Questo è un post lungo, ve lo anticipo. Parlerà di viaggi, di stanze col bagno privato, di Gran Premio di Formula 1, di nuoto, ovviamente, e del compleanno del vostro beniamino Cloro cuffia. Quindi fatelo per lui, leggete fino in fondo.

Scrivere la sua “rubrica” al posto suo è parte del mio regalo, ed è  anche un modo per raccontare quello che lui non vi racconta: non la cronaca di un nuotatore improvvisato in un mondo di gente che fa sul serio, ma di come il nuoto sia diventato la sua nuova grande passione, vissuta anche lontano dagli specchi d’acqua.

Intanto sono sicura di averglielo già chiesto ma ho scordato la risposta sul perché sia entrato direttamente nei Master… nel senso, non andava bene fare prima un corso di nuoto canonico per mettere a posto un po’ la tecnica? No, siamo partiti subito con allenamenti durissimi tra gente bravissima e motivatissima. Eh ma lui è  Cloro Cuffia signori, la costanza e la determinazione non gli difettano,  tanto che sono rimasta sgomenta quando, parlando con uno dei suoi soci della prima corsia, mi ha detto candidamente che lui agli allenamenti del sabato non andava. Mai. Che cosa? Ma senza pagare una penale? Senza ripercussioni sui parenti più prossimi? Senza neanche uno sfregio sulla macchina? Cioè mi stai dicendo che uno LIBERAMENTE può decidere di saltare un allenamento? Beh,  non lo credevo possibile, tutto qua. Per cloro cuffia saltare un allenamento non è un’opzione contemplata. E siccome al contrario di lui io non sono molto costante e ho fatto fatica, per dire,  a resistere a 3 ore di concerto di Bruce Springsteen  (oh senza offesa Boss, sono io il problema, non tu!), capite quanto la sua determinazione a sottoporsi a 3 allenamenti settimanali dai quali torna fresco come un reduce del Vietnam sia ai miei occhi quantomeno ammirevole.

Tempo fa gli ho detto: per il tuo compleanno sarebbe carino andare da qualche parte, prendiamo qualche giorno lontano da ponti di Pasqua o 1 maggio così magari spendiamo meno e non c’è tanta gente in giro. Questo il succo del mio ingenuo, infantile e ignaro pensiero.

Salta fuori una buona offerta per un volo per Barcellona: fantastico, penso io! A Barcellona avevo fatto L’Erasmus solo 15 anni fa, ma comunque un pochino me la ricordo ancora. .. Mio amato Cloro (lo chiamo così anche a casa, giuro! ), ti prego, fai pagare me l’albergo per festeggiare degnamente il tuo compleanno! Guarda, davvero, ci tengo. Lo scelgo nella zona dove abitavo io, fighissima,  vedrai…

Inizio le ricerche su Booking, e già dalla primissima occhiata mi sembra che ci sia qualcosa che non va…qualcosa tipo i prezzi. Abnormi. Vuoi vedere che quel fine settimana di maggio ci sarà non so, una convention dell’elettronica o qualche grande fiera? No. Molto peggio. Quel fine settimana di maggio, per noi votato unicamente ai festeggiamenti del compleanno cloresco, ci sarà il Gran Premio di formula 1. Barcellona sarà letteralmente murata di gente e trovare una stanza per la quale non ci si debba portare le lenzuola da casa a un prezzo non dico ragionevole ma umano è stata un’impresa.

Ecco perché il mio pensiero e’ stato ingenuo, infantile e ignaro. Soprattutto ignaro. Ma anche ingenuo.

Comunque… risolto brillantemente il problema della stanza prenotando in un bed and breakfast  che come incommensurabile “amenitie” ha il bagno in camera ( quindi stiamo a due regali attualmente: scrivere la rubrica al posto tuo e una stanza con bagno privato a Barcellona ), si pone la questione di dove andare andare a mangiare in quei giorni. Credetemi, per me non è una faccenda da prendere sotto gamba o che, peggio ancora, si possa improvvisare: io plano sui posti che visito con la precisione ( e di solito anche con la fame, ora che ci penso), di un rapace, intenzionata a carpirne il meglio nel breve tempo che ho a disposizione. Quindi, per quanto riguarda Barcellona, le tappe da Los Caracoles,  da Quimet i Quimet e alla Xampanyeria le do per scontate, ma siccome mi sento magnanima ho pensato di chiedere anche a Cloro di pensare a un posto dove gli facesse piacere mangiare. Risposta: a me piacerebbe trovare un posto dove poter nuotare.

Ma stiamo via 3 (parolaccia) di giorni, che (parolaccia) devi andare andare a nuotare? Penso io, che, e a questo punto mi è evidente, mi sfugge qualcosa… eppure, mettendo insieme un po’ di indizi e segnali degli ultimi tempi, si va delineando un quadro sempre più chiaro: la trasformazione da bagnante a nuotatore, almeno nella sua testa, indipendentemente da risultati e classifiche, ormai è avvenuta. Lui ci scherza sopra con voi, non si prende troppo sul serio, ma ormai è così: si sente un nuotatore!

E non tanto, e non solo, per la collezione di cuffie che possiede ( e’ l’Imelda Marcos delle cuffie, a voler essere proprio onesti ), ma nel modo compiaciuto con cui mi dice che certe magliette, prese prima di iniziare ad allenarsi, non gli vanno più, perché lui ora ha le spalle da nuotatore. Si vede no che sono un  nuotatore? Mi chiede a volte… Sì, Sei bravissimo, gli dico io. E lo penso davvero.

Tempo fa, durante un viaggio in Vietnam, ci siamo concessi il lusso di farci fare un abito su misura: mentre io sceglievo la stoffa per il mio vedo lui che discute con una signora vietnamita alta un metro e venti col casco del motorino in testa pronta a schizzare per andare a realizzare il nostro ordine… lei armeggiava con il metro da sarta per prendere le misure delle spalle di Cloro che, lo sento distintamente,  le dice “You know, I’m a swimmer”. Lei, come tutti gli asiatici quando si trovano in situazioni imbarazzanti, scoppia a ridere. Eh no bella, non si fa così! Vi vorrei mostrare le foto di quella vacanza: sembra che il vostro amico abbia partecipato a qualche campionato indocinese di nuoto perché si è buttato in ogni luogo, in ogni lago, piscina o tratto di mare anche solo vagamente balneabili, sempre con lo stesso entusiasmo con cui va agli allenamenti.

Più che altro sembra che sia solo: io non ci sono mai, in nessuna foto. Ma io, oltre a essere dietro lo smartphone che lo ha immortalato, in realtà  c’ero, come ci sono ogni volta che torna da gare o allenamenti: fare il tifo per Cloro è una cosa seria, e questa volta la determinazione e la costanza ce le metto, perché se le merita.

Auguri Cloro.

Ti voglio bene.

Però a Barcellona non rompere che vuoi andare a nuotare, ok? 🙂