Ho letto il reportage di Lorna Knowles “L’oscuro segreto del nuoto”, pubblicato da ABC (Australian Broadcasting Corp.) News, che tratta a fondo il caso di abusi sessuali subiti negli anni ’80 da Shane Lewis ed altri suoi compagni di squadra a Brisbane, Queensland.

Secondo le testimonianze raccolte dalla giornalista, il coach John Wright sarebbe stato autore di violenze fisiche ed abusi sessuali ai danni di ragazzini di 10/12 anni quando allenava alla piscina Chandler, grande polo natatorio di Brisbane sede tra l’altro dei Giochi del Commonwealth nel 1982.


Se siete intenzionati a leggere, voglio avvertirvi che si tratta di una lettura dolorosa, perché contiene informazioni davvero pesanti su quanto sembra essere stato un modo di fare radicato e, in qualche modo, anche accettato in piscina in quel determinato periodo storico.


 

John Wright sarebbe stato ripetutamente aggressivo e violento con i suoi atleti, al punto di arrivare a farli sentire in pericolo con le sue parole e, soprattutto, con le sue azioni. L’allenatore ospitava in casa alcuni ragazzi, tra i quali anche la figlia dell’ex primo ministro di Singapore, che ha ricordato di essere stata aggredita davanti a 13 testimoni, afferrata per il collo con entrambe le mani e sbattuta al muro e a terra ripetutamente.

A questo si aggiungono anche svariate accuse di violenze sessuali riportate da diversi atleti che ai tempi si allenavano insieme, tra i quali appunto Shane Lewis, morto suicida il 21 febbraio scorso e spinto al gesto, secondo quanto riportato anche dall’olimpionica Curry Lewis, sua cara amica, proprio dalle violenze subite in passato.

I ragazzi – che nel frattempo sono diventati uomini e donne, madri e padri – hanno tenuto tutto dentro ed hanno combattuto con i loro demoni per anni, fino a quando il peso non è diventato semplicemente troppo grande, per alcuni anche ingestibile.

Fatti di nuoto Weekly: vecchie e nuove idee

Gennaio freddissimo e infinito sembra ormai al termine, mentre il nuoto inizia a riscaldare le acque del 2025, con i primi risultati internazionali, e chiudere quelle del 2024 con gli ultimi premi. Tra idee nuove e storie vecchie, Fatti di nuoto weekly non vi lascia...

Tecnologia, scienza e passione per il nuoto le basi del progetto PACE

È stato presentato oggi, venerdì 24 gennaio, presso il Bocconi Sport Center di Milano, il progetto PACE - Performance Advanced Coaching Evolution - pensato per ottimizzare l'allenamento e migliorare le prestazioni degli atleti. A presentare il loro progetto tre...

Ho letto “Con la testa sott’acqua” di Cristina Chiuso

Cristina Chiuso è un personaggio difficilmente incasellabile in una sola categoria e proprio per questo davvero interessante. Nuotatrice professionista per 20 anni, è stata capitana della Nazionale italiana, ha vinto cinque medaglie a livello europeo e partecipato a...

Fatti di nuoto Weekly: il giro del Mondo

Trovare la motivazione è difficile, mantenerla alta e ricaricarla è ancora più complicato. E allora si ricorre al cambiamento, uno degli antidoti più sicuri contro la monotonia, uno stimolatore naturale di nuove sensazioni e di adrenalina. Il momento migliore per...

Speciale Master, 5 record al 28° Trofeo Forum Sprint

Il 2025 del movimento Master laziale riparte dal 28° Trofeo Forum sprint che si è disputato il 12 gennaio presso la piscina coperta del Circolo Forum Roma Sport Center. Sono cinque i record stabiliti durante la manifestazione che è stata vinta dalla Società...

Il Nuoto avrebbe (ancora) bisogno di Katinka Hosszú

Katinka Hosszú ha annunciato il suo definitivo ritiro dalle competizioni agonistiche. Nel 2025 compirà 36 anni, ha una bimba nata l’anno scorso e una bacheca interminabile di trionfi sportivi: il suo abbandono agonistico sembra una passo dovuto nella sua vita, una...

Nel caso c’è davvero tutto ciò che di pessimo si può immaginare in un ambiente che invece dovrebbe essere sano e sereno: oltre ai gesti inqualificabili del coach, che nel frattempo è sparito nel nulla, c’è l’immobilismo delle istituzioni, che sembrano non aver reagito con tempestività alle prime avvisaglie e si sono limitate ad alcune lettere di scusa, evidentemente non sufficienti ad aiutare gli interessati.

Il tutto avvolto da una sensazione di omertà che, sinceramente, è una delle cose più spaventose dell’intera vicenda. Se negli anni ’80 sembra, sempre stando alle testimonianze del reportage, che ci siano stati genitori che erano a conoscenza di questi fatti ma che hanno deciso di non denunciare per una non meglio specificata paura, questo atteggiamento ai giorni nostri non deve esistere.

Nessuno deve più avere paura di aprirsi, di parlare di ciò che succede e, se necessario, anche di denunciarlo alle autorità.

Queste solo alcune delle possibilità:

TELEFONO AZZURRO: 1 96 96

TELEFONO AMICO: 02 2327 2327

NUMERO VERDE PREVENZIONE SUICIDI: 800 860022

HELP LINE VIOLENZA E STALKING: 1522

Iscriviti alla newsletter