Giorno uno subito ricco di protagonisti, con tanti giovani ma anche parecchie stelle già discretamente affermate. Una di queste è senza dubbio l’ucraino Mykhailo Romanchuk, che dopo l’argento mondiale e il testa a testa con Paltrinieri va a prendersi gloria in solitaria con la cavalcata vincente dei 400 stile, vinti in 3’45’’96, nuovo record delle Universiadi.
Per i colori azzurri restano fuori dalla finale sia Filippo Megli undicesimo che Fabio Lombini tredicesimo, ma una stretta al cuore mi arriva quando leggo il nome di Andrea Mitchell D’Arrigo chiudere in ultima posizione la finale (nuotando quasi dieci secondi in più della qualifica dove aveva chiuso quarto in 3’49’’84!), non tanto per la prestazione ma per la bandierina USA a fianco del suo nome!
Faccio un salto in avanti per andare a vedere invece quanto di bello c’è stato per l’Italia. I sogni di medaglia di questa prima giornata erano affidati ai velocisti della 4×100 stile maschile e i ragazzoni della next generation non hanno steccato. Solo gli Stati Uniti sono più forti di Lorenzo Zazzeri, Ivano Vendrame, Alex Di Giorgio e Alessandro Miressi che strappano l’argento in 3’15’’24.
Tornando indietro troviamo la buona finale conquistata da Elena Di Liddo nei 50 farfalla. La pugliese, vista in ottima forma all’Energy for Swim, trova un piazzamento tra le migliori otto con 26’’74, mentre l’altra azzurra in semi, Aglaia Pezzato, rinuncia a scendere in acqua in vista della finale della 4×100 stile.
Altra semi è quella dei 100 dorso uomini, priva di azzurri in acqua, tutti eliminati in mattinata con Matteo Milli 17° e Matteo Restivo 22° entrambi appena sotto al 56’’. Il primo tempo d’accesso lo ottiene l’americano Justin Ress con 53’’34 mentre tra i big spicca la qualifica di Kosuke Hagino, quinto al momento con 54’’57.
Tocca alla finale dei 400 misti donne, dove Carlotta Toni lotta ma chiude in ottava posizione con 4’47’’35 dopo il buon 4’43’’91 della mattina. Stravince la giapponese Yui Ohashi con il nuovo record Universitario di 4’34’’40.
Si torna alle semifinali con i ragazzi dei 100 rana. Un campione olimpico al via, è il kazako Dmitriy Balandin che si prende il primo posto parziale in 1’00’’27 di due decimi più veloce dell’australiano Wilson. Poca Italia, con Andrea Toniato ultimo e fuori in 1’01’’92, mentre Federico Poggio è rimasto il primo degli esclusi dopo le batterie con 1’01’’83.
Jooin, Il tuo Sport dove e quando vuoi!
Scorrendo l’home page di Jooin la prima informazione che si trova è “Trasforma l’allenamento in un’esperienza sociale e inclusiva”.
Non si ha la sensazione di essersi imbattuti nel solito sito di pubblicità camuffato da social, o nell’ennesimo circolo motivazionale dove l’arrosto è sempre meno del fumo. Sembra invece che Jooin sia realmente sostenuto da un’idea originale e concreta, qualcosa che risponde a una reale esigenza, di mercato ma anche di relazioni.
Ne abbiamo parlato con Dario Ricci, l’ideatore del progetto, che da qualche mese sta lanciando in rete lo smoke test della sua idea, che però ha una genesi tutt’altro che comune.
Parlaci di come nasce l’idea di Jooin:
Jooin nasce due anni fa, d’estate, mentre ero fuori casa per un allenamento in bici. Sono abituato a viaggiare molto e a fare molti sport in solitaria, ma quel giorno, mentre pedalavo, ho avvertito la necessità di avere compagnia, di non essere sempre solo nelle mie attività sportive.
Allora mi sono fermato, ho aperto le note del mio telefono e mi sono appuntato quello che poi è diventato il core di Jooin: una piattaforma dove far incontrare le persone che solitamente fanno sport in solitaria.
Quando hai iniziato a credere davvero in questa idea?
Jooin nasce in primis per dare una risposta a una mia profonda esigenza. Lavorando spesso fuori sede, mi ritrovo costantemente a fare attività fisica di qualsiasi tipo in solitaria, ma nel lavorare all’idea ho scoperto che non era un’esigenza solo mia.
Molte delle persone che avevo intorno mi hanno confermato che per chi, come me, lavora spesso fuori sede e non rinuncia all’attività fisica, essere sempre in solitaria è un problema. È stato in quel momento che mio deciso di svilupparla.
Un’idea che ora sta per diventare realtà
Crediamo fortemente in Jooin, in realtà io ci credo così tanto che ho lasciato il mio lavoro di architetto navale per dedicarmici completamente.
