E’ di ieri la notizia di un possibile ritorno alle competizioni di Grant Hackett, una delle stelle e leggende del nuoto australiano. Ripercorriamo la sua carriera ri pubblicando questo articolo celebrativo e documentario sul grande canguro della Gold Coast.
Febbraio 2000. Sidney, Australia.
Siamo alla vigilia dei trials. La Corte Arbitrale dello Sport, con sede a Losanna, ha già dichiarato legale l’uso del Full Body Suite FASTSKIN SPEEDO (guarda caso, si comincia sempre da questa marca…) e, di conseguenza (quella volta…), dei suoi consimili.
Tra i canguri, la stella delle vasche clorate, il 17enne Ian Thorpe, chiede alla propria nazionale di poter utilizzare il suo Full Body, ADIDAS, avendo egli firmato un contratto in esclusiva con l’omonima ditta e ipotizzando che i full body siano a tutti gli effetti un “equipaggiamento tecnico” (ops…).
Intanto, il presidente del Comitato Olimpico Australiano, John Coates, tuona contro il tradimento dello spirito olimpico perpetrato dagli sponsor e minaccia di non convocare i nuotatori che si qualificheranno utilizzando i costumi di nuova generazione. La federnuoto australiana non è ovviamente dello stesso avviso, visti i soldi provenienti dalla Speedo, e, a sua volta, minaccia azioni legali contro il comitato olimpico.
Tutto fumo, le polemiche si sgonfiano e non lasceranno alcuna traccia tangibile (tant’è che gli stessi balletti si ripeteranno nel 2008 e nel 2009, solo più confusi…).
Su tutte, rimane una dichiarazione guascona del numero due del nuoto aussie, Grant Hackett. Il 19enne asso del mezzofondo si dice disposto a salire sui blocchi nudo, se questo gli permetterà di essere presente alle olimpiadi di casa. Lui, nudo, ha appena posato per “The Sidney fream”. E’ la moda del momento, lo hanno fatto anche la Thompson negli USA, Rosolino e Postiglione in Italia e parecchie atlete dei tuffi e del sincronizzato nella stessa Australia.
Quel nudo alla meta dice parecchio della volontà di mettersi in gioco di Grant, numero 2 d’Australia, ma forse anche del mondo per almeno un paio di stagioni. Questa è certamente la sua maggiore sfortuna, il dualismo perennemente perdente con Ian Thorpe, più giovane di 2 anni e mezzo (è nato nell’ottobre dell’82) e sicuramente più forte nelle gare (200-400-800 SL) in cui incrociano le armi. Il gioco se non ci fosse stato è curioso ma lascia il tempo che trova. La sostanza è che Grant George Hackett, nato il 9 maggio 1980 a Southport sulla favolosa Gold Coast del Queensland, ha occupato, con alterne fortune, ma sempre da protagonista, la scena dello stilelibero mondiale dal 1997 al 2008 (dai 16 ai 28 anni).
La storia
1996 – prime esperienze
Il nome di Grant appare nelle cronache natatorie già nel 1996. A gennaio, a 15 anni, realizza un 8’14″31 negli 800 SL (sarà il 34° crono dell’anno). Pochi mesi dopo, ad aprile, partecipa ai trials, in due gare a pronostico chiuso. Nei 400 SL fa presenza (3’58″05), mentre nei 1500 è ottimo 5° in 15’30″63 (29° crono dell’anno), alle spalle del gotha mondiale della specialità: Daniel Kowalski (15’10″44 – vice campione del mondo, 3° performer al mondo in 14’50″52), Kieren Perkins (15’11″50 – campione olimpico e mondiale in carica, detentore del WR, in 14’41″66), Glen Housman (15’15″11 – vice campione olimpico e 4° performer in 14’53″6 manuale) e il meno conosciuto Eldridge (15’28″26).
Da qui in poi la sua carriera è in discesa, almeno fino all’avvento del prescelto dalla sorte. Ai campionati nazionali di dicembre 1996, in vasca da 25, vince i 1500 in 14’58″08, davanti ad un Kowalski in disarmo post-olimpico (15’04″99).
Una piccola nota a margine: durante tutti gli anni 90, i nomi si ripetono monotonamente in tutti gli ordini di arrivo di 400 e 1500, sia a livello mondiale che in Australia… sono sempre gli stessi: Perkins, Housman, Kowalski, Hackett, Thorpe.
1997 – prime soddisfazioni, mondiali di Goteborg e Panpacs a Fukuoka
Il 1997 si apre con i nazionali in vasca lunga ad Adelaide, in marzo. Grant li domina, anche se non con crono eccezionali: 1’51″73 (3°); 3’51″69 (1°, 3° in 3’53″44 è il 14enne Ian Thorpe); 15’03″67 (1°, con un passaggio in 7’59″29 agli 800).
