Parliamo per l’ultima volta di Mondiali, ok?
Denis Petrashov bronzo nei 100 rana per il Kirghizistan
È stata la prima medaglia nel nuoto ai Mondiali per il Kirghizistan. Non è un nome così nuovo, visto che nel 2018 è salito sul secondo gradino del podio alle Olimpiadi Giovanili ed ha partecipato già a tre edizioni delle Olimpiadi (Rio, Tokyo e Parigi).
Tra i grandi, però, non è mani andato oltre la semifinale, e non ha mai nuotato nemmeno sotto i 59 secondi, cose che rendono storica la sua prestazione a Singapore. Con 58.88, Petrashov, che sia allena negli States, si è collocato nell’élite della rana mondiale e ha dichiarato di sperare in una smossa per il nuoto nel suo Paese, dove non c’è nemmeno una piscina da 50 metri.
Yu Zidi, la più giovane medagliata ai Mondiali (16 ottobre 2012)
Di lei si è fatto un gran parlare sia per i risultati ottenuti di recente, sia per il fatto che per farla gareggiare si sia infranta una norma che prevederebbe l’iscrizione ai Mondiali solo di atleti di 14 anni o più (ne ha parlato anche Federica Pellegrini).
I tempi della cinese in vasca, però, sono stati talmente eclatanti che si è fatta un’eccezione: che sia stata o meno una buona idea ce lo dirà il tempo, per ora si mette a statistica la medaglia più giovane di sempre, anche se ottenuta nuotando la batteria della 4×200 cinese poi giunta al bronzo. Yu Zidi però ha anche nuotato le gare individuali, ed è li che mi concentrerei: quarta nei 200 misti in 2.09.21, quarta nei 200 farfalla in 2.06.43, quarta nei 400 misti, 4.33.76. Summer McIntosh inizia a tremare.
Roos Vanotterdijk ha fatto tornare il Belgio sulla cartina del nuoto
Erano 27 anni che il Belgio non vinceva una medaglia ai Mondiali di nuoto in vasca, cioè dall’oro nei 100 rana a Perth 1998 di Frederik Deburghgraeve.
Il Belgio non gode di una grande tradizione natatoria, a differenza degli altri paesi baltici, ma ha una grande specialista della farfalla, che è arrivata al secondo posto – approfittando della defezioni di Torri Huske – dietro l’inarrivabile Gretchen Walsh. A fine settimana è arrivato anche il bronzo nei 50, e penso che la vedremo ancora per molto.
Regan Smith non ce la fa più a vincere
Esplosa a Gwangju 2019, dove da diciassettenne vinse 200 dorso e staffetta mista (con record del mondo nei 100 d’apertura), l’americana non ha poi più vinto niente a livello individuale, ad eccezione del titolo nei 100 nel 2022. In quell’occasione, tuttavia, era assente Kaylee McKeown, che rappresenta per lei la classica bestia nera.
In scontro diretto, Smith non è più riuscita a battere l’australiana, incappando in una striscia negativa che è diventata quasi un classico del nuoto internazionale. La sfortuna di aver trovato Summer McIntosh nei 200 farfalla, poi, rende il tutto ancor più difficile per un’atleta che, va detto, è costantemente tra le migliori al mondo oltre ad avere un bel posto anche nella storia del nuoto. Per lei vale un pò il discorso Laszlo Cseh: pensa essere così forte ed aver trovato Phelps e Lochte sul tuo percorso…
Kristel Kobrich compie 40 anni il 9 agosto 2025
E comunque era ai Mondiali, ha nuotato 8.39.78 negli 800 e 16.22.66 nei 1500 stile, con buona pace degli haters. È vero che l’atleta sudamericana ha avuto un passato ben più glorioso, fatto di semifinali e anche di finali internazionali che l’hanno resa la nuotatrice cilena più forte di sempre, ma è anche vero che l’unico che può decidere quando finisce la carriera di un atleta è l’atleta stesso. Se devo proprio sbilanciarmi, preferisco lei, che si allena da professionista e si misura con i professionisti, rispetto a qualche coetaneo/a dal passato altrettanto (se non più) glorioso, che si allena ancora da professionista e si misura con i dilettanti. Ogni riferimento eccetera eccetera…
I nomi belli del mondiali
Innanzitutto, la Nazionale di “Quelli che sembrano italiani ma non lo sono”: Santo Condorelli, Maximilian Giuliani, Chris Guiliano, Yoav Romano, Brittany Castelluzzo, Noè Ponti, Mariano Lazzerini, Carolina Cermelli e Remi Fabiani. C’è materiale per una discreta mista-mista.
Per il resto del mondo, spunti non mancano. La nostalgica Imara Bella Patricia Thorpe, delfinista del Kenya, Charles Hockin Brusquetti, delfinista del Paraguay pronto per l’aperitivo, e Johny Kulow, velocista americano vagamente offensivo. Ci sono poi la delfinista ungherese Panna Ugrai, presto sugli scaffali dei migliori market, e Sophie Angus, che troviamo anche nelle migliori bisteccherie. Per chiudere con la sempre solida staffetta di Macao, Chen-Cheng-Chao-Lam, avversaria diretta di quella di Singapore, Sim-Sim-Quah-Quah.
(Chissà se dalle loro parti c’è lo stesso trafiletto con i nostri cognomi… speriamo!)
La prima batteria della staffetta 4×100 mista mista è un elogio alla globalizzazione
E al tentativo del nuoto di coinvolgere sempre più Nazioni nel sistema dello sport acquatico. Si tratta di politica – allargare la base significa anche allargare il consenso – ma anche di un processo di globalizzazione sempre più evidente, nello sport come nella quotidianità.
Madagascar, Macau, Mongolia, Armenia, Aruba, Maldive, Rwanda, Repubblica Dominicana, Isole Faroer, Samoa: tutti hanno presentato due maschi e due femmine ed ognuno ha nuotato uno stile diverso, in una gara che è anche specialità Olimpica. È una cosa che va al di là del classico 50 stile nuotato in modo un pò naif. Se consideriamo poi che le Nazioni a punti a Singapore son state 50, mi sembra una cosa bella.
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4