di Valeria Molfino

Alcune volte ti trovi a gareggiare in condizioni davvero difficili ed avverse. L’argomento è piú che mai attuale dal momento che ci troviamo nel pieno della stagione open water, quando il mare mosso, le correnti del lago, il forte vento ed altri fattori possono condizionare in maniera sostanziale la nostra performance ed influenzare gare preparate minuziosamente per mesi.

Cosa provereste se, ad esempio, dopo avere organizzato tutta la vostra preparazione in funzione di un evento in mare vi ritrovaste, il giorno della competizione, di fronte ad un mare tempestoso a cui proprio non eravate psicologicamente preparati? E come vi sentireste se, al lago, doveste fare i conti con forti correnti che spostano le boe in maniera sostanziale allungando il percorso?
Se in piscina le variabili piú determinanti sono legate soprattutto alla forma fisica dell’atleta, i fattori in gioco nel nuoto in acque libere finiscono per essere davvero molti (e tutti importanti).

Il senso di sconforto, la paura di ció che non avevamo preventivato, la voglia di mollare tutto e rinunciare a gareggiare sono sempre dietro l’angolo ma superare queste difficoltà risulta davvero fondamentale nella costruzione di una mentalità vincente.
Una delle caratteristiche che, da sempre, mi affascina e che viene stimolata negli atleti professionisti è quella di trovare sempre “il lato positivo”. Certe volte questa ricerca puó sembrare impossibile ma volgere in positivo le situazioni è un esercizio utile ed efficace. Molti definiscono questa abilità resilienza, un termine utilizzato in ambito psicologico per descrivere la capacità di trasformare in proprio favore i momenti di stress superandoli poi con successo.
Questa caratteristica è, solitamente, molto sviluppata negli atleti che praticano sport di endurance e che si trovano a mettere alla prova costantemente il proprio corpo e la propria forza mentale.

Non sempre, nelle gare open water, dovremo fare i conti con situazioni estreme ma in caso di imprevisti potremo comunque trovare il lato positivo della situazione. Ed allora il mare particolarmente mosso ci impedirà di “fare il tempo” ma ci consentirà di concludere una performance particolarmente allenante; le boe si sono spostate e la gara non è piú un miglio ma 2,5 km? Non esiste modo migliore che testarsi e, perchè no, iniziare a pensare ad una 3 km (magari, poi, ci piace davvero!).

Elaborare pensieri positivi è davvero utile e serve in ogni occasione: durante allenamenti noiosi, nel pre-gara ed ancora nel corso della competizione. Se riusciremo potremo utilizzare questa tecnica anche nella vita di tutti i giorni! E voi che aspettate a…pensare positivo?