Ci siamo.

Tra poche ore avrà inizio la terza stagione di International Swimming League e, diciamocelo chiaramente, non era così scontato che questo momento arrivasse. 

La prima stagione, attesa come evento “spaccaregole” creato per portare il nuoto in una nuova dimensione, si è rivelata divisiva e ambigua (da un parte chi ha apprezzato e dall’altra chi si è tappato il naso) ma comunque un ottimo inizio per un progetto ambizioso e proiettato verso il futuro. 

La seconda, organizzata in pieno lockdown e con le regole della bolla (vincenti, visti i risultati in termini di contagi), ha presentato poche novità sostanziali, un’organizzazione migliore ma migliorabile e la solita, forse insanabile, rottura tra i fan più duri e puri e quelli più inclini ad apprezzare il prodotto. 

In entrambe, pregi e difetti dell’idea di Grigorishin sono stati abbastanza chiari. Su ciò che funziona, mi sembra evidente che la ISL abbia il grande merito di aver provato a dare al nuoto una nuova spinta, più visibilità, letteralmente più passaggi televisivi.

I nuotatori sembrano apprezzare tutto, dalla possibilità di gareggiare con più regolarità ad alti livelli, al divertimento di farlo con colleghi ed amici che solitamente si vedono una volta l’anno (in occasione del Campionato Mondiale) ed alla possibilità di guadagnare di più.

Sui difetti insiti al prodotto non ci tornerei su più di tanto, perché è chiaro che gli organizzatori non li vedano come tali, ma come una fase di passaggio, un cambiamento necessario per apprezzare al meglio il nuovo format (soprattutto riguardo la questione tempi e punteggi).

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Sembra invece più pregnante il problema comunicazione: tutto ciò che riguarda la ISL sembra sempre un pò nebuloso, dall’uscita istituzionale di notizie (il sito e i social, migliorabili) alla spiegazione delle regole della competizione o anche del Draft stesso. L’effetto che ne esce, tuttavia, non è quello di mistero intorno a un evento atteso da tutti, ma di confusione: la paura è che, prima o poi, il fan medio si possa definitivamente stancare. 

Prendiamo la questione punteggi: mi sembra chiaro che sia molto più semplice seguire i match e aggiornarsi mentre le gare si svolgono, di modo che il punteggio venga assimilato quasi naturalmente insieme alla competizione. Però diciamo che si può fare di meglio se, come è normale che sia, stai cercando nel frattempo di vendere il prodotto a fan che vanno dallo scettico al contrariato e che devono fare un abbonamento ad una pay tv per seguirti.

Non parliamo poi del ranking e del famigerato algoritmo, tanto studiato quanto incomprensibile ma soprattutto non utile ai fini del racconto della ISL. Quest’anno qualcosa dovrebbe cambiare (Qui trovate la spiegazione del nuovo sistema di ranking) soprattutto grazie al curioso innesto di stelle e pietre preziose a seconda della posizione in classifica dell’atleta in ogni gara. Una scelta che dovrebbe aiutarci a comprendere meglio la forza di ogni nuotatore e di conseguenza del suo team grazie all’impatto visivo dei colori. Speriamo.

Poi ci sarebbe il discorso pagamento atleti, anche questo abbastanza misterioso. Non si conoscono ancora i prize money per la stagione che sta per iniziare e non si sa ancora, cosa potenzialmente più grave, se tutti siano stati correttamente pagati per la season II. Sono solo voci che, per quanto insistenti soprattutto a livello social, non trovano conferme ufficiali, però sono le stesse che c’erano all’inizio della seconda stagione, e comunque rappresentano un campanello d’allarme non piacevole, un biglietto da visita particolarmente sgradevole. Personalmente – ed anche egoisticamente – spero che si risolva tutto, come sembra si sia risolto anche nelle passate occasioni, perché di ISL ne voglio ancora e per molto tempo.

AQUA CENTURIONS (GM Domenico Fioravanti, Coach Matteo Giunta)

L’obiettivo dichiarato è quello di passare il turno e cercare, per la prima volta in tre anni, di non finire in fondo alla classifica. Per farlo, molti degli italiani sono stati confermati, partendo ovviamente da Federica Pellegrini, che ha annunciato che si ritirerà proprio al termine della ISL III. Il rookie Arno Kamminga si va aggiungere, in maniera anche un pò inaspettata, alla già bene assortita coppia di ranisti Scozzoli-Martinenghi, mentre tra le donne (vero punto debole delle precedenti regular season) Kathleen Dawson è un innesto di qualità.

