È stato un weekend particolarmente intenso, quello appena trascorso, durante il quale molti top swimmers hanno scaldato i motori producendo prestazioni interessanti, che ci avvicinano gradualmente ad uno dei periodi più caldi della stagione, quello dei trials mondiali.

Quindi, quale miglior occasione per fare un veloce ma intenso giro del mondo parlando di chi in questi due giorni mi ha stupito di più?

Canada

Partirei con Summer McIntosh, la ragazza canadese che ha già fatto parlare di sé sia ai Giochi di Tokyo che alla ISL, producendosi in prestazioni che in molti hanno interpretato come “la punta dell’iceberg” vista anche la sua giovane età (classe 2006). Che ci fosse del talento in lei era già perfettamente chiaro ma sembrava ancora presto per gridare al miracolo, visto che di baby fenomeni che hanno popolato – e poi lasciato – il mondo del nuoto ce ne sono stati fin troppi ed io stesso, che solitamente mi lascio trasportare dall’entusiasmo, tendo ad essere cauto nelle valutazioni.

Però gli indizi su McIntosh iniziano a diventare numerosi: ai Canadian Selection Trials Prep Event, ha nuotato 2.05.81 nei 200 farfalla (world record junior) e 4.29.12 nei 400 misti (world record junior), dopo che nelle batterie aveva già abbassato il record canadese a 4.37.83. L’evento, va detto, non è ancora stato ratificato dalla FINA, ma si tratta comunque di tempi da podio Olimpico, anzi di più, visto che Yui Ohashi ha vinto i 400 misti di Tokyo in 4.32.06. Tutte le altre che hanno nuotato questo weekend si aggirano intorno ai 4.36: che facciamo puntiamo un euro sulla prossima world champion?

USA

Non voglio sottovalutare le ottime prestazioni in lunga di Ledecky, che ormai ci ha abituato a tempi sempre di altissimo livello, e di Michael Andrew, per il quale invece siamo in attesa del vero squillo nelle occasioni che contano, ma il nome che più mi è rimasto impresso dallo scorso weekend è quello di Leon Marchand.

Il giovane francese (2002), impegnato nel circuito universitario, ha segnato un eclatante 3.34.45 nei 400 misti (yard), avvicinando il record NCAA che appartiene a Chase Kalisz (3.33.42), ma soprattutto rilanciando la sua candidatura a nome nuovo per il panorama misti internazionale. Sarà interessante vederlo nelle finali NCAA dove affronterà Hugo Gonzalez (3.36.54), Carson Foster (3.35.27) e Bobby Finke, che nel 2021 vinse il titolo in 3.36.90.

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Australia

Continua il momento d’oro del settore femminile dei dolphins, soprattutto nei nomi di Kaylee McKeown e Ariarne Titmus.

Partirei dalla dorsista: 58.35 e 2.05.85, fatti a inizio marzo, sono davvero spaventosi, confermano quanto di buono da lei già fatto in tempi non sospetti (vedi Tokyo) e la proiettano verso un’altra stagione da protagonista.

Per la stileliberista, che si produce in tempi sempre molto interessanti, resta in piedi una domanda: riuscirà a sconfiggere il “mostro finale” dei 200 stile libero, cioè battere il record del mondo di Federica Pellegrini?

Giappone

Per una volta non parlo di Yui Ohashi, che comunque resta la nuotatrice del mio cuore (e questa settimana ha fatto parlare di sé per aver scelto, prima in Giappone, la via del professionismo), ma di Reona Aoki, che con 1.05.19 spaventa un po’ tutte le raniste in giro per il globo, aggiungendosi alla già folta concorrenza nella specialità. Arianna Castiglioni (1.07.86 a Marsiglia), Lilly King (1.06.24) e tutte le altre sono avvisate: Aoki is for real.

Sempre dal Giappone, due cose incredibili: Ryosuke Irie, infinito, continua a pennellare dorso di altissimo livello per i veri intenditori, e soprattutto Rikako Ikee, che ogni volta che la leggo tra i risultati (57.89 nei 100 farfalla, per dire) mi illumino di forza e speranza al solo pensiero.

SUN YANG: end of an era

Uno che invece non nuoterà più è Sun Yang, visto che il CAS ha definitivamente rifiutato il suo ricorso rispetto alla squalifica di quattro anni inflitta l’anno sorso. Si chiude quindi una vicenda che, in mezzo a tutte le stranezze e le incomprensioni che l’hanno caratterizzata, ci lascia un’unica certezza, cioè che non rivedremo mai più competere uno dei migliori mezzofondisti di sempre.

Sperando che si tratti, stavolta, di una vittoria reale per la lotta al doping e non solamente dell’ennesima pagina triste per lo sport pulito.

See you later!

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