“Diletta è un’atleta giovane ma già capace di risultati di grande prestigio, a livello sia nazionale sia internazionale – afferma Enrico Maria Tricarico, Managing Director Central & Southern Europe Arena -. Arena ha deciso di investire su di lei perché ha grandi potenzialità e margini di miglioramento. In questo modo la nostra azienda prosegue il cammino di affiancamento nella crescita dei giovani, volgendo ancora una volta l’attenzione verso individualità emergenti che possano diventare un patrimonio di tutto il mondo del nuoto e dello sport italiano. Ci piacerebbe che i talenti come Diletta possano essere visti come esempi positivi e punti di riferimento dai giovani e giovanissimi che vogliano avvicinarsi al nuoto, non solo per agonismo ma per passione. In questa direzione, siamo convinti che tutto il movimento degli sport acquatici possa crescere per pratica e cultura all’insegna del benessere psico-fisico e dell’impatto sociale che lo sport continua ad avere”.
Diletta Carli, nata il 7 maggio 1996 a Pietrasanta (Lucca), gareggia nei 200m, 400m, 800m e 4x200m stile libero, ha conquistato l’oro nei 200m sl individuali ai Mondiali Giovanili di Dubai 2013 e ha già ottenuto una medaglia d’oro con la staffetta assoluta 4x200m agli Europei di Debrecen 2012. A livello di tempi, ha battuto diversi record nazionali nelle categorie giovanili appartenuti a Federica Pellegrini. Agli ultimi campionati assoluti di Riccione, lo scorso aprile, ha preceduto proprio la Pellegrini nei 400m stile libero, migliorando sensibilmente il suo personale e confermando la sua costante ascesa agli alti livelli del nuoto nazionale ed internazionale. L’exploit, però, è avvenuto al Trofeo Sette Colli del giugno scorso, quando la giovane campionessa si è arresa, nella finale dei 400m stile libero, solo alla francese Coraly Balmy con un tempo eccezionale: il suo 4’05”49 non solo è solo il record personale, ma anche la seconda prestazione italiana di tutti i tempi, dopo quella di Federica Pellegrini. Il crono della Carli è inoltre un risultato di grande importanza a livello internazionale: è infatti la settima prestazione stagionale al mondo, la quarta in Europa. Un messaggio alle avversarie, insomma, in vista dei mondiali di Kazan (2-9 agosto).
Un balzo in avanti nel ranking che non è casuale, ma frutto di una decisione presa poco più di un anno fa, quando Diletta Carli ha deciso di trasferirsi da Viareggio al Centro federale di Ostia, agli ordini dell’ allenatore Stefano Morini, entrando a far parte di un gruppo che conta grandi campioni del calibro Gabriele Detti e Gregorio Paltrinieri su tutti.
“Entrare a fare parte della grande famiglia Arena rappresenta per me un grande motivo d’orgoglio – afferma la nuotatrice, che ha il vezzo di utilizzare uno smalto sempre diverso ad ogni gara -. Questo team è composto da molti dei migliori atleti in attività: spero sia di buon auspicio in vista dei Mondiali di Kazan e delle Olimpiadi di Rio, due appuntamenti per i quali potrò lavorare a fondo con maggior serenità, sapendo di avere la mio fianco un’azienda come Arena. D’ora in poi sarò molto concentrata sul nuoto, visto che ho da pochi giorni terminato gli esami della maturità scientifica. Purtroppo in Italia è quasi impossibile conciliare scuola e sport, con quest’ultimo che non viene riconosciuto come attività di crescita, ma solo visto come tempo che viene tolto allo studio. Non si raggiungerà mai il livello degli Stati Uniti, dove lo sport ha una grande dignità, ma auspico che l’Italia possa fare passi in avanti da un punto di vista di cultura sportiva, fronte sul quale penso ci sia tanto da lavorare”.
Dalle sue parole si capisce che la maturità di Diletta Carli non è solo un pezzo di carta. “Ora vorrei iscrivermi all’Università, ma ancora non ho deciso quale”, spiega. Sicuramente non abbandonerà gli studi la giovane campionessa non solo di nuoto, ma anche di altruismo. La scorsa estate, infatti, ha fatto notizia il suo provvidenziale tuffo in acqua da un pedalò, per andare a salvare una signora che stava annegando. “Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque si fosse trovato al mio posto”, chiosò allora, dimostrando una certa dose di umiltà. La stessa che serve per essere campioni dentro la piscina e fuori.