Se sei un vero appassionato di nuoto (e lo sei), Fatti di nuoto Weekly è quella rubrica che ogni settimana, con una precisione maniacale, ti fa venir voglia di essere in Australia.

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Kaylee McKeown… cosa ci vuoi comunicare?

Perché le cose sono due: o non hai capito che siamo a MARZO, e che quindi nuotare 2.03.14 nei 200 dorso non ha nessun senso, oppure ci stai dicendo che quel tempo lì non è il tempo che puoi nuotare davvero.

In questo secondo caso, io sarei abbastanza ansioso di vedere cosa può fare la ragazza in una condizione di forma eccellente, in un momento in cui ha preparato la gara, in una finale Mondiale, insomma. Perché la previsione minima è 2.02, poi ci sono il cielo ecc ecc ecc…

È arrivato il momento di Mollie O’Callaghan

Classe 2004, già diversi ori al collo, un 2022 di “discreto” successo – 3 ori ai Mondiali in corta, 3 ori ai Mondiali in lunga, 5 ai Giochi del Commonwealth – ma forse ancora non abbastanza hype intorno. Mollie O’Callaghan è l’ultima erede di una dinastia di velociste-stileliberiste che l’Australia sta sfornando, generazione dopo generazione, da diverso tempo.

Come se non bastasse l’oro Mondiale nei 100 stile a Budapest, Mollie ci ha tenuto a battere nientepopodimeno che Ariarne Titmus nei 200 stile, con il tempo di 1.55.27. La concorrenza nella distanza è quantomai agguerrita: si va da Ledecky a McIntosh, passando per Haughey e naturalmente Titmus, ma la ragazza sembra voler dire la sua anche sulla distanza che fu di Federica Pellegrini.

Fatti di nuoto Weekly: la vasca da 25 ha del potenziale inespresso

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A proposito… non ne voglio parlare

Di Pechino Express non parlerò, ne trovate notizie in ogni dove e, sinceramente, il mio interesse è davvero basso (ma è un mio limite, ammetto).

Quello che mi preme, invece, è constatare che il meccanismo post carriera per un nuotatore di successo non è cambiato negli anni: Magnini, Rosolino, Fioravanti, Marin ed ora anche Pellegrini hanno cercato (e trovato con fortune alterne) notorietà attraverso quello che, a mio parere, è il prodotto più scadente, triste ed usurato della tv, il reality show. Mi sembra impossibile che non ci sia nulla di meglio, tutto qui.

1650 yard

Chi ha trovato di meglio da fare è sicuramente Kadie Ledecky, che a quanto pare non è abbastanza contenta dei suoi risultati e continua a far registrare record in ogni occasione possibile. L’ultima, per ora, quella delle 1650 yard, che ha nuotato brillantemente in 15.01.41, record americano (suoi i primi 7 tempi, tra l’altro). Non credo che ne nascerà una così a breve.

Italian Sportraits Awards

I premi dello sport inclusivo, che quest’anno sono andati ai ragazzi della FIN, premiati a Roma in una cerimonia presentata da Cristina Chiuso. Protagonisti Paltrinieri e Ceccon, Martinenghi, Burdisso, Miressi, Zazzeri e Codia, oltre al giovane Lorenzo Galossi. La copertina bella del nostro nuoto.

Continuano i guai di Barelli

La copertina meno bella, invece, riguarda ancora Paolo Barelli, i cui guai con World Aquatics sembrano non finire mai. Alla già citata squalifica, se ne aggiunge un’altra di un anno, che sancisce la sua esclusione da qualsiasi carica nel mondo del nuoto fino a settembre 2025.

Ora Barelli è accusato di aver ricevuto pagamenti per tremila euro al mese per “secretarial services” dal 2009 al 2017 quanto pare non regolari, per un totale di circa 300mila euro che ora dovrà risarcire. Da parte sua, Barelli sostiene che tali pagamenti erano stati autorizzati dall’allora dirigenza FINA e quindi perfettamente regolari.

See you later!

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Foto: Fabio Cetti | Corsia4