Il nuoto in acque libere è stata una delle discipline più discusse alle Olimpiadi di Parigi per via della qualità dell’acqua della Senna.
Ma ormai questo conta poco, le gare sono state svolte ed è ora di parlare dei fatti.
Temperatura dell’acqua intorno ai 20° quindi nella norma tendente al fresco.
Campo gara semplice dal punto di vista della forma e dei punti di riferimento del giro stesso, ma tutto cambia aspetto nel momento in cui entra in gioco il fattore corrente, talmente forte da costringere gli atleti a nuotare a contatto con i margini del fiume nel lato lungo di ritorno e a sterzare prepotentemente nel lato breve opposto al pontone dei rifornimenti.
Entrambe le gare hanno subito una svolta nel momento del rifornimento. Per le donne a metà gara c’è un forte strappo da parte dell’atleta Aussie Johnson, già finalista nei 1500m di piscina e campionessa del mondo , seguita dalla campionessa olimpica di Rio van Rouwendaal. Le due fuoriclasse si allenano assieme in Germania alla corte di Berkhan, l’olandese nuota lì dal periodo post covid mentre l’australiana da poco più di un anno.
Presubilmente sembrava una tattica studiata a tavolino per permettere alle due ragazze di creare un break sul resto del gruppo e mettere le avversarie in difficoltà. E così è stato fatta eccezione per la nostra Taddeucci che si accorge immediatamente del gap e lo ricuce. Da quel momento inizia un’altra gara: le tre in testa e un gruppo di tre quattro atlete capitanato dalla campionessa di tutto Ana Marcela Cunha, gruppetto nel quale si trova anche la Gabbrielleschi. Le inseguitrici le provano tutte ma il terzetto di testa tiene un ritmo troppo elevato. van Rouwendaal passa la compagna di allenamento a 15’ dalla conclusione della gara e tiene la testa fino alla fine, non c’è lotta tra la Johnson e Ginevra; le ragazze arrivano a toccare il tabellone in fila una dietro l’altra per scrivere una pagina di storia di questo sport. Taddeucci è la terza donna italiana a conquistare una medaglia nella specialità e otto anni dopo l’argento di Rachele Bruni, dodici dopo il bronzo di Martina Grimaldi, sale sul terzo gradino del podio parigino.
Gabbrielleschi saldamente in quinta posizione perde poi lo sprint con l’ungherese Fabian e chiude al sesto posto.
Nella prova maschile dopo i primi giri di studio e assestamento il gruppo si allunga parecchio, gli azzurri orbitano tra la terza e quinta posizione.
L’ultimo rifornimento è il momento in cui si crea un buco tra il duo formato dal campione del mondo Rasovszky e il tedesco meno quotato Klemet, e un terzetto composto dai due italiani e dal magiaro Betlehem. Greg cede il passo a Mimmo che si ricongiunge con la testa della gara portandosi dietro però il giovane ungherese, già finalista olimpico qualche giorno fa nei 1500 (4° classificato con record nazionale).
Rasovszky spinge fino in fondo e si laurea campione olimpico, dietro di lui il tedesco già bronzo mondiale a Fukuoka nel 2023 Klemet e terzo dopo uno sprint finale bellissimo l’altro ungherese Betlehem. Acerenza mette al collo la medaglia di legno dopo una gara intelligente e coraggiosa.
Paltrinieri perde un po’ nel finale, dopo una gara super generosa chiude nono, il campionissimo annuncia a fine gara una pausa dal nuoto ma spero che gli arrivi il nostro grido: “abbiamo ancora bisogno di te!!”. In acque c’era con lo spirito anche Dario Verani che dopo aver conquistato la carta olimpica è rimasto a casa a tifare gli amici.
Piccole note di fondo:
* Nella gara femminile nessuna delle atlete che ha conquistato il pass nel 2023 è riuscita ad acchiappare il podio quest’anno. Mentre al maschile 2/3 avevano per le mani il biglietto già da un anno.
* In entrambe le gare in vincitore del mondiale di Doha 2024 ha portato a casa l’oro.
* Nella gara maschile la top 10 è completamente Europea.
* 3 su 6 medagliati sono allenati dallo stesso coach, ossia il tedesco Berkhan. (Klemet, Van Rouwendaal, Johnson)
* 3 su 6 medagliati quest’anno hanno svolto almeno un collegiale in altura a Livigno. (Taddeucci, Betlehem, Rasovszky)
* 2 su 6 medagliati quest’anno ai mondiali non hanno raggiunto la top 10. (Klemet e Taddeucci)
* 3 su 6 medagliati non hanno mai conquistato una medaglia individuale al mondiale (Johnson, Betlehem, Taddeucci)
* 6 su 20 atleti nelle top ten si allenano con lo stesso allenatore ossia Antonelli. (Acerenza, Paltrinieri, Olivier, Cunha, Beck e Cassignol)
* Gli atleti della top ten maschile e femminile si allenano in Europa.
* Tra la top ten maschile e quella femminile ci sono solo due atlete extra-europee.
* Gli argenti di Tokyo sono diventati oro a Parigi.
* L’Italia e la Francia sono gli unici due paesi ad aver portato tutti e 4 gli atleti nella top 10.
Foto: Simone Castrovillari per Corsia4