Grazie a questi risultati, partecipa ai mondiali in corta di Goteborg ad aprile. Nei 400 (3’43″83) è 3° in una gara tiratissima. Vince infatti Carstensen in 3’43″44, seguito da Carvin (3’43″73). Ai piedi del podio si piazzano Palmer (3’43″90) e Hoffmann (3’43″93). Nei 1500 vince il duello con Hoffmann (14’39″54 contro 14’40″67). Più sorprendente risulta essere il suo apporto alla vittoria della 4×200 in 7’02″74. Realizza infatti uno strepitoso 1’45″61 lanciato.
Ad agosto a Fukuoka ci sono i Giochi Panpacifici ed il duello con gli USA. Questo è uno dei momenti migliori per Grant (ed una delle 4 vittorie documentate su Thorpe nei 400, autore di un comunque terrificante, per la sua età, 3’49″64). Vince 400-800-1500 (3’47″27-7’50″30-15’13″25), è 9° nei 200 (1’49″63, disattento in batteria!!) ed è ancora 2° con la 4×200 (7’15″72 contro il 7’13″99 degli USA), con un brillante 1’47″9 lanciato.
L’anno si chiude ad ottobre con le selezioni per i mondiali di casa, selezioni con qualche sorpresa per i senatori del mezzofondo. Nei 400 si qualificano Hackett (3’46″85) e Thorpe (3’50″23) a spese del bronzo olimpico Kowalski (3’50″52). Nei 1500 è ancora Grant a dominare (15’01″46). A Perth gli farà compagnia Kowalski (15’08″05) ma non i bi-campione olimpico Perkins (15’23″45).
1998 – soddisfazioni, ma Thorpe…
Il 1998 si apre con i mondiali di casa. Tutti attendono il duello Australia-Italia, in particolare tra Hackett e Brembilla, ma gli italiani non sono in palla, a differenza dei canguri… per Grant non sono però tutte rose e fiori. Nei 400 tenta di stroncare la concorrenza con una partenza all’arma bianca: 54″1-1’51″3-2’48″5. Gli altri, Thorpe, Brembilla e Palmer seguono a rispettosa distanza (Ian in 55″2-1’53″4-2’50″8). Ai 350 la gara sembra decisa: Grant(3’17″7) ha un vantaggio abissale su Thorpe (3’19″2), mentre gli italiani e il britannico si giocano il bronzo. Qui inizia l’incubo che accompagnerà Hackett fino a tutto il 2004: la fatale ottava vasca del prescelto. Gli ultimi 50 di Thorpe sono perfetti (28″4) e lo portano alla vittoria in 3’46″29 contro il 3’46″44 del compagno di squadra. Per il bronzo la spunta Palmer (3’48″02) sui deludenti Brembilla (3’48″60 – personale di 3’45″97) e Rosolino (3’48″89). I 1500 e la 4×200 sono un trionfo completo: 14’51″70 (55″7-1’54″6-3’53″9-7’53″7, lancio sempre “sparato” – 2° è brembo in 15’00″59, 3° Kowalski in 15’03″94); 7’12″48 (quasi WR, le chicche sono il 1’48″41 in prima frazione di Grant e il minaccioso 1’47″67 di Thorpe lanciato, ormai in tutti i sensi).
Perth – 400 stilelibero
Tra febbraio e marzo la preparazione va a singhiozzo, causa acciacchi di varia natura. Ne risentono negativamente le qualificazioni per i giochi del Commonwealth di maggio. E’ infatti 2° nei 400 (3’47″15 – dietro a Thorpe, 3’46″47) e 1° nei 1500 (14’56″23, davanti a Kowalski 15’06″89 e Perkins 15’12″23).
Settembre è il mese dei fuochi d’artificio. A Kuala Lumpur il duello nei 400 è da brividi. Il WR di Perkins (3’43″80) rimane in piedi per miracolo. Vince Thorpe in 3’44″35, su Hackett (3’44″88), Kowalski (3’48″91) e Loader (il campione olimpico in carica, 3’49″11). Nei 1500 Grant cavalca solitario in 14’50″92 (spaventoso il 7’48″9 di passaggio!!!). Gli altri si dibattono distanti (Neethling, il futuro velocista, 15’02″88 – Perkins 15’03″00 – Kowalski 15’03″40). Anche nei 200 si assiste ad un gran spettacolo, ma senza Grant… vince Thorpe in 1’46″70 (continua la maledizione dell’1’46″69 di Giorgio Lamberti) e nella 4×200 gli aussie fanno 7’11″86.
