In un solo giorno, la popstar ha nuotato un tempo da top ten nazionale (51.76 nelle batterie del mattino), ha partecipato alla finale A dei Trials ed ha coronato il sogno di far parte dei Dolphins, la nazionale australiana. Non male per uno che, fino a due anni fa, era completamente a secco da allenamenti e gare, avendo lasciato lo sport in giovanissima età per dedicarsi alla carriera da musicista e cantante.
Appena dopo la finale, conclusa tra l’altro con un arrivo imperfetto, Cody è andato ai microfoni della tv Australiana. “Cosa rispondi a chi dice va che il tuo ritorno alle gare era una manovra pubblicitaria?” “Che non lo era.”
Ma cosa c’è dietro l’incredibile risultato sportivo di questo ragazzo per il quale nessuno avrebbe scommesso un euro?
Predestinato
Cody Simpson nasce nel 1997 a Goald Cost ed ha una carriera giovanile nel nuoto molto brillante, tanto da farlo emergere come uno dei migliori talenti nazionali della sua generazione. Nel 2009, a soli 12 anni e dopo aver vinto due ori ai Campionati del Queensland, inizia a caricare video di cover musicali su YouTube, da Justin Timberlake ai Jakson 5, e viene notato grazie all’elevato numero di visualizzazioni, che ne fanno in poco tempo un piccolo caso fortunato. Da qui, la sua ascesa è velocissima: nel 2010 è già un teen idol planetario ed il suo primo singolo, prodotto insieme al rapper Florida, è un successo mondiale. A questo punto, si trasferisce con tutta la famiglia negli USA per cavalcare l’onda del successo musicale, con buona pace di chi lo vedeva un nuotatore di successo. D’altronde, chi non lo avrebbe fatto?
Non passa molto che Cody Simpson diventa una gallina dalle uova d’oro ed i suoi successi sono tanto nella musica quanto in tv ed al cinema: sembra proprio che il mondo dello show business abbia trovato un altro predestinato. Dopo dieci anni sulla cresta dell’onda, però, qualcosa scatta dentro Cody, che maturando si ritrova a riflettere su quello che davvero vuole nella vita.
Con grande sorpresa, sua e di chi lo segue, la risposta non è “un nuovo album” o “un nuovo film”, ma “diventare un nuotatore olimpico”.
“Sentivo che quello era il mio percorso, il mio destino” ha detto in Head Above Water, il documentario di Amazon Video che lo vede tra i protagonisti, “così ho deciso di mollare tutto e rimettermi in gioco. Lo faccio per me e per la mia famiglia”. A parole, però, tutti sono bravi, ed i fatti descritti all’inizio della sua seconda vita sportiva ci dipingono tutt’altro che la situazione di un predestinato.
In quel momento, Cody è un ventitreenne in salute ed in buona forma fisica, ma non è nemmeno lontanamente un atleta. Il suo fisico è asciutto ma gracile, i muscoli sono pressoché inesistenti e, soprattutto, non fa un allenamento serio di nuoto da almeno dieci anni. Se è vero che ogni sette anni le cellule del nostro corpo cambiano totalmente, l’ultima volta che Simpson è stato un atleta era praticamente un’altra persona.
Ma la sua determinazione nel volersi rimettere cuffia e occhialini è estrema, a tal punto da convincere qualcuno che ce la possa davvero fare. E quel qualcuno è Brett Hawke.
La strana Coppia
Brett Hawke è un due volte olimpionico australiano, è l’autore del più fortunato podcast sul nuoto al mondo – Inside with Brett Hawke – ma è anche un coach di alto livello, e lavora come capo allenatore alla Auborn University. Tra i suoi atleti, figurano nomi di spicco come Bruno Fratus, il velocista brasiliano bronzo nei 50 stile a Tokyo: per qualche motivo, Hawke crede che Simpson possa dare qualcosa al nuoto, proprio nel momento in cui nessun altro ci avrebbe mai creduto.
I due iniziano a lavorare insieme e dopo una stagione Simpson si qualifica per i Trials olimpici australiani, dove arriva ottavo. Quello che i media chiamano fallimento, per Cody e Brett è solo l’inizio di un percorso che punta verso Parigi 2024. Nessuno avrebbe mai pensato che, già nel 2022, i primi risultati si sarebbero visti in maniera eclatante.
Il loro rapporto, come si racconta sempre in Head Above Water, è stato fin da subito di reciproca fiducia, e va detto che senza un pizzico di pazzia visionaria da parte di entrambi forse non saremmo qui a raccontare questo primo – e già sorprendente – risultato.
Cosa ci dice (fin qui) la Storia di Cody Simpson
La base su cui lavorare è senza dubbio di qualità elevata. Cody Simpson è dotato di un talento sportivo innato dimostrato dai risultati che ha ottenuto nelle categorie giovanili. Indubbia è anche la sua memoria sportiva, perché la nuotata che ha esibito in questi giorni, per quanto imperfetta e appesantita, è comunque tra le migliori a livello nazionale. Il suo delfino è allo stesso tempo potente e fluido, ed il fatto che da qui si possa solo migliorare fa ancor più ben sperare per il futuro, anche a breve termine.
Per arrivare a nuotare 51.76 nei 100 farfalla partendo dalle premesse sopra menzionate ci vuole ben più che una solida motivazione. Servono impegno, dedizione quotidiana, sacrificio fisico e sociale. Ci vuole una mente salda ed un fisico dotato, gli stimoli esterni giusti ed il giusto equilibrio interno. Un mix di fattori davvero difficili da unire in così poco tempo.
Oggi, dopo i suoi risultati, ci è chiaro che quello che molti tacciavano come puro esibizionismo si è rivelato uno sprone più che reale. In Australia, i nuotatori sono seguiti come i nostri calciatori, e le riviste di gossip non hanno tardato a sottolineare la sua presunta storia d’amore con Emma McKeon proprio alla vigilia dei Trials, quasi a voler dimostrare una ricerca di quelle attenzioni che, come artista, stava gradualmente perdendo. Simpson ha messo tutti a tacere coi fatti.
Se ci sia un secondo fine sotto tutto ciò non possiamo saperlo, ma di certo la scelta di Cody Simpson è stata rischiosa. Fallire nello sport poteva essere una pietra tombale per la sua credibilità, che invece con questo primo risultato è salda come non mai.
Foto: Cody Simpson | Twitter