NY BREAKERS (GM/Coach Martin Trujens)

Il team newyorkese perde Michael Andrew e famiglia per tutta la stagione: una bella botta, difficile da rimpiazzare perché leader nel punteggio (pur non vincendo mai una gara) e nel carisma (dei genitori, non del figlio). Dai Centurions arriva l’ottimo Philip Heintz e da Iron Marco Koch, ma terrei d’occhio soprattutto il rookie David Popovici, astro nascente dello stile libero mondiale (quantomeno per vederlo nuotare).

DC TRIDENT (GM Kaitlin Sandeno, Coach Cyndi Gallagher)

Al top player Zach Apple si aggiunge uno specialista della vasca corta come Ryan Hoffer, da non sottovalutare come plus nel complesso incastro dei punteggi soprattutto in chiave staffette. In generale, si tratta di un team che non ha il nome altisonante ma che è ben coperto in molte delle specialità veloci più importanti.

TORONTO TITANS (GM Rob Kent, Coach Byron McDonald)

Manca la star canadese Penny Oleksiak, ma ci sono sia Kylie Masse che l’astro nascente Summer MacIntosh, che con le svedesi Coleman e Hansson formano un team femminile di tutto rispetto. Tra i maschi, Brant Hayden e Shane Ryan, ma anche Alberto Razzetti e Lorenzo Zazzeri. Niente male.

TOKYO FROG KINGS (GM Kosuke Kitajima, Coach Dave Salo)

Non ho ancora capito se le scelte di Dave Salo al draft fossero parte di una strana e (per me) oscura strategia più ampia oppure frutto di un estemporaneo incaponirsi dell’esperto coach. Fatto sta che il roster mi sembra peggiorato rispetto all’anno scorso, soprattutto nel femminile. I nostri Alessandro Pinzuti e Federico Poggio faranno squadra con Morozov e Seto per provare a qualificare il team giapponese alla post season.

IRON (GM Dorina Szekeres, Coach Luka Gabrilo)

C’è ancora Katinka a guidare il team Iron verso la ricerca della seconda post season consecutiva. Le premesse per far bene ci sono tutte: Ranomi Kromowidjojo è sempre un’ottima carta per la velocità, e ci sono anche Costanza Cocconcelli, Lorenzo Mora e Silvia Scalia, oltre al confermato Marco Orsi, alla sorpresa dell’anno scorso Emre Sakci e al nome pesante di Kristof Milak.

LA CURRENT (GM Lenny Krayzelburg, Coach David Marsh)

L’anno scorso sono stati finalisti grazie ai punti di Beryl Gastaldello, Ryan Murphy, Tom Shields e Maxime Rooney. Aggiungono un’ottima pick con Bronte Campbell: basterà per fare qualcosa in più? (C’è anche Sara Franceschi).

LONDON ROAR (GM Rob Woodhouse, Coach Steven Tigg)

Non avere Adam Peaty, almeno per tutta la regular season, significa regalare un bel gruzzolo di punti nella rana a Energy Standard, Iron e Aqua Centurions. Ma l’anno scorso non avevano il blocco australiano al completo, che significa guadagnare Minna Atherthon, Emma McKeon, Kyle Chalmers e Cate Campbell. Pericolosi. (Anche Ilaria Bianchi con loro).

ENERGY STANDARD (GM James Gibson, Coach Tom Rushton)

Conferma quasi completa per il team fondatore che l’anno scorso ha perso il titolo dai rivali Cali Condors. Sjoestroem, Manaudou, Le Clos, Pilato, Haughey, Heemskerk, Shymanovich (e Marco De Tullio) cercheranno di riportare il trofeo a Grigorishin.

CALI CONDORS (GM Jason Lezak, Coach Jeff Julian)

Squadra che vince non si cambia, e allora anche i campioni in carica puntano sulla riconferma del roster, con Caeleb Dressel, Lilly King e compagni chiamati a tentare il repeat. Quanto sarà difficile lo scopriremo tra un paio di match.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4