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Vimercate, sabato 14 marzo 2009, Trofeo Carlo Cavaliere.
Io, questa persona, la conosco. Ma dove l’ho già vista? Sono abbonato al “Mondo del Nuoto” dal 1986,
l’avrò vista lì da qualche parte…ma in che veste? Non mi ricordo di nuotatrici lombarde degli anni 80/90
con quella fisionomia…
Alla fine, l’illuminazione (aiutata, non ci sarei mai arrivato): è Manuela Carosi, grandissima dorsista
degli anni 80…di Roma. Cosa ci farà da queste parti? Qualche domanda, una chiacchiera tira l’altra, una
bella foto con gli altri ex-nazionali presenti a bordo vasca e nasce l’idea di una piccola
intervista. Qualche domanda e molte belle risposte…
Qual è il tuo ricordo più bello in vasca?
Alla fine della mia carriera, nel 1989, agli Europei di Bonn con la staffetta mista. Avevo detto addio
al dorso già un anno prima, dopo le olimpiadi di Seoul, e mi ero cimentata con successo nel delfino
guadagnandomi il primo posto agli italiani del ’89 e quindi la presenza come staffettista nel quartetto
misto azzurro! In Nazionale agli Europei feci bene sia la gara singola del delfino che quella in staffetta.
Mi ricordo che eravamo le solite “vecchie “ presenze : Vigarani, Dalla Valle,Carosi e la Persi, ma questa
volta facevo il delfino e la mia eterna rivalità con la “Viga” era sparita perché avevamo un obiettivo in
comune: una grande staffetta. E’ stato un ricordo intenso , una gioia comune ma anche personale, la
realizzazione di un sogno inseguito per anni e manifestatosi con un meraviglioso 2° posto, una medaglia a
lungo attesa…
E quello più brutto?
Nel 1988, l’anno dell’olimpiade di Seoul. Un anno difficile, (andavo bene negli anni dispari… non so
perché) volevo a tutti i costi partecipare alla mia terza olimpiade e fino a prima del collegiale non ero
sicura di esserci (nonostante la mia vittoria a dorso agli assoluti estivi). La gara individuale a Seoul è
stata molto impegnativa. Nelle batterie del mattino non ero andata bene (la mattina ero ferma!..) ma
mi qualificai lo stesso per la finale B con il 16° tempo a pari merito, cosi dovetti fare lo spareggio per
l’accesso in finale. La giornata non finì lì perché feci lo stesso tempo al centesimo della mia avversaria(!)
così i giudici mi dissero che dovevo di nuovo fare lo spareggio. Una mattinata davvero lunga, ma alla fine
il mio orgoglio prevalse e mi guadagnai finalmente un posto in finale B
<*>. Mi ricordo perfettamente
come se fosse stato ieri la stanchezza e la fatica che sentivo ma la mia avventura non poteva finire
così. Era stato un anno difficile ed io volevo vincere la mia battaglia personale, così raccolsi tutte le
mie forze, la mia energia mentale e nuotai in finale con tutta la determinazione e la grinta possibile.
Volevo fare bene, vincere la finale B , non ci riuscii per pochissimo, arrivai terza e davanti soprattutto
alla mia grande rivale Vigarani, così mi dissi: “OK, dopotutto qualcosa di buono l’ho fatto per me e dopo
tre gare al mattino non è così male questo risultato”. Ero convinta che quel risultato valesse il diritto a
partecipare alla staffetta mista, ma non fu così. Diedero la possibilità alla Vigarani di poter migliorare
la sua prestazione e fare meglio di me durante le batterie del mattino della staffetta mista e successe
proprio questo… Non immagini il mio disappunto, il non avermi difeso e sostenuto da parte del mio
allenatore (che era lì), la completa delusione verso tutti e tutto. Da allora dissi addio al dorso, volevo
chiudere definitivamente un capitolo della mia vita che mi ha dato tanto ma che purtroppo è finito male.
<*> Manuela CAROSI vs. Karen LORD (AUS): 1.04,69 vs. 1.04,69 – 1.05,05 vs. 1.05,05 – 1.04,62 vs.
1.04,75. In finale B Manuela fece poi 1.03,80.
Perché hai cominciato a nuotare, come e quando?
A cinque anni insieme ai miei fratelli (una sorella più piccola e un fratello più grande), per problemi alla
colonna vertebrale, sotto consiglio del medico.
Perchè hai smesso? Avresti continuato? Magari fino a Barcellona 92 o Roma 94?
Il cambiamento drastico, dal dorso al delfino, mi ha portato a grossi problemi alla schiena (la parte
lombare) e spesso nell’ultimo anno mi bloccavo completamente, non potevo reggere per molto tempo.
Sicuramente avrei potuto continuare per qualche anno ma a che condizioni, e poi la soddisfazione
nell’ultimo anno a delfino con la staffetta mista mi aveva del tutto appagato così nel ‘90 (anno della mio
stop definitivo) non avevo sinceramente più obiettivi.
