Andata in archivio l’edizione numero 60 del Trofeo Sette Colli, è tempo di guardare ai risultati delle gare al Foro Italico in prospettiva Olimpica.
Fatti di nuoto Weekly vi propone dieci nomi – cinque italiani, cinque internazionali – da segnarsi, non i soliti.
Sarah Sjöström
Ha più volte dichiarato di voler allungare la sua carriera concentrandosi solo sui 50, ma anche nei 100 non è che abbia proprio sfigurato. Certo, la concorrenza internazionale è sempre più agguerrita, ma a 33 anni è ancora in giro per piscine, e non a far la figura da comparsa. Nel discorso sulla G.O.A.T ci deve essere per forza anche lei.
Daiya Seto
Quanti anni ha Daiya Seto? Ogni volta che leggo ancora il suo nome nei risultati me lo vado a cercare, per poi scoprire che è del 1994, esperto ma non ancora da pensionare. Di vite sportive però ne ha avute tantissime, ed essere lì a lottare ancora nei 400 misti (con affaccio su Parigi) lo rende un highlander del nuoto.
Lukas Maertens
Ora lo posso dire, visto che siamo a un mese dalle Olimpiadi: Maertens è il nome su cui ho più hype di tutti, più di O’Callaghan, più di Popovici. Mi piacciono le storie strane, è vero, ma il nuotatore tedesco è qualcosa di indecifrabile, tanto che sembra uscito da una puntata dell’ispettore Derrick. PS Avete mai visto Maertens e Wellbrock nella stessa stanza? Meditate gente, meditate.
Gabrielle Roncatto
Di tutta la bella ondata di mezzofondisti brasiliani, lei è la mia preferita. Ritmo deciso e bracciata potente, al Sette Colli è arrivata in scia a Simona Quadarella nei 400. Non è un fenomeno ma mi piace.
Yui Ohashi
Sembrano così lontani i tempi di Tokyo, della doppietta Olimpica nei misti a casa, davanti al (poco, causa Covid) pubblico. Ohashi non è in lizza forse neanche per un podio, ma nei miei sogni si tuffa, batte McIntosh e detiene la cintura di mistista più elegante del mondo. E via.
Sofia Morini
Insieme a Chiara Tarantino e Sara Curtis sono il frutto del focus della Federazione sulla velocità che, di fatto, ha riempito un buco che stava per diventare una voragine. E con il tempo nei 200 ha anche aperto una speranza per la 4×200.
Giacomo Carini
Si è parlato molto del carattere e del cuore di questo ragazzo, che non si è arreso a diverse sfortune e periodi non positivi, trascorsi a margine del nuoto che conta. Ora, col quinto tempo al mondo nei 200 farfalla, sogna anche la finale Olimpica. Bravo a lui e a Matteo Giunta, che ne ha tirato fuori il meglio nel momento giusto.
Michele Lamberti
Un paio di anni fa, agli Europei in vasca corta, era stato l’MVP italiano. Da allora si parlava insistentemente di lui come di un “animale” da 25 metri, incapace però di trasformare la sua abilità anche nella lunga. Gli va dato il merito di non aver ascoltato queste voci, di aver fatto la scelta di allenarsi con Burlina e Ceccon, e di essere arrivato finalmente a concretizzare il suo talento sia nei 50 che nei 100 dorso. Sarà a Parigi, magari farà anche la staffetta.
Luca De Tullio
Sembra proprio ci sia qualcuno nella scia di Gregorio Paltrinieri. Il panorama del mezzofondo internazionale è complicato ed estremamente selettivo, ma Luca De Tullio ha dimostrato di essere a suo agio nelle grandi finali, nelle sfide. Esce dal Settecolli rinforzato e carico, direzione Parigi.
Carlos D’Ambrosio
Ci lasciamo con il nome del più giovane di tutta la spedizione azzurra a Parigi, che ha avuto addirittura l’onore di essere preannunciato da Butini ai microfoni della Rai in zona mista. Insieme a Ragaini, D’Ambrosio era uno dei bei prospetti del nuoto giovanile di un paio di anni fa, ma non era il nome più caldo. Si parlava molto di più di atleti come Lorenzo Galossi e Filippo Bertoni e invece ad andare alle Olimpiadi da minorenne sarà lui. Per gli altri c’è comunque tempo: Los Angeles non è poi lontana.
See you later!
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4