Gli allenamenti nella vita di un nuotatore scandiscono inevitabilmente il susseguirsi delle settimane.
Soprattutto per i Master, qualunque siano gli orari stabiliti per l’allenamento, nuotare significa dedicare dei momenti allo sport sottraendoli, allo stesso tempo, ad altre attività o alla propria vita privata.
Una volta, nello spogliatoio femminile, stavo ascoltando una compagna di squadra che preannunciava uno stop negli allenamenti serali per poter riprendere la “vita sociale”: “se nuoto non ho tempo di vedere gli amici quindi mi fermo per un po’”. Il ragionamento era semplice, lineare, ma per quanto riflettessi non riuscivo a trovarmi d’accordo sulla conclusione di interrompere gli incontri con la squadra perché per me, invece, era il team stesso a essere diventato parte della mia vita privata.
Quante di noi, ad esempio, frequentano nel tempo libero le proprie compagne di squadra? Quante cene post allenamento diventano le nostre occasioni settimanali per poter aggiornare le “altre del nuoto” sugli ultimi gossip nella nostra vita privata? Ed ancora, quante chiacchiere negli spogliatoi sono la nostra occasione per trascorrere qualche ora spensierata a fine giornata?
Scegliamo di sacrificare momenti con il nostro partner, con la nostra famiglia, con le nostre amicizie per dedicarci al nostro sport preferito e per questo subiamo le critiche di chi non capisce cosa ci spinga a trascorrere ore ed ore in acqua per migliorarci di qualche secondo o per perfezionare di un poco la nostra tecnica.
E dunque chi può condividere questa nostra scelta più che i nostri stessi compagni di squadra, quelli che con noi possono trovare gioia in quel decimo in meno nei 50 stile, che ridono insieme a noi osservandoci mentre ci contorciamo e ci lamentiamo impiegando ore per indossare il costumone, che ci sostengono quando decidiamo di avventurarci in una folle traversata in mare o che ci aiutano nei periodi in cui siamo più demotivati?
La nostra squadra, le nostre compagne di team diventano allora la nostra famiglia, la nostra “vita sociale”, le persone di cui proprio non potremmo fare a meno e le cui chiacchiere, anche se consumate in un vecchio spogliatoio con luci al neon e odore di cloro, non vorremmo scambiare con nulla al mondo!
Foto: Fabio Cetti | Corsia4