A Perth, ai nazionali in corta, i risultati non sono da meno. Grant si fa squalificare nei 200 per falsa partenza (dopo l’ 1’45″65 delle batterie), si fa battere da Thorpe nei 400, a ritmo di WR (3’39″82 contro 3’40″04, con Ian che passa in 53″8-1’51″2-2’46″6 contro 53″7-1’51″1-2’46″7), cancella Perkins con un magistrale 1500 (14’19″55 contro il precedente WR di 14’26″52 – 54″ il primo 100, 55″ l’ultimo, tra il 57″ e il 58″ quelli di mezzo, con passaggi a 3’47″4 e 7’38″7).
1999 – WR
Il 1999 è un anno per certi versi sorprendente. Grant infatti si va a prendere un WR inatteso.
Ma andiamo con ordine.
A Gennaio partecipa alle tappe di casa della Coppa del Mondo (V25), in compagnia dei soliti Thorpe (T), Brembilla (B) e Rosolino (R).
A marzo a Brisbane ci sono i nazionali. 400 e 1500 vanno secondo copione: è 2° in 3’45″59, dietro a Thorpe (3’43″85 – Perkins trema!!) e 1° in un ottimo 14’48″63. La sorpresa si ha nei 200, quando nell’ultima vasca gli attesi Thorpe (1’47″08) e Klim (1’47″97) non riescono ad agguantarlo e si vedono superati in 1’46″99. Visto il crono, il suo allenatore lo schiera in prima frazione della 4×200 con un esito davvero inatteso seppur sperato: 1’46″67 (25″15-51″98-1’19″67), nuovo WR (tra i litiganti degli ultimi mesi, ovvero Thorpe, Klim e van den Hoogenband).
La stagione continua con i mondiali in corta di aprile ad Hong Kong. Thorpe e Klim (1’43″28 e 1’43″78) cancellano Lamberti anche in corta, Hackett domina i 1500 (14’32″87, su Smith 14’45″41 e Kowalski 14’51″44), ma il vero duello è quello dei 400. In questo caso Grant è perfetto e oltre al WR, si prende la vittoria in 3’35″01 (52″4-1’47″1-3’42″1) su Thorpe (3’35″64). Rimangono lontani gli italiani: Rosolino (3’42″81) e Brembilla (3’42″98). La 4×200 viene invece squalificata.
Tra maggio e luglio si concentra sulla preparazione in vista dei Panpacifici di agosto a Sidney. Tra Vancouver e Brisbane, i test in lunga sono discreti: 1’50″40-3’51″7-15’29″98. A Sidney però è il momento di Thorpedo, che decide di prendere il largo rispetto al resto del mondo: 1’46″00 e 3’41″83 (WR entrambi, Grant è 2° in 3’46″02, seguito da un Neethling sorprendente, in 3’46″31). Hackett domina i 1500 in 14’45″60, quasi 17 secondi sempre su Neethling e partecipa alla trionfale 4×200: Thorpe 1’46″28 – Kirby 1’48″96 – Hackett 1’46″30 – Klim 1’47″35, per un totale stratosferico di 7’08″79.
L’anno – faticoso – si conclude con una puntata agli USA OPEN a dicembre: 1’48″65 (alle spalle di VDH) – 3’49″50 – 15’02″83 (minaccioso il rientrante Perkins in 15’07″10).
2000 – Olimpiadi in casa, oro ma anche tanta delusione
Il 2000, l’anno delle olimpiadi di casa, si apre con un raid in Coppa del Mondo su base 25 a Sidney: 3’38″29 alle spalle di Thorpe (3’35″75), davanti a Rosolino (3’45″87) e 14’29″51, seguito da Perkins (14’43″10) e continua con la succitata polemica sugli equipaggiamenti tecnici.
A maggio si tengono i trials, nella vasca olimpica. Grant denota uno stato di forma preoccupante: è 3° nei 200 in 1’47″81 (Thorpe 1’45″51, Klim – che rinuncerà alla gara in sede olimpica – 1’46″89, Kirby 1’48″05); 2° nei 400 in 3’51″05 (sufficiente per precedere Krough, ma lontano dal 3’41″33 di Thorpe); 1° nei 1500 in 14’56″30 (alle sue spalle si qualifica Perkins in 15’01″1, a caccia del tris olimpico).
Il clou della stagione (ma forse del quadriennio e di un’intera carriera), l’olimpiade di settembre, vede un Hackett in crisi psico-fisica: fisica a causa di un virus debilitante, psichica per il crollo di autostima dovuto ai risultati.