Hai nuotato ad alto livello negli anni 80, hai visto da vicino le nuotatrici che hanno dominato le vasche
tra gli anni 70 e gli anni 80, non posso esimermi dall’affrontare un argomento delicato: il doping. *Io ho
provato a ripulire gli annali dalle prestazioni sicuramente “aiutate” (Germania Est, Bulgaria, Romania,
URSS i casi più eclatanti, ma del nuoto occidentale poco si sa e, soprattutto, poco si dice) e i medaglieri
cambiano. L’Italia, in particolare se ne avvantaggia, e parecchio. Ti senti in qualche modo scippata,
defraudata di qualcosa che sul campo avresti meritato?
Ero proprio una ragazzina di 15 anni e fare un’olimpiade con finale e poi gli europei juniores arrivando
seconda alle spalle di Rica REINISCH (campionessa olimpica) era una grande impresa, purtroppo
poco vissuta e compresa da parte mia. Noi ragazze di quegli anni (‘80-‘90) avevamo sempre i mostri
tedeschi e altri…davanti a noi. Io le vedevo come un pianeta sopra di me, non le prendevo troppo
in considerazione perché sapevo che non erano “pulite” e i miei risultati alla fine avevano un valore
relativo; ma non aveva importanza per me perché io ero consapevole del mio valore, e della mia onestà
sopra ogni cosa. L’anno successivo, poiché non la vidi più, chiesi notizie della REINISCH agli allenatori
tedeschi e mi dissero che non stava bene. Almeno 15 anni dopo lessi un articolo dell’Espresso su di lei.
L’anno dopo l’olimpiade di Mosca era stata così male da rischiare addirittura la vita per tutto quello che
aveva preso, era una ragazzina e non sapeva quello che le davano.. Si era ripresa con difficoltà e aveva
quasi compromesso la possibilità di diventare mamma. Alla fine dopo tanti anni ci è riuscita e questa è
stata la sua battaglia e vittoria più grande.
Veniamo alla seconda, e di sicuro più importante, “carriera”, la famiglia. Quanti siete? Che sport fanno i
tuoi bimbi? Li porti/li hai portati in piscina? Li hai tenuti ben lontani dal nuoto agonistico?
Siamo in 5 di cui 3 piccole pesti. Li ho avuti vicini,7, 5 ½, e 4 anni (era quello che volevo) e sicuramente
danno molto da fare. Servono molta pazienza ed energia…, non sono più una ventenne. Vanno in piscina
perché voglio che imparino a nuotare e ad essere autonomi in acqua. Sono ancora piccoli, quindi è
ancora presto capire i loro interessi, di sicuro i maschietti, i due più grandi, preferiscono il calcio che
stanno praticando. La femmina … beh è peggio di loro! Se poi scegliessero di fare nuoto agonistico, non
potrò impedirglielo.
Cosa può averti trascinato a vivere in Brianza dalla tua Roma?
Inizialmente ho seguito mio marito che si è trasferito a Milano per lavoro, così sono ritornata nel
mondo del nuoto dopo un lungo periodo (7 anni) per allenare la squadra di Seregno. E pian piano ho
ricominciato a nuotare ma solo per rilassarmi, per fare esercizio e per sentirmi bene.
A proposito, parliamo anche della tua terza “carriera”. Ora alleni vero? Cosa ti ha indotto a ritornare a
frequentare una vasca? Lo facevi anche prima?
Attualmente alleno la squadra agonistica di Oggiono (N.C. Stendhal), e comunque preferisco piccole
realtà, dove mi sento più vicina ai ragazzi e ai genitori, dove mi metto sempre in gioco, aiutando
a crescere i ragazzi, trasmettendo i valori positivi che lo sport ti può dare e, allo stesso tempo,
insegnando a rifiutare tutto quello che significa barare.
Infine, qual è la cosa più importante che ti ha lasciato il nuoto agonistico, quella cosa per cui diresti ad
un ragazzino di praticarlo?
Indubbiamente la passione.
A livello individuale ha ottenuto 12 titoli assoluti (8 nei 100 dorso, 2 nei 200 dorso e 2 nei 100 farfalla);
10 titoli indoor (4 nei 100 dorso, 5 nei 200 dorso e 1 nei 100 farfalla) e 6 primati nazionali (4 nei 100
dorso, 2 nei 200).
Nei 100 dorso è stata ottava alle olimpiadi di Mosca 1980, seconda ai campionati europei juniores del
1980, finalista ai campionati europei 1981, 1985 e 1987. E’ stata inoltre finalista B ai mondiali 1982, alle
olimpiadi 1984 e 1988 e agli europei di casa del 1983.
Nei 100 farfalla è stata finalista (sesta) ai campionati europei 1989.
Con la 4×100 mista ha raggiunto la finale alle olimpiadi del 1984 e agli europei 1981, 1983, 1985 e 1989,
in quest’ultima occasione con tanto di argento, alle spalle della solita GDR (VIGARANI 1.03,90 – DALLA
VALLE 1.09,56 – CAROSI 1.01,65 – PERSI 55,67).