 della Germania solo nelle donne (e guardate il distacco finale: lì si dice tutto).
Ma dobbiamo guardare anche la parte piena della fiasca. Qualcosa sembra muoversi e spero che sia un segnale di inizio. Sei le medaglie raccolte all’aperto sulla spiaggia di Alicante, e uno storico uno due a bandierine. E qui vince la sua scommessa il CT Anselmetti, i due ragazzi hanno fatto un gran gioco di squadra e soprattutto Cerra si è sobbarcato le eliminazioni eccellenti, vedi quella del francese addirittura fuori dalle medaglie. Bergna quindi è il primo campione europeo Juniores in spiaggia: i due d’altronde sono gli ultimi campioni italiani assoluti di specialità. Bruno Cerra, bronzo a sprint e nella staffetta torpedo è appunto il re azzurro delle oceaniche, con un’ottima prova a tavola, nono, e il quarto con i suoi compagni nella staffetta Ocean. E Emilio Mazza ha un’ottima canoa, dodicesimo ma in mezzo al gruppo per cui poteva fare anche meglio. Diamo merito anche alla staffetta torpedo femminile, sesta medaglia, un record per l’Italia.
Spendiamo poi due parole per tutto il resto della squadra. Una Pezziardi generosa in piscina e mare, anche sfortunata con il quarto posto nel super per soli 4 centesimi dal secondo, ma capace del dodicesimo a tavola (che lei interpreta abilmente, come ho visto di persona a Riccione) e comunque argento nel misto. La Crivelli sottotono a pinne (fuori dal podio) da il suo contributo a torpedo (seconda) e comunque fa punti sia a tavola che a Ocean. Entrambe fondamentali nelle staffette come Carola Musumeci che conquista due argenti individuali ma ben due ori e un bronzo nelle staffette, più uno storico sesto posto nella Ocean. Il frangente era già suo, ma qualche pasticcio dovuto all’inesperienza all’arrivo le è costato il titolo. Negli ostacoli ha invece trovato una barriera durissima, più di ogni rete. Ma un esordio con cinque medaglie è da augurare a chiunque, e un lancio in staffetta come il suo è difficile da trovare. E non scordiamoci della Gazzetta, che una gara doveva fare bene e lo ha fatto: il superlifesaver, ucciso dopo la vestizione e secondo me chiuso in scioltezza. Lei vale molto meno di questo 2.29.34.
Nei maschi, la vera sorpresa è il giovane Fontana, che dopo il bronzo a torpedo sfiora il successo a pinne, con il nuovo record italiano di 47.41, e mettendo d’accordo tutti quelli che volevano qui il vecchio primatista. Scroccaro, bronzo a misto, Mazza, stesso metallo a superlife, Scroccaro, quarto a ostacoli, tutti hanno contribuito, fino all’oro della staffetta ostacoli, unico titolo degli uomini in vasca sulla potenza tedesca con Scroccaro, Zennaro, Cerra e Fontana. Un Cerra anche sfotunato nella presa a manichino, dove era in lizza per l’ennesima medaglia.
Ce ne andiamo dalla Spagna ma non con le pive nel sacco: siamo consapevoli che c’è molto lavoro da fare. Il materiale per farlo c’è, è ora di iniziare. Altrimenti si dovrà decidere cosa vuole essere il salvamento azzurro, perchè la concorrenza sta arrivando anche in vasca, e tocca a noi allora andare a dar fastidio altrove.