I 400 prima e i 200 poi sono disastrosi. Nella prima gara fatica a qualificarsi per la finale (3’48″91) e agguanta un 7° posto in un anonimo 3’48″22. Varrebbe un bronzo tranquillo, visto che dietro a Thorpe (3’40″59) si piazzano i sorprendenti Rosolino (3’43″40) e Keller (3’47″00, 1 centesimo meglio di Brembilla). Nella seconda va ancor peggio: la tripletta di crono 1’49″23 – 1’48″76 – 1’49″46 vale un mesto 8° posto. La delusione è di tutta la nazione, visto che, a sorpresa, VDH (1’45″35) batte Thorpe (1’45″83). Con la 4×200 gli viene concessa la prima frazione delle batterie, ma il suo 1’50″31 non vale le ottime prestazioni di Kirby e Pearson (1’47”). L’Australia domina la finale senza di lui, considerato fino al giorno prima pedina insostituibile. Il WR di 7’07″05 è dato da Thorpe (1’46″03), Klim (1’46″40), Pearson (1’47″36) e Kirby (1’47″26). L’oro è anche per Grant (è il regolamento olimpico), ma sappiamo che per lui non è la stessa cosa. A questo punto mancano solo i 1500 e Perkins entra prepotentemente nella schiera dei fantasmi olimpici di Hackett. Il veterano domina le batterie in 14’58″34, mentre Grant realizza un normale 15’07″50, che gli garantisce una corsia 3. In finale la musica cambia, Grant si prende da subito un vantaggio di un paio di secondi e lo incrementa nell’ultimo terzo di gara.
Finalmente arriva l’oro olimpico e l’acclamazione di tutto il pubblico della vasca di Sidney.
Il 2000 si chiude con un raid nella tappa di Melbourne di Coppa del Mondo (V25): due vittorie in 1’44″78 e 3’42″29. Poi silenzio fino ai trials per i mondiali dell’anno successivo, l’anno dei canguri.
2001 – WR 1500
A Hobart in marzo si tengono i trials di quella che sarà la più forte nazionale australiana dopo quella di Melbourne 1956. Thorpe domina (vince 100-200-400-800 in 49″05-1’44″69(WR)-3’40″76-7’41″59(WR)). Hackett si accoda nei 400 e 800 (3’45″46) e 7’44″57 e vince i 1500 in 14’49″30 (2° è Stevens in 15’17″20). Completa infine il suo programma con l’ 1’47″22 in prima frazione di 4×200.
A giugno, insieme a Thorpe, partecipa al TELSTRA Gran Prix. Perde 200-400-800 (1’48″73/1’49″63-3’44″85/3’46″11-7’52″94/7’54″87) e vince i 1500 (15’31″37).
A Fukuoka, in luglio, l’Australia domina lo SL, perdendo solo 50 e 100 (qui Thorpe è 4° in 48″81). Nei 200 Thorpe fa 1’44″06 (WR), mentre Kirby è 6° in 1’48″13. Nei 400 la coppia aussie è inattaccabile: Thorpe batte Hackett, salutandolo ai 250, (53″8-1’50″4-2’46″4-3’40″17 contro 53″7-1’50″8-2’47″3-3’42″51). Gli italiani seguono a rispettosa nonché abissale distanza (Brembilla 3’45″11 – Rosolino 3’45″41). Negli 800 la musica non cambia, Thorpe usa il ritmo di Hackett fino ai 700 poi si invola verso l’ennesimo WR (55″0-1’52″9-3’50″5-4’49″4-5’48″7-6’45″9-7’39″16 contro 54″5-1’52″4-3’50″2-4’49″2-5’48″4-6’45″7-7’40″34). Grant realizza il suo capolavoro assoluto nei 1500. In un assolo senza eguali (2° è il britannico Smith ad oltre 24 secondi) va a realizzare un WR che resisterà anche agli attacchi dell’era gommata: 14’34″56 (54″2-1’52″4-3’50″2-7’44″5-9’41″8-13’37″9). Infine, la 4×200 è una semplice passeggiata verso il WR (7’04″60, 7 secondi sull’Italia, con Hackett (1’46″11), Klim (1’46″49), Kirby (1’47″92) e Thorpe (1’44″14).
WR 1500 stilelibero
La festa continua ad agosto con i nazionali in corta. I duelli tra Grant e Ian sono memorabili (200 SL T 1’42″93, H 1’43″48; 400 SL T 3’36″30, H 3’37″12), ma i veri capolavori sono quelli di Grant negli 800 e 1500: 7’25″28 (oltre 9 secondi meglio di Perkins) e 14’10″10 (altri 9 secondi meno di se stesso).
2002 – sperimentazioni e vittorie
Il 2002 vede Hackett impegnato nella sperimentazione su un nuovo fronte, i 100 SL, nell’ottica di aumentare la propria velocità di base. A marzo a Brisbane, ai nazionali, però la musica non cambia. Thorpe domina (48″98-1’45″09-3’40″54) e Grant segue a rispettosa distanza (1’46″67-3’45″39) e vince solo i 1500 (14’56″30), il tutto in attesa del clou stagionale.
Ad aprile a Mosca ci sono i mondiali V25. A Grant basta poco per dominare: 400 SL in 3’38″29 contro il 3’41″97 dello sconosciuto ceco Svoboda, 1500 SL in 14’33″94 contro il 14’39″43 di Thompson e il 14’45″41 di Minotti; 1’43″04 lanciato per la vittoria nella 4×200 (7’00″3).
