Il tema della salute degli sportivi Master e non solo, è un tema attuale. Master Swim ha deciso di realizzare un’intervista con il Dott. Armentano. Laureato a Firenze in medicina e traumatologia dello sport,  ora responsabile medico della Fiorentina Nuoto e SC Valcareggi, ed anche medico federale del Setterosa (oro ad Atene 2004).  E chi meglio di lui può toglierci qualche dubbio?! Ascoltiamo cosa ha da dirci….

1. Che cosa significa, oggi, essere un medico sportivo in ambito “acquatico” (nuoto e pallanuoto)?

Il medico dello sport deve conoscere i principi generali delle funzioni fisiologiche di un atleta, in particolare è necessaria una dimestichezza con i metodi e le attività specifiche degli sport acquatici. In ogni caso non c’è una grande differenza con sport non acquatici, ma bisogna considerare l’elemento acqua e anche l’ambiente.

2. Nelle società di cui è responsabile sanitario (Fiorentina Nuoto e Sc Valcareggi) ci sono anche atleti master?

Sì, nel nuoto sì. Tra l’altro la macchina – uomo dell’atleta master ha più bisogno di un medico dello sport rispetto ai giovani

3. Quali sono i problemi/traumi con cui si trova più spesso ad avere a che fare?

Nel nuoto c’è un’incidenza bassissima di traumi, diversamente dalla pallanuoto. Il trauma più comune è la patologia da sovraccarico, l’articolazione più colpita è la spalla. Nella pallanuoto master invece capitano patologie a carico della spalla e del gomito.

4. È vero che il nuoto fa bene fino a tarda età?

Sì, fa bene dal primo giorno di vita fino all’ultimo, non c’è un limite di età, bisogna calcolare il tipo di attività. L’acqua può essere anche un mezzo terapeutico, di prevenzione.

5. Quindi l’agonismo ha effetti positivi fino agli 80 anni?

Da qualche decennio è stato appurato che l’attività aerobica previene tantissime malattie, come patologie legate all’accumulo di grasso e previene l’osteoporosi comportando tra le altre cose un grande risparmio a livello di costi sulla sanità nazionale. Per quanto riguarda la competizione c’è un limite: occorre fare una riflessione sul termine agonismo: non se ne può parlare a 80 anni e nemmeno a un anno.

6. Accorgimenti a livello di alimentazione e allenamento?

Molto prima dell’allenamento (almeno un’ora e mezza) bisogna mangiare tanti zuccheri, dopo occorre recuperare zuccheri e proteine. Per il resto l’alimentazione deve essere il più variegata possibile.

7. Quali sono i più frequenti problemi a livello medico e come fare per evitarli?

Per prima cosa è necessario fare uno screening generale, innanzitutto cardiologico, per mettere in sicurezza la vita di chi pratica nuoto. Poi bisogna mirare alla prevenzione delle patologie articolari, per esempio educando gli atleti a fare riscaldamento prima delle gare, concentrandosi su gambe e braccia. Ogni tanto poi è necessario anche un check-up di natura clinica.

8. Parliamo dei defibrillatori. Il 3 febbraio a Torino il 46enne Francesco Damiani si è sentito male ed è svenuto subito dopo il riscaldamento, l’ambulanza di servizio non aveva il defibrillatore e si è dovuto attendere per venticinque minuti l’arrivo di una seconda ambulanza. Quali conclusioni trae da un episodio del genere?

L’uso dei defibrillatori è stato introdotto a partire dal 2015, quando sarà obbligatorio in tutte le manifestazioni. Non dobbiamo solo mettere in sicurezza l’atleta, ma anche il pubblico. Dobbiamo far entrare il concetto che anche soltanto le mani possono salvare una vita, se poi abbiamo un defibrillatore ancora meglio. Il defibrillatore è un mezzo fondamentale, ma ancora di più lo è che sia il modo per fare una cultura del soccorso che in questo momento manca.

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intervista Dr Armentano from Master Swim on Vimeo.