Direttamente dalla zona mista dell’Aquatic Centre, ecco le dichiarazioni di tre attesi protagonisti dei Mondiali di Singapore 2025.
Nicolò Martinenghi
È stata davvero dura dopo Parigi. È stato come un sogno diventato realtà, ma c’erano anche molte difficoltà nella mia mente. Mi sono fermato non per otto settimane, ma per cinque mesi e poi ho deciso di cambiare la mia vita. Mi sono trasferito a Verona, con un nuovo allenatore e nuove persone. Mi ha aiutato a riscoprire come godermi la vita, il mondo del nuoto. Ora posso dire che sono pronto per tornare a spingere ancora. Mi sento bene.
Verona è una città bellissima, è la città dell’amore, ma quando fai un cambiamento non sai mai come va a finire. Nel mio caso sta andando tutto molto bene. Ho fatto un anno di rincorsa, ho azzerato tutto e mi sono messo in gioco. All’inizio ho fatto molta fatica ad assimilare i nuovi metodi, arrivavo a casa sfinito e invece che cucinare mi risvegliavo alle 2.30 di notte sul divano. Fisicamente ho fatto fatica a ritornare in forma, ma sapevo anche che era la strada giusta. Non ho scelto Matteo Giunta a caso, la mia decisione era ponderata, sapevo che lui poteva gestire la mia situazione al meglio, grazie alla sua esperienza. Ci tengo a sottolineare che prima mi trovavo altrettanto bene, ma era arrivato il momento di cambiare dopo tanti anni e tante soddisfazioni.
Quando vinci una medaglia d’oro hai la sensazione che nessuno possa toccarti o batterti, ma non è così. È solo una medaglia. Per vincere ancora bisogna ricominciare da capo. Sono felice di nuotare i 50 metri ma per me non è cambiato nulla. I 50 sono un’altra gara per cui prepararsi, continuerò a fare il mio lavoro, che è nuotare da A a B nel minor tempo possibile. Questo è un nuovo obiettivo: un velocista ora può essere due volte campione olimpico.
Florian Wellbrock
I Giochi Olimpici di Parigi sono stati duri per me, non ho raggiunto ciò per cui mi ero allenato. Hofattoavuto una pausa davvero lunga dopo Parigi, otto settimane, perchè non ero sicuro di voler tornare di nuovo in acqua. Ma dopo otto settimane di recupero abbiamo deciso, insieme al mio allenatore, di provare ad arrivare fino a LA 2028. Ho lavorato molto con un nuovo mental coach e penso di aver trovato un buon modo per tornare.
Abbiamo davvero un ottimo spirito nel nostro gruppo di allenamento. Gareggio o mi alleno ogni giorno fianco a fianco con Lucas Mertens e Oliver Klemet, e questo rende ogni giornata di allenamento come una competizione. Cerchiamo di spingerci a vicenda ai massimi livelli ed è la chiave per essere ai vertici della scena mondiale.
Noè Ponti
È stato davvero speciale per me battere quel record del mondo nei 100 farfalla. Nei 50 l’avevo già fatto quattro volte, nel 2020, quando Caeleb Dressel l’ha fatto per la prima volta, ho pensato che sarebbe stato praticamente impossibile. Ma eccoci qua, ce l’ho fatta. Non era così impossibile, devi solo credere in quello che stai facendo e tutto è possibile se ti alleni e ci credi.
Con l’ingresso dei 50 nel programma Olimpico ho una possibilità in più di vincere. Non so se nuoterò di nuovo i 200, ma potenzialmente ho tre gare su cui posso puntare per una medaglia. Ciò non significa che il mio allenamento sia cambiato o altro, non mi sono mai allenato per i 50, quindi per me l’attenzione non è mai stata sui 50. Ma sono sempre stato in grado di nuotarli velocemente. Continuerò ad allenarmi per i 100, forse i 200 e i 50 arriveranno con esso.