A luglio, in una gara isolata a Sidney, porta il WR dei 400 SL V25 a 3’34″58.
Subito dopo è a Manchester per i Commonwealth Games. Nello SL la musica è sempre la stessa. Nei 200 e 400 fa da alfiere alla prima stella Thorpe (1’44″71 contro 1’46″13 e 3’40″08 WR contro 3’43″48) che vince anche i 100 (48″73). Vince i soliti 1500 in scioltezza (14’54″29 sullo scozzese Smith 15’07″19) e la 4×200 SL (7’11″69). La novità è la terza frazione per il vittorioso 3’18″86 della 4×100 SL.
Pochi giorni dopo a Yokohama si celebrano i Panpacific Games, dove ben poco cambia rispetto al mese precedente (gli USA, con un Phelps grande ma non ancora determinante nello SL, non contano…). I 100 SL vanno a Thorpe (48″84), così come i 200 e 400 (1’44″75 e 3’45″28). Hackett vince in maniera convincente 800 e 1500 (7’44″78 e 14’41″65) e impegna Thorpe nelle distanze più brevi (1’45″84 e 3’45″99). Anche le staffette sono a senso unico, con una 4X100 combattuta (AUS 3’15″15- Grant 49″05 lanciato – e USA 3’15″41) e una 4×200 tranquilla (7’09 netto dei canguri, aperta da Hackett in 1’46″60, 7’11″81 degli USA).
L’anno si chiude trionfalmente, con 2 vittorie consistenti a Brisbane in Coppa del Mondo V25, in 1’42″48 (VDH 2° in 1’43″18) e 3’36″17.
2003 – ancora allori mondiali
Il 2003 prevede come clou i mondiali di luglio. A marzo ci sono i campionati nazionali con poche novità. Callus impatta Thorpe nei 100 (49″07). Quest’ultimo domina 200 e 400 (1’45″35 e 3’42″41 – Hackett 1’46″19 e 3’42″94) ma rinuncia definitivamente agli 800, che divengono territorio di caccia di Hackett (7’44″91, doppiato dal 14’47″07 nei 1500 – Stevens segue a 15’03″20).
Ad aprile a Indianapolis c’è il DUEL IN THE POOL, dove Grant vince 200 (1’46″64 su Keller 1’47″08) e 1500 (14’48″34).
Arriva infine Barcellona con lo SL ancora in mano ai canguri. Nei 100 Thorpe è 3° (48″77) alle spalle di Popov (32 anni e 48″42) e VDH (48″68); nei 200 Thorpe vince (1’45″14) su VDH (1’46″43) ed il nostro Hackett (1’46″85 – 1’47″72 in semifinale e 1’49″66 in batteria); nei 400 Ian batte Grant ma senza duello (54″1-1’51″6-2’47″9-3’42″58 contro 54″0-1’51″6-2’47″9-3’45″17, è evidente che Hackett molla negli ultimi 100); 800 e 1500 sono un assolo di Grant (54″7-1’53″0-3’51″1-6’46″3-7’43″82 e 55″6-1’54″5-3’52″6-6’50″1-7’49″4-13’45″8-14’43″14). Anche la 4X200 è senza storia: 7’08″58 composto da 1’47″19 di Hackett, 1’48″74 di Stevens, 1’48″24 di Sprenger e 1’44″41 di Thorpe.
2004 – Atene, la debacle di un re
Il 2004 non si apre nel migliore dei modi. A causa di una crisi allergica Grant è costretto a saltare le abituali tappe australi di Coppa del Mondo. Esordisce direttamente nei trials a cavallo tra marzo e aprile. I soliti trials di Thorpe, che vince i 100 e 200 (48″83 e 1’45″07), ma con la farsa dell’anno nei 400. Durante le batterie Ian scivola e viene squalificato per falsa partenza. Hackett, per contro, dopo l’ottimo 200 (1’45″61), vince in 3’43″35, in solitaria, essendo Stevens 2° in 3’48″08. Forse per l’Australia non fa differenza, ma per Grant la rinuncia di Stevens e la decisione della federazione di non convocare il 3° classificato differenza la fanno, in quanto l’altro convocato per questa gara sarà proprio Thorpe, in barba ad ogni regolamento sbandierato fino al giorno prima!!! Rimane solo la pratica, banale, dei 1500, vinti in 14’55″45, davanti a Stevens (che in ogni caso sarà presente ad Atene), 15’01″64.
Ad Atene le cose non vanno per il verso giusto… ma nessuno saprà nulla, se non a giochi fatti. Dopo l’ottimo esordio dei 400 (2° alle spalle del compagno di squadra per soli 26 centesimi – questi i parziali: Thorpe 54″3-1’51″0-2’47″1-3’43″10; Hackett 54″1-1’51″4-2’47″9-3’43″36), le cose procedono disastrosamente nei 200 e nella 4×200.
