Francesco Giannetta nuotatore Master DOC, classe 1917, è rimasto vittima di un incidente stradale nel tardo pomeriggio di lunedì 10 novembre.
Non ancora chiara la dinamica dell’incidente e le cause: una distrazione, l’asfalto reso scivoloso dalla pioggia o in un improvviso malore, ma poco importa Francesco non c’è più.
Giannetta, originario di Arona, era molto conosciuto in città, prima impiegato di banca, poi pittore e infine campione di nuoto master dove ha ottenuto più di duecento podi e 121 medaglie d’oro, oltre che detentore di due record europei in vasca corta nei 200 sl e 100 ra M95.
In un’intervista del 2013 così si raccontava: «La salute che Dio mi ha dato è sicuramente un dono. Continuando a nuotare dimostro come si possa metterlo a frutto. E’ il mio insegnamento ai giovani: è importante impegnarsi in qualcosa, fare sacrifici e fatica».
Nell’album dei ricordi del nuotatore da record sono tante le istantanee significative: la prima traversata non competitiva Angera-Arona, 1.200 metri d’acqua che separano le due sponde del Lago Maggiore, affrontata nel 1999 all’età di 82 anni; i campionati nazionali master e i due mondiali, l’ultimo quello “di casa” a Riccione.
Ma Francesco era un vero “personaggio” anche fuori dalle piscine, era infatti salito agli onori delle cronache nazionali anche per il suo “fresco” matrimonio con Rosa Scarampella:«Ci siamo conosciuti al cimitero. Ognuno di noi rendeva omaggio al proprio coniuge defunto: io avevo 91 anni e Rosa 90. Da quel giorno non ci siamo più lasciati» racconta. Era il 20 aprile 2008 e nel febbraio 2009 si sono sposati in chiesa.
«Sono un uomo fortunato: durante la guerra che ho combattuto come furiere in Croazia, sono scampato alla morte e poi sono sfuggito alla deportazione in Germania, dopo l’8 settembre. Nella vita ho tanto lavorato: è ancora imbattuto il mio record di 204 ore mensili di lavoro. Ho potuto avvicinarmi anche all’arte: ho frequentato l’accademia di Brera a Milano ed esposto in 82 personali e 200 collettive. Ma se dovessi dire cosa veramente conta, direi l’amore per la propria compagna. Oggi si dice così. Con Rosa siamo sempre vicini, legati da un amore tenero».
In piscina non si risparmiava mai, al termine di ogni gara, usciva trionfante con le braccia al cielo e si godeva ogni singolo applauso che i master e il pubblico gli dedicavano, vogliamo ricordarlo così sorridente, ciao Francesco.