di Alessandro Foglio
Da un paio di mesi a oggi non si fa altro che parlare di “Zika” virus scoperto nel lontano 1947 e che sembra tornato a far paura al Brasile anche nei nostri giorni. Ma il vero motivo per cui se ne parla non è tanto per i danni che sta facendo, esigui se paragonati alle grande malattie che hanno spaventato il mondo nel recente passato (si tratta comunque di un virus ed è curabile) ma piuttosto perchè collegato per ovvie ragioni ai Giochi Olimpici che si terranno a Rio in estate.
In questi giorni proprio nella metropoli brasiliana è impegnata la squadra italiana di tuffi, (mentre quella di fondo c’è stata dall’8 al 13 febbraio) nella prova di Coppa del Mondo che assegna diversi posti disponibili per i Giochi, e tra loro è presente Tania Cagnotto, già qualificata, la quale ha manifestato a “La Repubblica” (leggi QUI) la sua preoccupazione affermando che al suo rientro in Italia farà subito dei controlli per scongiurare il possibile contagio, che avviene tramite la puntura di una zanzara. La preoccupazione di Tania nasce dalla voglia, si immagina a breve termine, di avere un figlio e i problemi più grandi “Zika” li trasmette proprio ai nascituri con casi di microcefalia e malformazioni fetali.
Un problema che il CIO, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Comitato Olimpico Brasiliano stanno cercando di risolvere, invitando tutti coloro che si recano in questi giorni in Brasile a coprirsi con maglie e pantoloni lunghi, spalmarsi con creme antizanzare e fare particolare attenzione soprattutto nelle ore del giorno più pericolose (metà mattina o al tramonto). In comune accordo le autorità brasiliane stanno cercando sia di debellare il problema bonificando le zone dove vivono e si riproducono le zanzare, sia di diffondere maggiori informazioni possibili per scongiurare ogni pericolo.
Come riportato da Ansa.it anche il presidente della Repubblica brasiliano Dilma Roussef conferma che “Zika” non comprometterà i Giochi, affermando che da qui all’inizio delle Olimpiadi otterranno grandi risultati ma che sarà necessario l’appoggio di tutti (news integrale QUI).
Motivo in più per star tranquilli è il periodo dell’anno in cui si svolgeranno i Giochi, ovvero l’inverno. Mentre qui in Italia, si spera, si suderà e le zanzare ci “mangeranno”, in Brasile è inverno e il clima più rigido dovrebbe aiutare al ritiro spontaneo di questi antipatici insetti.
Che il caso “Zika” sia più un fenomeno mediatico lo si evince anche dalle dichiarazioni di tanti sportivi, molti dei quali nuotatori: Mireia Belmomte Garcia si è detta tranquilla, affermando che mancano tanti mesi ancora ai Giochi e che prenderà sicuramente parte a Rio, sempre che la situazione sia sotto controllo (news di swimswam).
Anche negli Stati Uniti c’è una certa calma, con gli atleti liberi di andare o no a loro discrezione, mentre dall’Australia James Magnussen non si sente preoccupato date le rassicurazioni arrivate dalla Federazione Australiana (news QUI)
Ma il caso più eclatante è quello della velista spagnola Marina Alabau, oro olimpico nel 2012 nella classe RS:X. A dicembre la Alabau ha svolto delle gare in Brasile e adesso mostra i sintomi di “Zika” con macchie rosse sul corpo e dolori articolari. Questo episodio però non la fermerà: “Non porterei mia figlia ai Giochi, ma se un atleta rinuncia alle Olimpiadi per questo mi sembra un esagerazione” (news QUI).
Pare dunque che questo virus non fermerà gli sportivi, anche perchè le Olimpiadi sono un sogno, un occasione che per molti – beati loro – avviene una volta nella vita e sfido chiunque a rinunciare solo per una timida paura di contrarre una malattia comunque curabile. Certo non è un aspetto da sottovalutare, soprattutto le donne in gravidanza sono quelle più a rischio ed è consigliato loro di valutare attentamente se recarsi in Brasile o no. Mancano ancora tanti mesi e le cose potrebbero e dovrebbero migliorare, ma il tam-tam mediatico non si placherà chissà ancora per quanto, quindi prepariamoci ad avere notizie contrastanti un giorno sì e un giorno no.
Chiudo con una provocazione: visto così lo spauracchio di “Zika” non sembrerebbe fare poi così paura. Ma sarà tutto qui? E se sotto ci fosse un tentativo di “calmare le acque” per evitare un possibile boicottaggio con conseguenze economiche impensabili??? Ovviamente speriamo di no…