Nella gara individuale è anonimo 5° in 1’46″56 (25″4-52″4-1’19″6), con un podio formato da Thorpe 1’44″71, VDH 1’45″23 e Phelps 1’45″32. Nella 4×200 la sua Australia viene sorprendentemente battuta dagli USA, forse per causa del suo lancio disastroso. Gli USA prevalgono in un duello simile a quello del 1984 contro la Germania Ovest di Gross. Phelps distanzia Hackett (1’46″49 contro 1’47″50). Klim (1’47″62) non riesce a recuperare sul sorprendente Lochte (1’47″52) e siamo a 1″11 di vantaggio. Vanderkaay (1’47″79) si avvantaggia ulteriormente sul fragile Sprenger (1’48″16). Ma 1″48 secondi potrebbero non bastare a Keller, il quale sfodera tutte le sue qualità di “killer” (chiedere a Brembilla, silurato nel 2000 nei 400 e nel 2001 nei 200), per piazzare la sua miglior prestazione di sempre, 1’45″53, contro l’1’44″18 di Thorpe. Alla fine la differenza è di 13 centesimi: 7’07″33 contro 7’07″46, con Thorpe che cede il comando allo statunitense proprio nell’ultima vasca. A Grant, con una squadra sconcertata per il suo comportamento in acqua, non rimangono che i 1500, gara non più al sicuro, visti i miglioramenti degli avversari Jensen, Davies e Prilukov. Hackett parte forte nel tentativo di uccidere la gara (55″1-1’54″0-3’53″5-4’53″5-7’51″6) ma i suoi avversari hanno condotte oculate (Jensen 57″3-1’57″2-3’56″7-4’56″7-7’54″6; Davies 56″9-1’56″8-3’56″5-4’56″1-7’54″2) e, tra i 1000 e i 1400 chiudono decisamente e pericolosamente il gap (Hackett 9’51″0-13’47″3; Jensen 9’52″3-13’47″5; Davies 9’52″5-13’48″9). La fortuna dell’australiano sta tutta nella sua superiore velocità di base (Davies sarà addirittura da medaglia in acque aperte 4 anni dopo!!), il che gli permette di prevalere in 14’43″40, davanti a Jensen 14’45″29 e Davies 14’45″95. Subito dopo la dichiarazione che chiarisce la situazione altalenante di Grant in gara e ne ingigantisce ulteriormente la prestazione: l’australiano ha subito poco prima delle olimpiadi il collasso di un polmone che ne ha ridotto le capacità aerobiche. D’accordo col suo medico personale, ha deciso di non informare della cosa neppure i responsabili del suo team che sarebbero stati costretti ad escluderlo dai giochi per ragioni di salute.
2005 – 4 volte world champion nei 1500
Ovviamente non si parla di gare fino ai trials di marzo 2005. Trials orfani di Thorpe, in “provvisoria” pausa di riflessione. Grant domina 200-400-800-1500 con tempi non necessari, vista l’assenza di avversari (1’46″20 e 3’44″44 su Sprenger 1’47″70 e 3’49″59; 7’43″16 e 14’44″94). I mondiali di luglio a Montreal confermano lo stato di grazia: è 2° nei 200 in 1’46″14 (vince Phelps in 1’45″20); vince in solitaria le altre 3 gare individuali: 3’42″91 (53″6-1’50″0-2’46″8, Prilukov segue in 3’44″44) – 7’38″65 (nuovo WR con i parziali di 54″4-1’51″9-3’47″2; Jensen segue a oltre 7 secondi) – 14’42″58 (qui con un po’ più di “ansia formale” a causa dei soliti Jensen 14’47″58 e Davies 14’48″11). A differenza dell’anno precedente i 2 non riescono però ad avvicinarsi mai al canguro, che con questo titolo è campione del mondo per la quarta volta consecutiva sulla distanza.
Mondiali – 800 stilelibero
L’unica nota stonata è rappresentata dalla 4×200 che, orfana di Thorpe, perde un posto a vantaggio del sorprendente Canada (e deve ringraziare l’Italia… e non sarà l’ultima volta in questo quadriennio). Gli USA dominano solitari in 7’06″58 (Phelps 1’45″51), il Canada è argento in 7’09″73 (determinante la frazione lanciata del veterano Rick Say in 1’46″84, dopo l’ottimo start di Hayden in 1’47″10). I canguri, nonostante un grande Hackett in versione “anchor” (1’44″84), si accodano in 7’10″59 (Sprenger 1’47″94 – Murphy 1’49″04 – Mewing 1’48″77).
