Chi ha guardato la World Cup? Chi ha solo visto i video su Instagram? Chi ha invece solo guardato i risultati?
Per tutti voi c’è Fatti di nuoto Weekly, che vi propone i 5 nomi internazionali (per gli italiani vi mandiamo qui) da portarsi a casa da questa World Cup.
Noè Ponti
Partiamo con il fenomeno svizzero, atleta che per vari motivi sentiamo vicino alla nostra realtà e che per vari motivi ha un non so che di incompiuto, proprio come tanti nostri atleti tra l’altro.
Apnee fenomenali, testimoniate dal record del mondo nei 50 farfalla (abbassato fino a 21.50) ma anche dalle strepitose prove nei misti, Ponti si mette in saccoccia una World Cup da vero protagonista, dopo un’Olimpiade che, invece, non lo ha totalmente soddisfatto.
Si tratta comunque di un nuotatore bellissimo da vedere e probabilmente anche da allenare, e forse è proprio per questo che potremmo non aver ancora visto tutto da lui.
Léon Marchand
Non abbiamo visto tutto nemmeno del fenomeno transalpino, che è passato dal fare la World Cup quasi per costrizione, sull’onda lunga della settimana memorabile di Parigi, a prenderci gusto e sfornare prestazioni sempre più convincenti, fino alla strepitosa serata dei 200 misti di Singapore, quando ha deciso di mettere il turbo e prendersi il record del mondo.
Apparteneva a Ryan Lochte, era del 2012 ed era 1.49.63. ora è suo, ed è 1.48.88: ultimo gradino prima di prendersi, forse sempre a Singapore questa estate, il record del mondo in lunga.
Siobhán Haughey
Si tratta di una delle atlete più sottovalutate della storia del nuoto moderno, una che ha risultati da far impallidire il 90% delle colleghe, che nuota a livelli altissimi ogni singola volta che entra in vasca e, tra l’altro, stilisticamente da dio. Però spesso passa sotto traccia, quasi sommersa da altre personalità forse più ingombranti e appariscenti, che si sanno meglio destreggiare tra le luci della ribalta in occasioni come questa.
Dalla World Cup si porta a casa comunque un terzo posto nella classifica generale, diverse vittorie e la sensazione che, anche quest’anno, la nostra Bernadette potrebbe puntare a uno o più ori in vasca corta (australiane permettendo).
Regan Smith
Al contrario di quanto detto sopra, nel caso ella Smith non ero mai riuscito ad innamorarmi, natatoriamente parlando, di lei. Forse però questa World Cup mi ha smosso qualcosa: i due record del mondo, 100 e 200 dorso, portati a livelli cosmici (54.27 e 1.58.83), e la sua grinta nel non mollare nonostante l’altalenanza di una carriera che sembrava inizialmente destinata ad essere dominante sono la prova di un carattere non comune.
Non deve essere stato facile doversi confrontare con Kaylee McKeown, uscirne praticamente sempre sconfitte e nonostante ciò continuare a lottare e migliorarsi. Vediamo se l’australiana, che per ora si è detta intenzionata a recuperare energie psico-fisiche, risponderà migliorandosi ancora. Il nuoto è uno sport tremendo, questo è il fatto.
Kate Douglass
Chiudiamo con la protagonista indiscussa di tutta la World Cup, la fortissima americana ha dimostrato in poco più di due stagioni di essere un fenomeno per tutte le vasche, yards, lunga e ora anche corta. A lei va il merito di avere finalmente portato il record del mondo dei 200 rana a un livello che può essere paragonabile ai record delle altre distanze, ed è significativo pensare che il miglioramento sia stato di quasi due secondi in neanche tre settimane, dal 2.14.57 di Rebecca Soni al suo attuale 2.12.72 (passando per un intermedio 2.14.16).
A proposito di nuoto tremendo, a margine delle gare le è stato chiesto se pensa di nuotare fino a Los Angeles 2028, una domanda apparentemente retorica alla quale, però, Douglass ha dato una risposta non scontata. “50% sì e 50% no”, ha detto, lasciando aperta la possibilità che un’atleta del 2001, dominante come poche altre e nel pieno del suo prime sportivo, possa anche decidere di non continuare a nuotare nel breve termine. A mio avviso, questa risposta dice molto di più sul nuoto, sulla difficoltà di rimanere ad altissimi livelli, sulla carenza di professionismo e di veri stimoli, di molto altro che viene scritto e detto, anche su queste pagine.
See you later!
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4