Una nazione sola al comando in questa edizione degli Europei di vasca corta, la Hosszucsheria. Una nazionale tenuta in piedi da due atleti, che sono simpatici ai quadri tecnici di Budapest come il riccio delle castagne quando le cogliete in montagna e le mettete nello zaino. Poi arrivano sparati qua in Israele, sotto Natale poi, e si fanno come regalo due bei record mondiali e un record europeo

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Sid Hosszu...sono uguali no?

Sid Hosszu…sono uguali no?

Perchè si sa la scuola ungherese è fatta di una selezione tenuta sotto stretto controllo, come il prato inglese, in cui ogni erba malata viene estirpata ancora prima che diventi più lunga di un filo d’erba dei campi di Wimbledon. Quindi Katinka, che sembrava promettente ma poi si era un po’ arenata, è fuori da ogni controllo. Ma come si permette, di fare la linea di costumi con Arena, e poi con quel fisico da uomo mica può fare la modella…meglio la Jakabos, con quegli occhioni da cerbiatta e il costume sempre in mezzo ai glutei, che quando si mette l’asciugamano dopo il riscaldamento copre giusto la pancia. La ragazza che somiglia a Sid dell’era glaciale certo tanto di ghiaccio non sembrava quando falliva a Pechino, e poi a Shangai dopo le promesse di Roma. Ma crearsi un team personale, gestito e diretto da un marito rapper, che gira il mondo come gli Harlem Globetrotters e da spettacolo, ha funzionato e così si crea la leggenda della Lady di Ferro: ma più simpatica della Tatcher, che peraltro era pure brutta e oltre a ciò che potrebbe non essere grave ha affossato i lavoratori inglesi a furia di mazzate, riducendo tra l’altro le ferrovie inglesi peggio di Trenitalia e questo è dire tutto. Dall’ India alla Cina, lavora da Natale a Ferragosto, e va forte ogni giorno del’anno. I sospetti si annidano, soprattutto nell’angolo del mondo in cui il doping spesso si annida (e non diciamo nulla) e dovrebbe solo stare zitto ma invece è sempre pronto a sputare sentenze dall’alto del suo sentirsi padrone del mondo. Perchè diciamolo esser messi sotto da una nazione con quattro atleti fa brutto. E poi mica è un personaggio da fumetto…o sì?

Ebbene sì c'è anche il fumetto

Ebbene sì c’è anche il fumetto

E che dire del magiaro pelato? Oramai da quattro Olimpiadi cerca la consacrazione con l’unico oro che gli manca, e in questo è accomunato alla sua controparte femminile. Perchè essere il re dei misti in Europa non basta, e non bastano 30 titoli continentali dal dorso al delfino, praticamente vinti senza staffette, particolare non trascurabile: visto che dei 18 ori olimpici di Phelps ben sette sono di staffetta…mica cazzi!…e ringraziamo il santo Lezak per un certo record, visto che la sua effigie dovrebbe comparire come quella di Papa Francesco sull’oro di staffetta di Pechino, insieme al cadavere di Bernard. Ma lui Laszlo, non si arrende e dopo il titolo dei misti nel 2005 torna a vincere dopo 10 anni nei 200 farfalla facendo lo sgarbo al campione olimpico. Il Lex Luthor del nuoto cerca quindi la consacrazione olimpica nell’atto finale della sua carriera.

Ma il campionato europeo di Netania ha anche altre immagini, ben impresse nella nostra mente dallo sciamano Sacchi e dal suo prescelto MecaTommi. Una splendida cavalcata del carpigiano volante, capace di un passo da 56”9 ogni 100 metri, ha rovinato la notte di Grant Hackett…ma no, il buon Grant troverà il bravo emiliano a Rio e insieme si berranno una bella birra! Grant due, gli australiani bevono parecchio, lo dice anche la maglietta che mi sono fatto regalare “Proud Australia: I want more beer”.

I sogni delle olandesi sono turbati da una piccola italiana che vola, vola veloce a stile e delfino e conquista titoli europei a ripetizione. La Silvia nazionale torna con in saccoccia due primati italiani individuali, tre ori in staffetta ed è quindi la più titolata azzurra di questa edizione, se aggiungiamo il bronzo della velocità a farfalla. E al momento in cui scrivo non è ancora finita. Ebbene sì, fosse stata alta come la Sioestroem fosse avremmo una atleta da titolo olimpico, ma intanto abbiamo Silvia Di Pietro e questo ci basti. Gli incontentabili italiani si gustino quindi l’ennesimo trionfo della Pellegrini, che poi si fa un giro come Greg in postazione RAI: onore toccato anche alla Polieri, una dei tanti redivivi di questi campionati. Tornando alle olandesi, che faccia il delegato LEN: due premiazioni si è scelto, due volte gli azzurri hanno sbarrato la strada alle Orange, con lo smacco della 4×50 stile donne…come battere il Brasile al Maracana.

Ancora una volta di più la foca si trasforma in rana: qualche chilo in meno, ed ecco che Marco Koch, che Silver profetizzava a grandi allori, mette nel sacco tutti anche Peaty: che non sarà forte di gambe, ma o gliele hanno fatte di gesso o qualche problema di spinta ce l’ha e bello grosso. Ma il nerd inglese, che si allena al mattino prestissimo (chi lo sa perchè, visto che le finali in Brasile per farle vedere agli americani davanti a birra e salsicce saranno alle 21 barra 22) farà vedere di che pasta è fatto quando bisognerà nuotare e non solo virare. Ciò non toglie il bisogno di qualche corso di recupero. Corso che il nostro Greg ha fatto, anche se qualcosa resta da migliorare, ma si sa un mezzofondista da 14’30” qualcosa da qualche parte dovrà lasciare. Chi invece non può lasciare nulla è Matteo Rivolta: ma mi hanno promesso che ci lavoreranno su.

Ciao anche a te Jenna!!! Apresto!

Ciao anche a te Jenna!!!
A presto!

Ed ora scusate ma devo andare a fare una foto con la Laukkanen (col permesso di mia moglie)…con un nome così, come si fa a vincere 50 e 100 rana? Eppure ce l’ha fatta: e brava Jenna.