Ciao Giorgio, grazie per la disponibilità in questo periodo un po’ intenso, vicino agli Assoluti di salvamento. Approfittiamo della vicinanza dell’evento per portare il pubblico di Corsia4 a conoscere meglio questo sport e soprattutto le ultime novità tecniche e regolamentari introdotte quest’anno con l’abolizione dell’affondamento. Come sanno i più informati, fai parte del Board della ILS che ha preso le decisioni sulla modifica del regolamento in questa stagione.
C4 Cosa pensi di questa decisione e perchè stata finalmente accettata (erano anni che se ne parlava).
GQ Penso che fosse un provvedimento necessario per rendere le competizioni più comprensibili da parte degli spettatori, più interessanti per i media, più snelle e con uniformità di giudizio per atleti tecnici. Certo, il cambiamento è stato repentino, ma è anche vero che il tipo di medicina somministrata non poteva essere prese a piccole dosi.
C4 Uno dei motivi per cui era molto difficile avvicinare i nuotatori puri al salvamento era proprio questo, insieme alle componenti tecniche di alcune specialità come il torpedo e il superlife. Credi che questo porterà a un grosso aumento di praticanti dalle prossime stagioni?
GQ Non si deve pensare che aver concesso l’affondamento del manichino abbia significato trasformare il trasporto in uno stile libero con un braccio solo. La tecnica e gli adattamenti necessari richiedono comunque tempo, impegno e duro lavoro per poter competere ad alto livello. Certamente però lo sport non è più lo stesso di prima e l’Italia sarà una delle nazioni che, nel breve periodo, ne soffrirà di più in quanto i nostri atleti avevano raggiunto una tecnica eccelsa per ottenere la massima velocità con naso e bocca del manichino appena fuori dall’acqua mentre nel resto del mondo ancora lo dovevano tenere sulla schiena per evitare l’affondamento.
Il numero dei praticanti in Italia aumenterà ma questo incremento sarà frutto di molti altri fattori e non solo del nuovo regolamento.
C4 Il movimento è comunque in crescita, si è arrivati quest’anno a quasi mille partecipanti ai campionati di categoria invernali a Riccione. Ti aspettavi questa crescita, a fronte dell’introduzione di tempi limite dopo che è stata deciso alcuni anni fa l’abolizione della combinata con le singole specialità?
GQ Il salvamento è uno sport bello, vario, utile e di alto livello. Chiunque inizi a praticarlo con un minimo di assiduità è destinato ad innamorarsene. Paghiamo il limite di non essere disciplina olimpica e di avere un palcoscenico mediatico molto modesto. Ma le grandi cose sono sempre state fatte dalle minoranze quindi mi sento di dire che il futuro gioca dalla nostra parte.
C4 Arriviamo al punto saliente: questa è la stagione del rinnovamento, soprattutto in campo femminile con l’abbandono di Mozzanica, Prandi e Ferraguti il nucleo storico della nazionale degli ultimi due lustri è sparito. Nei maschi stante la permanenza di volti noti ci sono i giovani che scalpitano. Come vedi la situazione da ambo le parti?
GQ Ci prepariamo ad affrontare il Rescue Francese con una formazione che sarà rinnovata per oltre la metà rispetto al mondiale australiano. Oltre a Marta, Federica e Marcella saranno infatti assenti anche Legnani, Montesi, Costamagna e Cerquozzi. Basta leggere i nomi per capire di cosa stiamo parlando. Tuttavia nulla è per sempre e sono certo che questa situazione di rinnovamento permetterà a molti giovani di trovare un ulteriore entusiasmo per mettersi in luce e guadagnarsi la convocazione. Abbiamo sempre avuto grandi atleti, non vi è motivo di pensare che non si debba averne anche in futuro.
C4 Parliamo un pochino anche dei giovani, anche se faremo un discorso più approfondito con il tecnico della nazionale giovanile appena possibile: questa è la prima selezione fatta per i mondiali juniores. Ci confermi che in questa stagione prenderanno il posto degli eurojunior e poi anche qui se c’è qualche giovane interessante che hai notato, più in prospettiva futura che juniores.
