La FINA esprime viva preoccupazione dopo la pubblicazione del rapporto della Commissione indipendente WADA e del suo impatto sullo sport in tutto il mondo. In quanto organo di governo mondiale per gli sport acquatici, intraprende una politica forte e solida al fine di ottimizzare l’efficacia delle strategie antidoping, per preservare la validità e l’integrità delle competizioni FINA e per proteggere gli atleti “puliti” nei cinque continenti.
Con riferimento ai recenti scandali che hanno interessato la Russia, la FINA ha deciso di esprimersi a riguardo dei controlli anti-doping effettuati durante la recente edizione 2015 dei Campionati del Mondo che si sono svolti per la prima volta, dal 24 luglio – 9 agosto, in questa nazione.
Durante questo evento, sono stati raccolti 645 campioni (457 urine e 188 prelievi di sangue) per l’analisi dalla FINA Doping Control Review Board, come parte del programma di test durante le competizioni. Inoltre sono state prelevati altri 418 campioni di sangue come parte del programma Athlete Biological Passport.
La FINA precisa che questi test sono stati analizzati presso il laboratorio accreditato WADA a Mosca, sotto la supervisione di osservatori indipendenti dai laboratori accreditati WADA di Barcelona (ESP) e Londra (GBR). Ogni singolo campione raccolto durante i Campionati di Kazan sarà trasferito e immagazzinato nel laboratorio accreditato WADA di Barcellona (ESP).
Si specifica inoltre che tutti i controlli effettuati per il programma antidoping “fuori-competizione” sono stati condotti da IDTM, una società svedese indipendente. Nella stagione 2014 la maggior parte di questi è stato analizzato dal laboratorio accreditato WADA di Mosca, che era stato giudicato pienamente compatibile con il codice WADA al momento. Tuttavia, dopo l’annuncio delle indagini ufficiali, la FINA ha preso la decisione di spostare la maggioranza delle analisi di atleti russi fuori dalla Russia. Nel 2015, oltre l’80% dei campioni raccolti in Russia, sono state analizzati nei laboratori accreditati WADA a Barcelona (ESP) e Colonia (GER). I campioni di atleti russi che vivono o di formazione al di fuori dell’Europa sono stati invece analizzati nei laboratori accreditati WADA a Montreal (CAN) e Salt Lake City (USA).
Queste le dichiarazioni del Presidente FINA Dr. Julio C. Maglione: “Naturalmente questo è un momento difficile per lo sport, e come gli sportivi noi della FINA siamo scioccati e rattristati dalla relazione della Commissione indipendente della WADA. La FINA sostiene una posizione forte e inequivocabile sulla pratica del doping, come ci proponiamo di sradicare il doping dalle discipline acquatiche. FINA si impegna a fare tutto il necessario per diventare lo sport più pulito al mondo “.
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