fry-aaarghRiceviamo da un amico del salvamento e pubblichiamo la seguente lettera firmata, che ci illustra una spiacevole situazione creatasi a Roma. Non conoscendo tutti i particolari ed essendo noi spettatori degli eventi, ci limitiamo a esporre il fatto come ci viene riferito senza dare giudizi.

Siamo pronti a dare spazio a qualsiasi replica, ma soprattutto, da amici dello sport, auspichiamo la risoluzione della spinosa questione quantomeno per i ragazzi, onde dar loro modo di poter continuare a gareggiare, certi che per il loro bene qualsiasi sia il motivo del contendere si penserá alla possibilitá di continuare a fargli praticare lo sport che amano. Di seguito la lettera:

 

Caro Direttore,

non sarà certo la prima volta, né sarà l’ultima, che un tecnico allontanato dalla società registri la concreta solidarietà dei suoi atleti, intenzionati a proseguire il loro cammino di crescita sotto la sua guida. Questo comporta, naturalmente, il trasferimento degli atleti dalla società iniziale ad una nuova. Che le norme federali prevedono, a condizione che la società di partenza conceda il previsto nulla osta allo svincolo. In assenza del quale gli atleti sono impossibilitati a partecipare per otto anni a qualsivoglia attività agonistica in ambito federale.

Sappiamo le legittime considerazioni che sono state, e sono tuttora, alla base del meccanismo del nulla osta allo svincolo, una sorta di difesa del patrimonio delle piccole società, costituito proprio dagli atleti nati, per così dire, e cresciuti nell’ambito della società che li ha scoperti, curati e fatti crescere. Ma non si possono nemmeno ignorare le più che legittime aspirazioni degli atleti a seguire il percorso formativo sportivo e agonistico con il tecnico di loro fiducia, il tecnico che li ha fatti crescere, li ha valorizzati. Chi non ricorda la vicenda Vittori-Mennea-Fidal, trenta e più anni fa?

All’Accademia di Salvamento, società sportiva dilettantistica di Roma, alcuni atleti (nel caso specifico stiamo parlando di atlete minorenni) sono in stato di fibrillazione – se non di vero e proprio disagio – perché il loro tecnico, Emanuele Vagaggini, è stato allontanato dalla dirigenza societaria. Un gruppo di atlete, tra le quali Lucrezia Fabretti, campionessa italiana assoluta, categoria Ragazze (…) ha solidarizzato con il proprio tecnico. E la cosa non è piaciuta al vertice della società, che ha messo in atto provvedimenti-monstre, quale, ad esempio, il divieto assoluto di nuotare (sic!) oltre naturalmente all’esclusione da qualsiasi competizione federale, negando alle atlete il nulla osta per trasferirsi in altro ambito societario. Senza il nulla osta, come si sa, per gli atleti c’è il blocco assoluto a livello agonistico. E questi – ricordiamo nel caso in esame la loro giovane età – nel comprensibile sconforto del momento stanno seriamente meditando di abbandonare l’amata attività sportiva poiché non riescono a metabolizzare quella che avvertono come un’enorme ingiustizia.

Una chiosa per concludere: proprio in questi giorni sono frequenti in tv gli spot promozionali della Rai per ricordare il maxi evento prossimo venturo delle Olimpiadi di Rio: Lo sport è di tutti, ammicca l’annuncio. Proprio di tutti?

Grazie dell’attenzione, Fabrizio Cerri