GQ Il Board della ILSE ha deciso di sospendere i Campionati Europei Juniores ogni qual volta il Rescue si svolga in Europa. Ciò significa che nel 2014 e nel 2016 avremo i Mondiali Juniores e nel 2015 e 2017 gli Europei. Questa è una decisione definitiva. La rappresentativa juniores ci ha sempre abituato molto bene, raccogliendo risultati importanti e sfornando atleti che hanno ben figurato anche a livello assoluto. Tra i più recenti si possono citare Laura Pranzo e Francesco Giordano. Anche nel settore giovanile stiamo vivendo una fase transitoria dopo il passaggio di categoria di alcune pedine fondamentali. Vedo più di una promessa all’orizzonte in particolare nella categoria Ragazzi dove mi sembra vi sia davvero qualcosa di molto buono per il futuro.
C4 Arriviamo alle note un po’ dolenti. Nonostante qualche exploit (l’oro della staffetta torpedo al Rescue e agli Europei) il livello del salvamento italiano nelle gare oceaniche è basso. Secondo te è possibile creare una scuola italiana di atleti, anche non numerosi, che possa competere a livello internazionale (non dico come gli aussies, ma come le altre nazioni europee?)
GQ Tutto è possibile, ma prima è necessario fare un reale quadro della situazione. Da quando esiste il Rescue con questo regolamento (dal 1990) solo due nazioni hanno avuto il privilegio di vincerlo : Australia e Nuova Zelanda. Dodici mondiali e due vincitori. Se in uno sport accade una situazione del genere non significa che queste due nazioni si sono impegnate di più delle altre ma vuol dire che quello sport è patrimonio esclusivo di quei paesi. Quando si è cercata la sintesi tra gare in piscina e gare in mare alla fine degli anni 80 non si è pensato che due/tre fossero le nazioni con una tradizioni oceanica e 15/20 quelle che invece avevano un’estrazione di piscina; così i punti importanti del mare sono sempre stati divisi tra pochi mentre quelli della piscina tra molti. In Australia, come tutti ben sanno, ogni ragazzino ha una tavola ed un surf ski nel proprio box così come in Val Gardena ognuno ha un paio di sci da discesa e a Cantù un canestro nel cortile. Pensare di volersi confrontare alla pari con tradizioni culturali lontanissime dalle nostre è più un’utopia che non un progetto ambizioso. Vi è inoltre da aggiungere che alcune nazioni schierano atleti olimpionici di canoa o di atletica leggera per ottenere risultati nelle gare oceaniche. Portare il campione italiano di kayak e il primatista italiano nei 100 metri piani sicuramente potrebbe farci guadagnare punti preziosi al mare, ma gli obiettivi della FIN sono rivolti alla valorizzazione dei propri atleti e della propria storia. Ecco quindi che stiamo parlando di un contesto viziato da molte imperfezioni sui quali la ILS ha aperto da tempo un dibattito e sul quale ci si sta lavorando. Non bisognerà attendere molto per capire quali saranno gli scenari futuri per orientare le risorse in modo adeguato senza correre il rischio di andare in una direzione quando poi la Federazione Internazionale dovesse prendere altre strade. Un esempio su tutti: si sta decidendo se lasciare la classifica a punti al Rescue oppure se passare al medagliere come vorrebbe il CIO. Se la seconda ipotesi venisse accolta arrivare quarti in una competizione non avrebbe più nessun valore e le strategie di gara cambierebbero completamente. Consiglio quindi di attendere qualche mese per avere le idee chiare. Una volta individuato il programma ed il regolamento definitivo sarà più semplice programmare progetti di formazione.
Grazie Giorgio per il tuo tempo, e ti strappiamo la promessa di una chiacchierata un po’ più lunga al nostro Salotto di Corsia4, per far conoscere meglio la realtà del salvamento ai frequentatori del nostro sito.