Editoriale a cura della Redazione
E’ vero, siamo quasi a primavera e ancora non siamo arrivati al periodo della fioritura, eppure gli starnuti sono già volati e tutti di corsa, in coro, a starnutire. Perché tutto questo frastuono?
Perché si leggono titoli, o giusto due commenti qua e là, in cui molti sono pronti a puntare un dito accusatore verso quattro nuotatori Master. Atleti che per negligenza, dimenticanza o ignoranza (del Regolamento) non hanno presentato preventivamente una documentazione medica valida prima della loro gara in un weekend di divertimento e spensieratezza, durante una manifestazione del circuito Supermaster. Colpa loro? Per quanto riguarda la mancata informazione sicuramente sì: del resto “ignorantia legis non excusat”, ossia “chi ignora la legge non è scusato”.
Tutti si sentono in diritto, naturalmente, di dire la loro: questo è il bello e il brutto dei social network o di blog di autorevoli firme dove, senza un minimo di informazione, viene buttata in caciara una notizia che dovrebbe essere trattata con i guanti di velluto, quanto meno per una questione di sensibilità verso le persone che sono state tirate in causa. Anche noi in passato siamo incappati nel tranello di riportare dei fatti con la fretta di essere sul pezzo e magari peccando un po’ di ‘tatto’, ma cerchiamo di fare ammenda e non sbagliare più.
Non vogliamo, e non possiamo allo stato attuale farlo, entrare nel merito del perché o del per come queste persone siano finite sotto la gogna mediatica, né del motivo per cui adesso vengano additati come “i dopati” dell’ultima ora, permettendo così di evitare di sorvolare su chi abusa di questa nefanda pratica a livelli professionistici. Cercheremo, piuttosto, di informare correttamente su quali sostanze siano state assunte da questi atleti e con quali fini possono essere assimilate a doping.
Inoltre, argomento che ci sta particolarmente a cuore, sul fatto che sebbene in tema doping vi sia stata una campagna di informazione molto dettagliata sia da parte nostra che di Swim4Life, continua a esserci molta ignoranza in materia, in particolare riguardo all’obbligo di presentazione di documentazione in caso di assunzione ai fini terapeutici di farmaci che rientrano nella lista dei farmaci considerati dopanti. Per chi volesse ulteriori informazioni riguardo questo argomento, riportiamo il link dei due principali articoli redatti sull’argomento:
Articolo MasterSwim – Articolo Swim4Life
Nel caso in questione, i farmaci che sono stati rilevati nei campioni in esame sono stati i seguenti:
Idroclorotiazide e Clorotiazide: appartengono alla classe dei farmaci diuretici “tiazidici” che agiscono sul tratto distale del rene. Tra i principali effetti inibisco il co-trasporto del sodio e cloro. Vengono utilizzati prevalentemente a scopo anti-ipertensivante o anti-edemigeno.
Effetto Dopante: I diuretici sono proibiti nelle competizioni in quanto agiscono da agenti mascheranti ovvero si comportano da farmaci assunti con il solo scopo di nascondere la presenza di altre sostanze dopanti. Nella fattispecie i diuretici, diluendo l’urina, inducono indirettamente a una determinazione di livelli inferiori della sostanza proibita espulsa dall’organismo.
Tamixofene: è un antitumorale, appartenente alla famiglia dei modulatori selettivi del recettore degli estrogeni. Il farmaco agisce come agonista parziale del recettore per gli estrogeni inibendone gli effetti (questo spiega il perché sia utilizzato in tumori al seno).
Effetto Dopante: Tali farmaci non hanno alcun effetto sulle prestazioni fisiche di un atleta. Tuttavia negli atleti maschi che abusano di steroidi androgeni anabolizzanti si ha la soppressione degli effetti collaterali biomedici causati da questi ultimi. L’abuso di SERM (Selective estrogen receptor modulator) può provocare ginecomastia, per cui si tenta di attenuare questo effetto mediante l’uso di antiestrogeni, riducendo la sintesi degli ormoni sessuali femminili.
Betametasone: è appartenente alla classe dei glucocorticoidi (cortisolo). I glucocorticoidi vengono secreti normalmente secondo un ritmo circadiano. La loro secrezione aumenta in condizioni di stress di varia origine, fisica o psichica, dell’organismo.
Effetto Dopante: Il farmaco può innalzare il tono dell’umore, alzare la pressione sanguigna e aumentare la concentrazione di globuli rossi nel sangue, ergo creare un rendimento migliore all’ atleta agonista. L’atleta avrà un’aumentata capacità a sopportare la fatica e sarà più propenso a effettuare lo sforzo.
Il caso di Carla è sicuramente il più eclatante: trovata positiva al Tamoxifene racconta sul quotidiano siciliano Meridionews la sua lotta contro al tumore al seno iniziata nel 2013. Simona e Alessandro invece risultati positivi ai “diuretici” sono da anni in cura per ipertensione e altre patologie. Al momento dell’esame anti-doping hanno tutti correttamente dichiarato l’assunzione dei farmaci sotto accusa, ma nessuno di loro era a consocenza del necessità di produrre preventivamente la certificazione di Esenzione a Uso Terapeutico (TUE). Nessuno di loro avrà problemi a generare la documentazione necessaria a comprovare la necesità di utilizzare questi farmaci, ma forse tutta questa visibilità indesiderata poteva essere evitata.
Se siete arrivati a leggere fino a qui, forse, adesso avete un’idea più strutturata sui fatti, e speriamo condividerete con noi il nostro punto di vista: quando vi è una sospensione cautelare non è possibile dare un giudizio prima che siano stati condotti i dovuti accertamenti. Riteniamo una grossa e controproducente forzatura paragonare il comportamento “sbadato” di quattro adulti, agli estremi limiti del doping sfrenato del ciclismo, come purtroppo è capitato di leggere in rete. E ammiriamo la tenacia di Carla che ha voluto rispondere pubblicamente a quanto detto con una lettera aperta: “La gara, la gioia, il dolore“. Ricordando però le parole del Dottor Marugo (leggi QUI l’intervista), siamo davanti a evidenti casi di “doping involontario”.
Tornando a monte di questo Editoriale, non vogliamo schierarci pro o contro, ma altresì sottolineare come ancora oggi, in particolare nel settore Master, vi sia una evidente mancanza di informazione da parte dei tesserati. Vuoi perché in pochi si auto-informano, vuoi perché le Società non mettono al corrente i propri tesserati o per altre motivazioni ancora: fatto sta che non c’è abbastanza consapevolezza del fatto che la categoria Master, essendo parte integrante della Federazione Italiana Nuoto, rientra a tutti gli effetti all’interno della regolamentazione dettata dal CONI in fatto di disciplina Antidoping, che si sia d’accordo o meno. E questo è un fatto indiscutibile. Detto ciò, casi di leggerezze non accadono unicamente tra le file dei nuotatori Master, ma talvolta si riscontrano anche nella massima categoria nonostante vi siano spesso medici più che qualificati a supporto degli atleti (ricordiamo per esempio il caso di un atleta di livello nazionale che venne fermato per l’assunzione di un collirio).
Permetteteci infine un’ultima, amara, considerazione: tanto è lo sforzo nel cercare di tenere informati gli atleti Master, tramite articoli da parte nostra e di altri media di settore, tanto appare inutile in simili circostanze il lavoro che viene svolto senza una dovuta campagna d’informazione da parte dalle Federazioni, delegazioni regionali, Società e organi competenti. Basterebbe fare veramente poco affinché casi del genere non si ripetano più in futuro!