Quarta tappa delle
In testa alle classifiche maschile e femminile sono rispettivamente Yannick Agnel a pari punti con Conor Dwyer e Megan Romano su Katinka Hosszu.Gare in vasca da 50 metri con batterie e finali,previste le serie per gli 800/1500 stile libero.
Ogni gara olimpica assegna cinque punti al vincitore,tre al secondo classificato e uno al terzo.
Le iscrizioni gara fanno di questa tappa un evento natatorio tra i principali della stagione,da Lochte a Ledecky a Matt Gravers,Kevin Cordes e Nathan Adrian e Yannick Agnel.Si rivede in vasca lunga anche Katie Hoff dopo un anno di pausa in seguito alla mancata qualificazione per i giochi olimpici di Londra.
E poi a Mesa,Arizona c’è il rientro,reso ufficiale dalla
Scorrere la start list e leggere di nuovo il nome di Michael Phelps fa la sua scena non c’è dubbio,visto che il suo ritiro era ormai metabolizzato da molti,d’altronde quel nome rappresenta una buona parte della storia del nuoto degli ultimi dodici anni.
C’era chi non aveva mai voluto credere o rassegnarsi ad un suo ritiro definitivo,si parlava o meglio si sperava in una pausa prima di vederlo rituffarsi in piscina in vista dei giochi di Rio.
Ma solo voci,molto vaghe,ben lontane da qualunque conferma,dopotutto Phelps era sempre stato categorico su questo punto,
“Once I retire,I’m retiring.I’m done”.I giochi insomma erano chiusi.
Poi un fatto concreto,Phelps sul finire della scorsa estate rientra nel programma di controllo dell’USADA,l’agenzia antidoping americana,condizione indispensabile per poter gareggiare nuovamente,ed è così che è iniziato l’avvicinamento anche mediatico del kid di Baltimora,nonché del suo coach e mentore Bob Bowman,alle competizioni.
Da quel momento in poi è stato un crescendo,con Phelps regolarmente presente al “North Baltimore Aquatic Club”,il suo club,per alcune sessioni di allenamento per mantenere la forma,che poi sono diventate sessioni di allenamento per testarsi e per la stampa la notizia è stata di quelle grosse,irresistibili.
Un suo rientro sarebbe potuto anche essere lontanissimo dalla realtà,ma si trattava comunque di una boccata d’ossigeno per poter nuovamente parlare di Phelps che ha sempre mosso l’interesse di appassionati e non come nessun altro,di Phelps il più grande olimpionico di sempre,la personificazione stessa del nuoto.
Le interviste a Bowman si sprecano e le dichiarazioni sono tante,ma sempre le stesse,sempre uguali,né smentite né conferme.
Così in autunno sino ad inizio primavera quando USA Swimming,presentando il Grand Prix di Mesa ne annuncia distrattamente la presenza.Il programma è leggero,50 e 100 stile libero e i 100 delfino.
Il resto è storia di questi giorni.
Phelps rientra e la domanda che gira maggiormente è, “era proprio necessario?” “rischia di appannare la sua immagine?”.
Il parallelismo con lo sfortunato tentativo di Ian Thorpe scatta spontaneo,ma quella dell’australiano è una storia diversa,cinque anni dal ritiro ufficiale nei quali viene spezzato ogni legame col mondo del nuoto,Phelps invece rimane fuori poco più di un anno,mantenendo la forma fisica e cosa non secondaria rimanendo sempre in contatto con Bowman.
Se ha senso chiedersi il perché di questa decisione e a cosa potrà servire a uno con la sua storia,allora si può escludere che rientri per soldi o per gli sponsor o per aggiungere qualche medaglia alla sua collezione,ed è probabile che ci si avvicini di più alla verità rispondendosi che Phelps rientra perché il nuoto ha sempre fatto parte della sua vita,non se n’è mai allontanato e la necessità di competere è parte integrante di lui.
Quando ai mondiali di Barcellona dello scorso anno,Phelps,il primo giorno di gare,guardò e commentò la sconfitta della staffetta a stile libero americana,i giornalisti della NBC testimoniarono il dispiacere sul suo volto,dispiacere che andava oltre quello del tifoso,ma che scaturiva dal fatto di non poter essere in acqua a dare il suo contribuito,parte della squadra.
Phelps rientra,l’ufficialità c’è,e tutti gli appassionati di nuoto non possono che esserne contenti,sia che questa nuova avventura prosegua fino a Rio o finisca prima,ma ad una cosa per il momento Phelps dovrà rinunciare,a quell’aura di mito che solo il tempo e il trascorrere del tempo riescono a dare a chi come lui ha fatto grandi cose.
Giovedì prossimo dunque si riparte,con gare come ha detto il suo coach,per testare la velocità più che la resistenza,per un Phelps che negli ultimi mesi ha portato avanti un programma di allenamenti pari a circa la metà di quelli che settimanalmente era solito fare.
Per il futuro si vedrà,i 400 misti,la gara abbandonata dopo Pechino e ripresa,sorprendendo non poco,quattro anni più tardi per Londra,la gara più odiata,di sicuro non ci sarà,ci potrebbero invece essere i 200 misti,la gara della sfida infinita con Lochte.
I suoi 100 farfalla,che gli hanno sempre regalato la vittoria olimpica e che a Pechino stavano per negargli l’ottavo oro e i suoi 200 farfalla,del record del mondo a sedici anni e della sconfitta con Le Clos a Londra undici anni più tardi.
Ci potrebbero essere anche i 200 stile libero,”buoni” per un posto in staffetta o i 100 dorso,sempre poco o per nulla frequentati,nonostante possa vantare in questa gara un 53.01 del 2007,tempo che lo collocava al vertice della specialità al pari di Peirsol.
Si potrebbe continuare in questo modo rischiando però di girare a vuoto,pronosticando gare o improbabili rivincite,dimenticando di distinguere nettamente tra quello che Phelps era nei suoi anni migliori e quello che è e sarà in grado di fare da qui in avanti.
Di sicuro sarà naturale per lui,a trent’anni, concentrarsi sulle gare brevi,poi per quanto riguarda il meeting di questa settimana,indipendentemente da gare e tempi,sarà emozionante il solo fatto di rivederlo in acqua.
Sarà invece molto diverso ad agosto,ad Irvine ai campionati nazionali che selezioneranno la squadra per i Pan Pacifici e per i mondiali 2015.
Se Phelps deciderà di esserci,metabolizzato ormai il suo rientro,l’attenzione di tutti sarà esclusivamente sul cronometro e quindi sugli obiettivi e possibilità che avrà per il futuro.