Questo l’estratto dalle motivazioni ufficiali, fonte State of Swimming:
Nel caso in esame, l’arbitro aveva affrontato la causa della protezione degli animali nei tweet contestati. In linea di principio, un arbitro può difendere le sue condanne anche sui social network, ma con la moderazione richiesta ai giudici. La scelta delle parole e l’uso ripetuto di espressioni violente è problematica nel caso specifico. Nei suoi tweet, l’arbitro denuncia una pratica cinese di macellazione di cani e denuncia il consumo di questa carne in una festa locale in Cina.
Alcune espressioni si riferiscono al colore della pelle di alcuni cinesi a cui si rivolge. Inoltre, l’arbitro ha anche espresso le suddette osservazioni in tweet dopo la sua nomina a presidente del collegio arbitrale che decide nel caso Sun Yang. Alla luce di tutte le circostanze rilevanti, il Tribunale Federale ha pertanto ritenuto che i dubbi sull’imparzialità dell’arbitro fossero oggettivamente giustificati.
L’arbitro in questione è Franco Frattini, magistrato, politico ed ex ministro degli esteri italiano, presidente del panel del CAS per il caso Sun Yang. In particolare, vengono presi in esame alcuni tweet nei quali l’ex ministro commenta le pratiche di macellazione dei cani in Cina con alcune espressioni apertamente razziste, in particolar modo offensive sul colore della pelle. Il TFS sottolinea che un arbitro può “difendere le sue cause sui social con la moderazione richiesta ad un giudice, ma la scelta delle parole e l’uso ripetuto di espressioni violente è problematico in questo specifico caso.”
I tweet sarebbero quindi dimostrazione della non parzialità di Frattini ed hanno così invalidato la sentenza, nonostante le motivazioni dell’accusa avessero convinto non uno ma tre giudici della colpevolezza di Sun Yang. La WADA presenterà di nuovo il caso al CAS, e non ci sono dubbi sul fatto che lo farà in tempo breve, visto che le prove e l’impostazione stessa del processo sono già pronti (basta solamente cambiare i giudici).
Nel frattempo, tuttavia, Sun Yang è libero di allenarsi, competere ed, eventualmente, qualificarsi per Tokyo2020, e non c’è dubbio che ci proverà, anche se da febbraio a dicembre 2020 avrebbe dovuto (come da squalifica) rimanere lontano dall’attività sportiva.