Nel riviverne la progressione, impossibile non pensare a grandi nomi come quelli di Janet Evans e Katie Ledecky, ma anche a Novella Calligaris, che nel ’73 fu Campionessa e primatista del Mondo. Al maschile, i grandi australiani – Perkins, Thorpe e Hackett – hanno dovuto lasciare spazio al cinese Zhang Lin, la cui gara a Roma 2009 resta ancora inavvicinabile.
Vi raccontiamo tutto, e molto bene, nella puntata di oggi, sempre a cura di Nuotofan!
Parto dal 1962, quando il WR maschile è stato fissato in 8.51.5 da Murray Rose e quello femminile in 9.51.6 da Carolyn House: la prima differenza percentuale è dell’11,3%.
Tra il 1967 e il 1968 la statunitense Debbie Meyer imprime una decisa accelerazione al WR femminile, portandolo da 9.35.8 a 9.10.4. Nel 1968 il WR maschile è del connazionale Mike Burton con 8.34.3, per cui il delta precipita al 7,0%.
Nel 1972 Keena Rothhammer vince l’oro olimpico in 8.53.68 che va confrontato con l’8.23.8 dell’australiano Brad Cooper: delta ulteriormente ridotto al 5,9%.
Dal 1973 un altro australiano, il celebre Stephen Holland, comincia a inanellare WR, fino al suo settimo, nel 1976, quando nuota un 8.02.91 che in quello stesso anno viene migliorato a 8.01.54 dal suo grande rivale USA, Bobby Hackett.
Parecchio dinamismo anche in campo femminile, dove è d’obbligo ricordare il WR di Novella Calligaris quando vince l’oro mondiale a Belgrado 1973 (8.52.97 il suo crono), prima dei successivi miglioramenti di Shirley Babashoff e Petra Thumer, che nel 1976 vince il titolo olimpico a Montreal in 8.37.14: il delta è risalito al 7,4%.
Subito dopo le Olimpiadi di Montreal entrano in scena le australiane Michelle Ford e Tracey Wickham. La Ford nuota prima 8.34.86 poi 8.31.30, ma è la Wickham, come nei 400 stile libero, a balzare nel futuro con uno spettacolare 8.24.62 ai Giochi del Commonwealth che – poco dopo – viene quasi fotocopiato dall’8.24.94 con cui vince l’oro ai mai abbastanza celebrati Mondiali di Berlino Ovest 1978. Le imprese della Wickham sono evidenziate da un delta mai visto finora: solo 4,8% di differenza percentuale rispetto al WR maschile vigente in quel 1978.
Dal 1979 è il grande Vladimir Salnikov ad iscrivere il suo nome nell’albo dei record, scendendo con 7.56.49 sotto il muro degli 8 minuti, fino al 7.50.64 nuotato ai Goodwill Games 1986.
Il WR della Wickham resiste per 9 anni, ma nel 1987 sia Janet Evans (8.22.44) che la tedesca dell’est Anke Mohring (8.19.53 agli Europei di Strasburgo) lo migliorano nettamente. Nel successivo anno olimpico, l’ultima parola è della Evans che porta il WR a 8.17.12, per poi abbassarlo ancora ad un impressionante 8.16.22 nel 1989. Siamo quindi tornati a delta bassissimi: il 5,4% per la precisione.
L’erede di Salnikov è ovviamente Kieren Perkins, che nel 1991 stabilisce il nuovo WR in 7.47.85, per poi migliorarlo a 7.46.60 nel 1992 e 7.46 netti nel 1994.
Passiamo al 2001, anno fondamentale perché segna l’esordio degli 800 stile libero maschile ai Campionati Mondiali e perché il battesimo è memorabile.
Thorpe aveva già abbattuto il WR nuotando 7.41.59 alle selezioni australiane, ma il duello con un Grant Hackett in grande forma (impressionante WR nei 1500 stile libero) a quei Mondiali di Fukuoka è da leggenda natatoria, perché, nonostante la gara abbia un evidente svolgimento tattico, Thorpe prevale sul grande rivale con la solita chiusura formidabile, e un crono finale di 7.39.16 che si commenta da solo.
La rivincita indiretta di Hackett avverrà 4 anni dopo, ai Mondiali di Montreal 2005, dove – in lotta solo con il cronometro – stamperà un 7.38.65 che fissa il riferimento maschile prima del biennio gommato.
Quello femminile è rimasto l’epico 8.16.22 di Janet Evans 1989, per cui il delta a fine 2007 è dell’8,2%.
Alle Olimpiadi di Pechino 2008 Rebecca Adlington vince l’oro con un 8.14.10 che migliora, dopo ben 19 anni, il WR della Evans, mentre ai Mondiali di Roma 2009 è Zhang Lin ad essere artefice di una delle più straordinarie gare di quei Mondiali pieni di record, vincendo la finale degli 800 stile libero, in cui era entrato solo con il sesto tempo, con un enorme 7.32.12.
Alla fine del biennio gommato, il delta è quindi risalito al 9,3%.
Mentre nessun nuotatore si è mai più avvicinato al crono di Zhang (per cui il secondo crono assoluto resta il 7.35.27 con cui Mellouli ha vinto l’argento), in campo femminile è emerso il fenomeno-Ledecky, che ai Mondiali di Barcellona 2013 ha stabilito, con 8.13.86, il suo primo WR nella distanza che le aveva dato l’oro olimpico 12 mesi prima.
Nei successivi 3 anni, la Ledecky si è addentrata in territori inesplorati: prima 8.11 netti nel 2014, poi 8.07.36 ai Mondiali di Kazan 2015, e infine 8.06.69 durante la stagione 2016 per poi bissare il titolo Olimpico con l’8.04.79 di Rio.
Nonostante il fenomeno-Ledecky, la straordinarietà del crono di Zhang è attestata dalla differenza attuale del 7,2%.
Siamo quindi ben sopra al minimo assoluto del 4,8% della Wickham 1978 (e anche al 5,4% della Evans 1989).