I Trials 2018 sono terminati , mandando agli archivi un’altra edizione degli Assoluti nella quale le grandi aspettative della vigilia non sono state disattese.
Il metodo di selezione per gli Europei di Glasgow, per gli Eurojunior e per i Giochi del Mediterraneo ha reso ancor più centrale la rassegna riccionese, con il top del nuoto italiano sia giovanile che assoluto presentatosi in gran spolvero e determinato a centrare gli obiettivi.
Ma andiamo ad analizzare i numeri di questo Assoluto 2018.
I primi dati, quelli riguardanti le presenze, ci confermano il trend positivo già osservato ai Criteria.
Il 2018 è l’anno con più presenze gara, con più atleti iscritti e con più società rappresentate dell’ultimo quadriennio; solamente il numero delle staffette è in calo, 89 contro le 101 del 2017.
La qualità è andata di pari passo con la quantità?
Campioni a confronto
Nel settore femminile la campionessa 2018 ha nuotato il miglior tempo delle ultime 5 edizioni in ben 7 occasioni, pari al 41% del totale. Impietoso il confronto con il 2014, l’annata europea paragonabile a quella in corso: il 2018 vince 11 a 6 (e due di queste gare erano 200 e 400 stile vinte da Federica Pellegrini).
Tra i maschi, invece, quest’anno i campioni hanno nuotato il miglior tempo del quinquennio solo in quattro occasioni, 50 e 100 rana di Fabio Scozzoli e 50 e 100 stile di Vergani e Miressi. Mettendo però a confronto il 2018 con il 2014, l’edizione appena conclusa esce vincitrice per 10 a 6 con 1 ex-aequo: 100 dorso, Ceccon e Ciccarese a 53”94.
Rimangono aperte quattro strisce vincenti: Federico Turrini, perde i 200 misti ma mantiene inalterata la sua marcia nei 400 misti, Luca Pizzini nei 200 rana, Ilaria Bianchi nei 100 farfalla e Gregorio Paltrinieri nei 1500 (tutti imbattuti almeno dal 2013). Perde l’imbattibilità, invece, Piero Codia, che portava avanti una striscia vincente nei 50 farfalla.
La Nazionale per Glasgow
Detto questo, è arrivato il momento di scoprire quanti atleti hanno staccato il biglietto per Glasgow.
Le gare individuali qualificate sono 46, 21 maschili e 25 femminili, per un totale di 29 atleti, 15 maschi e 14 femmine, ai quali aggiungiamo i due qualificati per la 4×100 stile maschile (Zazzeri e Vendrame).
Di tutte queste prestazioni, ben 35 – indicate in arancione – sono state al di sotto del tempo limite richiesto dalla Federazione, 15 maschili e 20 femminili.
11 invece i Campioni Assoluti che si qualificano in virtù della vittoria ma non del tempo limite (in blu), 6 maschi e 5 femmine.
Non si sono qualificate, seguendo i criteri della tabella limite, entrambe le 4×200 e la 4×100 stile femmine: sarà determinante la decisione del D.T. Cesare Butini in seguito anche ai prossimi impegni internazionali.
L’Età media dei finalisti
In un’annata cruciale per la formazione dei primi prospetti verso Tokyo 2020, la spinta giovane si è fatta ancor più sentire.
In campo maschile, ad esempio, nel 2017 la media età di tutti i finalisti era di 23,66 anni, mentre quest’anno scende decisamente e si assesta a 22,01. La gara più giovane sono i 200 farfalla, con una media età di 20,13 anni, mentre la più vecchia sono i 50 rana, 24,13.
Se l’anno scorso l’unico millennial in finale era stato Thomas Ceccon, quest’anno ne abbiamo addirittura 16, con perfino tre titoli, due dello stesso Ceccon – 100 dorso e 200 misti – ed uno di Federico Burdisso (entrambi nati nel 2001): un cambiamento epocale.
Con il ritiro di capitan Filippo Magnini, la palma di più “anziano” finalista passa ad un altro che di nazionale se ne intende, Mirco Di Tora, nato il 19 maggio 1986 e settimo nei 50 dorso, mentre il campione meno giovane è l’attuale capitano, Federico Turrini, che vince i 400 misti.
