Dopo aver analizzato la storia di tutti i world record dello stile libero, il viaggio statistico di Nuotofan passa alla farfalla, e più in particolare ai 100, distanza che riporta al centro della discussione campioni come Michael Phelps e Caeleb Dressel al maschile, Sarah Sjöström e Dana Vollmer al femminile.

Scopriamo quali sono i differenziali dei record del mondo in questa specialità.

Il regolamento attuale entra in vigore nel 1957, e nel 1958 il WR maschile è l’1.01.0 di Ishimoto (5 WR al suo attivo), mentre quello femminile appartiene alla Ramey con 1.09.6: 14,6% di differenza percentuale.

Saltiamo alle Olimpiadi di Monaco 1972, dove i WR vengono fissati a 54.27 da Mark Spitz (settimo WR che stabilisce) e a 1.03.34 dalla giapponese Aoki.
La differenza di 16,7% segnala il valore del crono di Spitz, che verrà ritoccato di 9 centesimi solo cinque anni dopo ad opera di Joe Bottom.

In campo femminile il quadriennio che porta a Montreal 1976 vede, come nello stile libero, le imprese di Kornelia Ender (in totale 6 WR al suo attivo nei 100 delfino), che alle Olimpiadi canadesi sfiora il muro dei 60″ (1.00.13) riducendo il differenziale al 10,8%.

È la tedesca dell’est Knache a scendere per prima sotto i 60″ nel 1977 (59.78 ), prima che il 1980 veda i primati dello svedese Arvidsson (54.15) e di quella Mary T. Meagher (59.26) che l’anno successivo compierà un vero balzo nel futuro nuotando 57.93.
Paulus, sempre nel 1981, scende sotto i 54″ (53.81), e quindi il differenziale tra record maschile e femminile si attesta ad un misero 7,7% , che segnala l’incredibile valore del crono della Meagher. Crono che resterà negli annali per 18 anni, fino cioè al 1999 in cui Jenny Thompson lo migliorerà di soli 5 centesimi.

In campo maschile la situazione è assai più dinamica e le Olimpiadi di Los Angeles 1984 vedono il grande duello tra Morales e Gross, e sarà l’albatros tedesco ad uscirne vincitore, fissando il WR a 53.08.

Nel 1986 Morales scenderà poi sotto i 53″ (52.84) e bisognerà attendere l’avvento del russo Denis Pankratov a metà anni ’90 per portare il WR a 52.27 alle Olimpiadi di Atlanta 1996.

Sarà l’australiano Klim a prendere il testimone da Pankratov, migliorando il WR in tre occasioni fino a scendere sotto i 52″ con 51.81 nel 1999.

Si è già visto per lo stile libero veloce che il 2000 ha una sola primattrice, Inge De Bruijn. Così è anche nei 100 delfino con tre primati stabiliti in successione dall’olandese che, dopo la prima “bordata”, lima ancora centesimi fino al 56.61 dell’Olimpiade di Sydney.
A fine 2000 la differenza si attesta quindi al 9,3%; siamo cioè ancora sotto il 10% a sottolineare il valore dei crono nuotati dalla De Bruijn in quel 2000.

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Il Mondiale di svolta per il record maschile è il 2003. Si assiste a tre WR in rapida successione ad opera di tre atleti diversi: l’ucraino Serdinov (51.76) nella prima semifinale, Michael Phelps (51.47 con uno strabiliante 26.36 nella seconda vasca) nella seconda semifinale e, infine, lo storico 50.98 di Ian Crocker nella finale (con Phelps secondo in 51.10).
Crocker migliorerà poi il suo WR l’anno successivo ai trials di Long Beach (50.76) e, dopo la sconfitta olimpica ad Atlanta, lo fisserà a 50.40 ai Mondiali di Montreal 2005.

Prima che si apra il biennio gommato, il differenziale tra WR maschile e femminile è quindi risalito al 12,3%, a sottolineare il valore specifico del primato di Crocker.

Sono i Mondiali 2009 a portare cambiamenti significativi.

La 16enne Sarah Sjöström migliora due volte il record della De Bruijn, prima in semifinale con 56.44 e poi in finale con 56.06.

Tra gli uomini c’è la sfida all’Ok Corral tra Cavic e Phelps (che era diventato primatista mondiale con il 50.22 alle selezioni mondiali), con il serbo nuovo primatista mondiale per 24 ore dopo il suo 50.01 nelle semifinali e poi Phelps ad infrangere, in finale, la barriera dei 50″ (49.82).

Alla fine del 2009 la differenza è del 12,5%.

Il record di Phelps resisterà 10 anni, fino ai Mondiali 2019.

Dressel, che già due anni prima aveva nelle corde la possibilità di migliorarlo, a Gwangju nuota in semifinale un 49.50, che poi ritoccherà di 5 centesimi alle Olimpiadi di Tokyo.

In campo femminile è Dana Vollmer a scendere sotto il muro dei 56″ alle Olimpiadi di Londra (55.98 ), prima che la Sjöström si reimpossessi del WR nuotando prima 55.74 e poi 55.64 ai Mondiali di Kazan 2015.

L’ultimo progresso si ha a Rio 2016, con la Sjostrom che realizza il suo quinto WR con 55.48.

La differenza attuale tra il 49.45 di Dressel e il 55.48 della Sjöström è del 12,2%.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4