Sono molto contento di essere il più vecchio vincitore dei 1500 e di averli vinti tre volte. Ho fatto un 800 deludente, così sono entrato nei 1500 con la voglia di spaccare tutto. Ieri ho volutamente nuotato un pò più piano in batteria per avere una corsia lontana dal centro vasca. Oggi mi è venuto tutto più facile, sono contento di aver nuotato a modo mio, sono otto anni che vado regolarmente sotto i 14.40, e le motivazioni non mi mancano.
Penso che i miei avversari siano molto molto veloci, c’è molta competizione. La mia unica chance era cercare di partire più veloce possibile e cercare di avvantaggiarmi, è la mia unica strategia di gara. Ho cercato di essere la versione migliore di me stesso, ho cercato di nuotare per me stesso. Sentivo Fabrizio (Antonelli, il suo coach ndr) che urlava e saltava, ero molto vicino al lato della squadra e vederli esultare mi ha dato una carica incredibile.
Mi sono sentito male per un paio di giorni, dopo gli 800, e allora mi sono focalizzato su me stesso e non sugli altri. È semplice da dire fuori dall’acqua ma poi in gara è tutto un pò più complicato. Tra poco avrò 28 anni, e anche la maturità mi ha aiutato a gestire le emozioni e trovare la forza mentale per reagire.
Ero completamente focalizzato sulla mia tecnica e sulla mia gara. Da Tokyo ho imparato ad analizzare bene le situazioni: i dottori mi dicevano che non dovevo nemmeno nuotare, sono andato senza aspettative per cercare di fare il meglio ed è venuta fuori la miglior settimana di gare della mia vita.
Ora mi aspettano le acque libere e poi voglio arrivare a Roma agli Europei nella miglior condizione possibile, perché è un obiettivo molto importante per me.