Ad agosto a Melbourne si svolgono i campionati nazionali V25 (2 vittorie in 1’42″81 e 3’36″73), poi c’è la fatidica operazione di pulizia della spalla che determinerà la completa assenza dalle competizioni per tutta la successiva stagione. Per l’Australia è un brutto colpo, al quale si aggiunge il ritiro definitivo, a soli 23 anni, di uno stressato Ian Thorpe, dopo un timido tentativo di rientro primaverile (1’46 e spiccioli).
2006 e 2007 – anni di transizione
Ma il 2006 è comunque un anno importante, almeno a livello personale. C’è infatti l’annuncio del fidanzamento con la cantante Candice Alley e lo spostamento a Melbourne. Ne risente ovviamente la preparazione.
Il rientro non è incoraggiante, ma necessario: i trials di dicembre a Brisbane, per i mondiali di casa. Grant vince 400-800-1500 (3’46″00-7’48″54-14’56″00), sempre sul coetaneo Craig Stevens (3’46″66-7’50″71-15’00″59). Il mezzofondo aussie sembra un po’ agli sgoccioli.
I mondiali 2007 di Melbourne, svoltisi inusualmente tra marzo e aprile, non sono certo positivi.
Grant nei 400 è 3° sul campo e 2° per doping. In vasca viene preceduto dalla nuova stella coreana Park (3’44″30, con un devastante rush finale: 55″0-1’52″9-2’50″4) e Mellouli (3’45″12, parziali di 54″9-1’52″5-2’49″3 – verrà squalificato perché trovato positivo all’anfetamina in un controllo a dicembre 2006. Lui dichiarerà di averla usata per poter sostenere gli esami universitari – il tunisino si allena infatti negli USA – e questo determinerà una pena mite, sufficiente a farlo rientrare per qualificarsi per le olimpiadi di Pechino, a scapito di chi ben lo sappiamo… il vero problema sarebbe stato capire se l’anfetamina abbia coperto altro… ma queste domande sono troppo raffinate per taluni sedicenti esperti) e fa registrare un discreto 3’45″43 (54″8-1’52″1-2’49″4). Sul podio virtuale gli farà compagnia Prilukov (3’45″47).
800 e 1500 sono veramente brutti. Nella prima gara, dopo una discreta batteria in 7’51″86, scompare in 7’55″39, con una condotta di gara anonima (57″3-1’57″2-3’57″0-6’57″4). Sul podio ci finiscono l’impronunciabile polacco Stanczyk (7’47″91), Stevens (7’48″67) e Colbertaldo (7’49″98), grazie alla squalifica del vincitore Mellouli (7’46″95) di cui abbiamo già detto. Nei 1500 la storia non cambia, discreta batteria (14’59″24) e anonima finale (14’59″59 con parziali 57″6-1’57″8-3’58″1-7’59″5). Sul podio ci vanno un ancor più impronunciabile polacco Sawrymowicz (14’45″94), seguito da Prilukov (14’47″29) e Davies (14’51″21). Hackett abbandona quindi mestamente la possibilità del 5° titolo consecutivo e perde un’imbattibilità che durava dal 1997. Inoltre, anche la 4×200 è sul podio senza il suo apporto.
Il 14 aprile si sposa con Candice. Avranno, poi, nel 2009 2 gemelli: Jagger e Charlize.
2008 – ultime Olimpiadi
Le vicissitudini fisiche lo accompagnano per tutto l’anno e anche l’inizio dell’anno olimpico, il 2008, non è dei migliori. Inoltre, ci si mette anche il nuovo ambizioso progetto, quello dei 10KM Open Water, specialità ammessa per la prima volta alle olimpiadi. A dicembre 2007 vince infatti il relativo campionato nazionale.
A febbraio a Sidney ci sono i campionati del New South Wales e ci sono i famigerati LZR. Complice la Speedo, i risultati non sono male: 1’47″76 e 3’45″24.
Ai successivi trials fa tripletta: 1’47″05 – 3’43″05 – 14’48″65. I crono sono normali, soprattutto se si pensa agli LZR.
A maggio c’è il tentativo velleitario per la 10KM. A Siviglia si tengono le qualificazioni mondiali. In questa occasione Grant scopre che nella lotta senza corsie non basta essere veloci, bisogna anche saperle prendere e saperle dare… saperle dare soprattutto. Hackett viene infatti squalificato per le sue scorrettezze e comunque conclude la gara con un inutile 15° posto.
Un’iniezione di fiducia è rappresentata dai campionati nazionali di luglio, in V25, con un ottimo 800 SL chiuso con il WR di 7’23″42.
Le olimpiadi di agosto sono una sorta di ultima spiaggia. Non ci sono ancora annunci ufficiali ma pare chiaro che per Grant sia giunto il momento di appendere il costume al chiodo, e di farlo più che dignitosamente, magari realizzando ciò che a nessun atleta maschio è mai riuscito: 3 titoli consecutivi. Non è l’unico a provarci, c’è anche VDH nei 100 SL, ma le possibilità dell’olandese sono minime se confrontate con quelle dell’australiano, al quale neppure i placcati 2008 sono riusciti a togliere il 14’34″56, il WR che resisterà anche all’attacco di gomma del 2009.
