di Alessandro Foglio
Potrà mai una donna battere un record mondiale maschile? Sembra una domanda assurda ma negli States se lo sono chiesti. Tutto perché hanno “a che fare” con una certa Katie Ledecky, che di questi tempi sembra davvero inarrestabile.
Tutto nasce da una domanda lanciata dal giornalista americano Phillipe Written dove chiedeva se la Ledecky potesse nuotare più velocemente di molti uomini. Un dibattito non certo nuovo nel mondo dello sport, basti solo ricordare quante volte fu ipotizzato lo scontro fra Serena Williams e i suoi colleghi uomini, non facendosene ovviamente mai nulla. Ma Written va oltre, e chiede anche se mai una donna potrebbe battere un record maschile. Risposta scontata: no. Oggi è certamente così, ma nel passato non sempre lo è stato. Nell’articolo uscito su US Swimming, si legge come in tre casi una donna abbia “cancellato” un primato maschile. Sono tutti casi particolari e per i primi due bisogna andare un po’ indietro nel tempo.
La prima fu Sybil Baucer, che nel 1923 nuotò i 440 yard (circa 400 metri) in 6’24”8 migliorando l’allora record maschile di ben quattro secondi durante un meeting alle Bermuda. Questa prova si svolse, anche se non si sa per certezza, in un corso d’acqua lungo 55 yard e delimitato da funi ancorate. Per questo motivo la FINA non lo omologò mai, ma questo non fu un grosso problema per la Baucer che l’anno dopo vinse i 100 dorso alle Olimpiadi Parigi. Inoltre la diciottenne americana vantava già due primati mondiali, sempre nei 100 dorso.
Il secondo caso avvenne nel 1926. Protagonista fu la diciannovenne americana Gertrude Ederle che divenne la prima donna a conquistare lo Stretto della Manica attraversandolo in 14 ore e 38 minuti, circa due ore meno rispetto al precedente record maschile. Un gran tempo, che poteva essere ancora più basso: la Ederle fu fermata infatti poco prima dell’arrivo da un ispettore doganale dell’immigrazione intenzionato a fermarla perché sprovvista del passaporto. Ma il buon senso e la ragione ebbero la meglio, con la giovane nuotatrice che promise di recarsi in ufficio il giorno seguente con tutti i documenti necessari. Senza quella pausa, si calcola che avrebbe potuto nuotare in 14 ore e 30. La Ederle stabilì con questa impresa altri tre primati: fu la prima donna ad indossare degli occhialini (anche se da motocicletta), fu la prima ad attraversare lo Stretto nuotando solo a stile e fu l’unica e lo è attualmente, ad aver conquistato lo Stretto e vinto una medaglia d’oro alle Olimpiadi (oro a Parigi nel 1924 nella 4×100 stile, oltre a due bronzi nei 100 e nei 400 stile).
Il terzo ed ultimo caso riguarda sempre lo Stretto della Manica. Siamo nel 1978 e la statunitense Penny Lee Dean raggiunse le coste inglesi partendo dalla Francia in 7 ore e 40 minuti, migliorando il record maschile di un ora. Questo primato durò 16 anni, quando fu battuto da Chad Hundeby con il tempo di 7 ore e 17. La sua allenatrice era proprio la Lee Dean.
Tutto questo conferma il fatto di quanto sia difficile vedere una donna migliorare un record maschile, tant’è che in piscina non è mai avvenuto nulla di tutto ciò. Si ipotizza che tra 45 anni le donne nuoteranno forte come gli uomini di oggi, se non di più ( come sarà vedere una fanciulla nuotare 47” nei 100 stile?????). Ma adesso l’impresa sembra davvero ardua: ” Sarebbe fantastico se una donna potesse battere il record di un uomo – afferma Elisabeth Beisel – ” ci vorrebbe qualcuna di speciale, come Katie (Ledecky) ma anche per lei probabilmente non è possibile“. Anche Jessica Hardy è dell’idea della compagna: ” Sarebbe fantastico ma dubito che avverrà. Le differenze fra uomini e donne sono troppo grandi“.
Gli uomini sono avvertiti!!!!