Le donne confermano il trend ed abbassano la media età delle finaliste da 21,97 del 2017 a 21,22 del 2018, ma hanno una forbice di età molto maggiore rispetto ai colleghi uomini.
La finale più giovane è infatti quella dei 200 misti, 18,25 anni, mentre la meno giovane quella dei 100 stile, 24,5, gare alle quali corrispondono anche la campionessa più giovane – Ilaria Cusinato, classe 1999 – e la più esperta Federica Pellegrini, classe 1988.
Nessuna delle ben 26 millennial (35% di tutto il parterre) presenti nelle finali è andata alla vittoria, ma il record di più giovane finalista e medagliata di tutti gli assoluti va a Benedetta Pilato, bronzo nei 50 rana a soli 13 anni.
La veterana delle finaliste è, invece, Erika Ferraioli, nata il 23 marzo 1986 ma autrice in questi Assoluti di due secondi posti.
Record e migliori prestazioni
Due i record italiani migliorati: Fabio Scozzoli lima sensibilmente (18 centesimi) il limite nei 50 rana portandolo a 26”73 mentre in apertura di 4×100 mista Margherita Panziera abbatte il muro dei 60 secondi nei 100 dorso – 59”96 – non ripetendosi, però, nella gara individuale.
Ma quali sono state davvero le prestazioni migliori dei campionati?
Abbiamo provato a dirlo dando delle pagelle, un voto ad ogni Campione, basato sul paragone del tempo effettuato per vincere il titolo prima con il Record Italiano e poi con il Record del Mondo.
Il migliore di questa graduatoria è Fabio Scozzoli, che migliorando il record italiano totalizza un punteggio di 10,07, con Ilaria Cusinato che si ferma a 9,999 ma soprattutto a 1 centesimo dal record di Alessia Filippi nei 200 misti datato 2009.
I “peggiori” sono Stefania Pirozzi, che nei 200 stile si ferma a 9,44 (ma si scontra con il mondiale della Pellegrini) e Domenico Acerenza nei 400 stile (9,47), autore comunque di un ottimo 3’46”27.
Spostando l’asticella il più in alto possibile, per precisione al record del mondo, le cose cambiano sensibilmente.
Il migliore è Gregorio Paltrinieri, che nuota un (per lui) normale 14’50″ nei 1500 totalizzando comunque 9,78 punti; tra le donne la spunta Federica Pellegrini, avvicinandosi al muro del minuto nei 100 dorso (9,68 punti).
Peggio di tutti, da questo punto di vista, ha fatto tra le donne Elena Di Liddo, che nei 50 farfalla si ferma a 9,23, e tra gli uomini Filippo Megli, 9,46 nei 200 stile.
Il movimento azzurro sembra ormai aver digerito il metodo Trials all’italiana fornendo in questi Assoluti un’altra decisa scossa verso il futuro.
Nonostante le pesanti assenze causa infortuni di campioni in carica come Detti e Martinenghi tra i maschi e Di Pietro e Verona tra le femmine, la Nazionale è quasi completa: destinazione Glasgow 2018.
(Foto copertina: Fabio Cetti | Corsia4)
Analisi interessante. Non sono però molto d’accordo sulla “valutazione” delle prestazioni espressa in proporzione ai record, in quanto, come fatto in parte notare nell’articolo, è un metodo suscettibile di prestazioni isolate da parte di atleti dominanti in alcune gare (vedi record della Pellegrini nei 200, peraltro in gomma come molti altri record italiani e internazionali, o i tempi di Peaty nella rana, di Sjoestroem nel delfino e di Hosszu nei misti, per fare qualche esempio), credo sarebbe più interessante un confronto con un tempo che rappresenti il livello attuale delle competizioni internazionali (ad esempio una media dei tempi da podio dell’ultima finale mondiale o dei primi tempi del ranking della scorsa stagione, o anche solo il primo dei tempi di una delle due classifiche citate, quantomeno per attualizzare il confronto). Inoltre, ma questa è una sottigliezza, mi sembra giusto rimarcare che per quanto effettivamente in 11 gare il pass sia stato staccato senza tempo limite, che resta il dato più rilevante, tre dei vincitori di queste gare abbiano comunque ottenuto il tempo in altre gare (Ceccon nei 100do, Vergani nei 50sl e Di Liddo nei 50fa). In ogni caso complimenti ancora per l’articolo!