Le cose non iniziano benissimo. I 400 mostrano che i crono ottenuti fino a tutto il 2007 sono carta straccia. Nelle batterie i tempi sembrano già da medaglia: Jensen 3’43″10 – Zhang 3’43″32 – Park 3’43″35 – Lobintsev 3’43″45 – Hackett 3’44″03 – VDKaay 3’44″22 – Mellouli 3’44″54 – Prilukov 3’44″82. In finale Grant prova a tenere il ritmo dei migliori ma crolla ed è solo 6° in un arrivo abbastanza convulso, dominato dall’Asia: Park 3’41″86 (54″1-1’51″0-2’47″1), Zhang 3’42″44 (54″7-1’52″1-2’48″4), Jensen 3’42″78 (54″9-1’51″9-2’48″1). Hackett chiude in 3’43″84, con parziali di 54″0-1’51″1-2’48,0. Nei 1500 la musica pare cambiare. Le batterie pomeridiane consegnano un Grant placcato in grado di avvicinarsi al suo WR (14’38″92), seguito da Cochrane 14’40″84 – Prilukov 14’41″13 – Zhang 14’45″84 – Davies 14’46″11 – Mellouli 14’47″76 – Sun 14’48″39 – Jensen 14’49″53. I crono, ancora una volta, non sono confrontabili neppure con il passato più recente. La finale, mattutina, è più tattica. La battaglia si riduce a soli 4 atleti, che si controllano, fino all’attacco – inesorabile – del tunisino Mellouli, la vera, fortunosa (e qui mi fermo) wild card pechinese. Hackett paga, prima di tutto, le decisioni che si prendono ai tavoli dell’antidoping, luoghi dove risulta difficoltoso puntare il dito contro i poteri forti anglosassoni in generale, quelli statunitensi in particolare (non si può certo ammettere che nelle università americane possa esistere il doping sistemico).
Infine la 4×200, la prova d’orgoglio, per una medaglia, quella di bronzo, possibile preda di ben 4 squadre. Gli USA (Phelps 1’43″31 – Lochte 1’44″28 – Berens 1’46″29 – VDKaay 1’44″68) e la Russia (Lobintsev 1’46″64 – Lagunov 1’46″56 – Izotov 1’45″85 – Sukhorukov 1’44″65) sono rispettivamente oro e argento in sostanziale solitaria, con i crono di 6’58″56 e 7’03″70. Alle loro spalle succede di tutto. Parte bene l’Australia (Murphy 1’45″95), con UK (Carry 1’46″78), Canada (Russel 1’46″89) e Italia (Belotti 1’47″37) a seguire. Ancora la seconda frazione, proprio grazie ad Hackett (1’45″87), è favorevole ai canguri, UK (Hunter 1’46″73), Canada (1’47″61) e Italia (Brembilla 1’47″33) sono oltre 2 secondi lontani. La terza frazione, con un Hayden (1’44″42) scatenato e rabbioso per la semifinale dei 100 SL, vede il balzo dei nordamericani. L’Australia ribatte con Brits (1’47″13), l’UK è vicina, a meno di 1 secondo (Renwik 1’46″16), l’Italia è abissalmente lontana (Rosolino 1’46″53). A Frost non pare vero di dover controllare 2 avversari semplici e uno lontano, ma quello lontano, Magnini, è rabbioso quanto Hayden e… indossa un Jaked di gomma!! L’australiano realizza 1’46″03, MAGNINI 1’44″12. Questo è sufficiente all’Australia per precedere l’Italia di 37 centesimi (7’04″98 contro 7’05″35). Anche Canada e UK finiscono molto vicini: 7’05″77 (Hurd 1’46″85) e 7’05″92 (Davenport 1’46″25).
Poco tempo dopo Grant annuncia il suo ritiro.
Grant Hackett
Personalità estroversa, conosciuto e ben voluto in patria, prova la carriera come presentatore televisivo, ma l’avventura dura pochi mesi. Ora mantiene un ruolo non “sotto i riflettori” per la Nine New Melbourne.
Perché scrivere di Hackett, ora, dopo la tempesta di placche e gomma del biennio 2008-2009? Il motivo è semplice, se scorriamo il tabellino dei WR sulle distanze olimpiche, rimane un solo crono antecedente al 2008, a testimoniare con dati oggettivi, una classe assoluta e ancora oggi ineguagliata. Possiamo tranquillamente concludere che non è ancora nato il successore di Grant sul trono dei 1500 e la retromarcia della federazione sull’argomento costumi (finalmente considerati equipaggiamento tecnico) non fa che assicurare una singolare longevità a questo tempo ed al suo autore.