So che lo spettatore sportivo medio si divide tra “i cinesi sembrano tutti uguali” e “fanno la pipì blu”, con qualche sprazzo di “vanno forte perché bevono il brodo di tartaruga”, ma confido nei lettori di Fatti di nuoto Weekly, che hanno di sicuro una sensibilità allo sport ed al nuoto superiore alla media, e che quindi sono in grado di giudicare i risultati tenendo presente che nessuno è stato ufficialmente accusato di nulla, e che la WADA ha indetto un’inchiesta indipendente per indagare su quanto accaduto.
Nel frattempo, parliamo di nuoto nuotato che è meglio.
Inferno cinese
Dopo diverse avvisaglie, sembra essersi infiammata definitivamente la stagione del nuoto, soprattutto – ma non solo – grazie ai Campionati Cinesi. Ai Giochi mancano solo tre mesi e i tempi che arrivano da est sono buoni, buonissimi, a volte impressionanti. Troppo?
In mezzo al caos scatenato dal caso doping, i cinesi hanno nuotato i loro Trials e definito la squadra che volerà a Parigi 2024. In verità, se la notizia è stata data in pasto ai media per destabilizzare i nuotatori nel delicato momento in cui cercavano la qualificazione, l’effetto non sembra esserci stato. Nei nove giorni di gare a Shenzen, i nuotatori cinesi non si sono certo tirati indietro, mettendo a referto prestazioni che spaventano il resto del mondo del nuoto.
La copertina va a Pan Zhanle, che non solo ha nuotato un altro sub 47 nei 100 stile (46.97), ma ha anche dato un bel segnale nei 200, con un 1.45.68 che sembra preludio di qualcosa di più grande. Se teniamo conto che ha anche abbassato il suo personale nei 400 fino a 3.45.58, non viene difficile pensare che stia preparando un’Olimpiade dove vuole essere assoluto protagonista, nonostante debba ancora compiere 20 anni. L’obiettivo principale sarà sicuramente l’oro nei 100, seguito dalle staffette e da un probabile assalto ai 200, nei quali credo debba ancora esprimere tutto il suo reale potenziale. Se ci sarà un Popovici ai livelli del 2022 lo spettacolo potrebbe essere imperdibile.
I segnali dalla squadra maschile arrivano sia dai già affermati, come Wang Shun (1.55.35 nei 200 misti) o Xu Jiayu (52.39 nei 100 dorso), che dai giovani come Zhang Zhanushuo (2007), che ha vinto gli 800 in 7.47.84, ma anche da chi non era attesissimo, come Wang Changhao, 51.20 nei 100 farfalla, ottima notizia per la staffetta mista. È rimasto un pò nell’ombra il fenomeno Qin Haiyang, che con 58.24 nei 100 e 2.08.87 nei 200 rana ha nuotato tempi per lui normali, frutto di una strategia presumibilmente diversa dagli altri e incentrata completamente su Parigi.
Passando alle donne, non c’è dubbio che la prestazione dei campionati sia di Tang Qianting, che nei 100 rana ha nuotato 1.04.68 in semifinale e 1.04.39 in finale, avvicinandosi pesantemente al record del mondo e iscrivendosi di diritto nella breve lista delle favorite per la vittoria Olimpica. Il miglioramento della cinese è una pessima notizia per molte pretendenti alla finale e al podio – tra le quali c’è anche Benedetta Pilato – che ora vedono alzarsi pesantemente l’asticella anche solo per l’ingresso tra le otto.
Come Qin Haiyang tra i maschi, Zhang Yufei non aveva bisogno di chissà quali prestazioni in vista di Parigi, e si è quindi limitata a 56.36 nei 100 farfalla, 2.06.40 nei 200 farfalla, 24.30 nei 50 stile e 53.27 nei 100 stile. Si tratta di una pedina fondamentale per la squadra cinese, anche e soprattutto in chiave staffette, e quindi direi che un suo arrivo in formissima a Parigi è da dare quasi per scontato. Poi ci sono Yang Junxuan (1.54.37 nei 200 stile), Li Bingjie (pass per lei in tutte le gare del mezzofondo), e anche la sorpresa Ye Shiwen, qualificata nei 200 rana 2.22.55).
Il roster che esce dai Trials fa paura. Si tratta di una squadra che ha intenzione di migliorare il bottino di medaglie di Tokyo e di dare un gran fastidio a USA e Australia, portando via podi pesanti sia nelle gare individuali che nelle staffette. Ne vedremo delle belle.
Nel resto del mondo?
Non si dorme, anzi. Partiamo da Lukas Märtens, che con 3.40.33 fa tremare sia il world record dei 400 stile di Paul Biedermann (2009), che le mascelle dei suoi avversari, Hafnaoui, Winnington e Short su tutti. Se la tensione non prevale, i 3.40 potrebbero venire abbattuti a Parigi.
In Australia non dormono di certo, e ai Nazionali (che non sono i Trials, quelli arriveranno più avanti), ci sono stati temp di livello come 47.63 di Chalmers nei 100 stile, 2.03.84 di Kaylee McKeown nei 200 dorso e 1.53.57 (!!!) di Mollie O’Callaghan nei 200 stile, con Titmus seconda in 1.55.38. Per trattarsi di una gara che contava zero, niente male.
Ad Atene, nel frattempo, hanno gareggiato due dei più attesi italiani, Thomas Ceccon e Sara Curtis, lontani dalla finalizzazione ma pur sempre in un contesto internazionale di agonismo vero. Best times: 24.66 nei 50 stile per la velocista piemontese, 52.99 per il veneto nei 100 dorso. Per motivi diversi, l’hype Olimpico per loro due è alle stelle.
See you later!
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4