Determinante per me è stato l’incontro con Leonardo, mentre ancora lavoravo in un cantiere navale, e la decisione di coinvolgerlo nel progetto. Man mano che ci lavoriamo, man mano che i progetti prendono forma, sembra che il sogno prenda davvero vita.
Parlaci nello specifico di come funzionerà l’App
L’applicazione sarà basata su una mappa interattiva, un profilo personale per ogni utente e un sistema di chat e feedback. Iscrivendosi, si potranno trovare compagni di allenamento, altri sportivi che hanno creato un’attività che ci può interessare, e quindi metterci in contatto per allenarci con loro.
Un valore aggiunto sarà la moltitudine di sport che avranno spazio in Jooin, e di conseguenza anche i professionisti di questi sport, istruttori e strutture specializzate. Consultando l’applicazione sarà possibile trovare, per esempio, l’istruttore di kayak più vicino a noi, oppure la struttura per praticare arrampicata sportiva nella nostra zona.
Un’idea che ha davvero una base molto solida e che sembra avere un contorno altrettanto interessante, da un sistema incentivante a seconda degli allenamenti svolti (che da accesso a scontisti per acquisti di materiale sportivo) alla possibilità di stipulare una polizza infortuni per le attività fisiche.
Una Community sportiva a tutto tondo, che connetterà utenti e professionisti aiutandoli a coltivare la propria passione in modo professionale e sicuro.
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4
Euro Meet 2025, bene gli azzurri in Lussemburgo
È l’Euro Meet di Lussemburgo il primo vero banco di prova della stagione in vasca lunga ormai alle porte. Anno post olimpico, anno di cambiamenti, ma tutti, chi più chi meno, cerca subito conferme su quanto di buono fatto in questa prima parte dell’anno.
Il meeting lussemburghese, da sempre ricco di partecipazioni internazionali, quest’anno lascia spazio più che altro alle realtà europee limitrofe, con Italia e Francia a riempire la maggioranza dei podi.
Vive la France!
Di buoni propositi per l’anno venturo sono ricchi sicuramente i transalpini, in particolare due: Yohann Ndoye-Brouard e Beryl Gastaldello. Sono loro infatti i protagonisti assoluti della tre giorni del Meet, con rispettivamente quattro e cinque successi a testa.
Il dorsista bronzo olimpico con la mista a Parigi è un habitué qui in Lussemburgo, tanto che figura anche nel glorioso albo d’oro dei record nei 100 e 200 dorso, vicino a nomi altisonanti come Cseh, Manaudou, Peaty e Koch. Il doppio record lo aveva siglato lo scorso anno, mentre in questa occasione ci va solo vicino: nei 100 chiude in 53’’81, nei 200 in 1’58’’92. Vince anche i 50 in 24’’96 (un decimo circa sopra il primato di Robert Glinta) e i 200 misti con 2’03’’58.
Pokerissimo invece per Beryl Gastaldello, dominatrice delle distanze veloci: prima l’accoppiata 50 e 100 stile (25’’07-53’’81), poi quella nel dorso (27’’93-1’00’’36) e infine il sigillo nei 50 farfalla con 26’’50.
Successo francese anche per Sacha Velly nei 1500 stile (15’15’’39).
Viva l’Italia!
Ci siamo anche noi! Ragazzi e ragazze si difendono egregiamente, a partire dai big fino ai più giovani. E tra i big il nome più pesante è certamente quello di Nicolò Martinenghi, fresco di nuova guida tecnica. La prima uscita in lunga per l’oro olimpico è agrodolce. Si difende infatti nei 50 rana, dove tocca terzo in 27’’59 mentre nei 100 incappa in una squalifica in finale per nuotata irregolare. Per vedere il miglior Tete c’è comunque ancora tempo!
Rana che è il marchio di fabbrica azzurro, nel dettaglio dell’Imola Nuoto. Nella finale dei 50 troviamo Simone Cerasuolo secondo (27’’56), Federico Poggio quarto (27’’76) e Alessandro Pinzuti ottavo (28’’09). Quest’ultimo è poi secondo nei 100 in 1’00’’81 davanti a Cerasuolo con 1’01’’23 entrambi battuti da Melvin Imoudu che trova la doppietta 50-100.
Restando al maschile troviamo Leonardo Deplano secondo nei 50 stile in 22’’13 e bronzo nei 100 in 49’’73. Dallo stile alla farfalla, con Michele Busa argento nei 100 in 52’’72, alle spalle del tedesco Luca Armbruster oro in 52’’05. Presente anche Simone Stefanì quinto nei 50 e ottavo nei 100 mentre gli 800 stile li vince il classe 2005 della Leosport Tommaso Griffante in 8’02’’72.
Non da meno sono le ragazze: Sofia Morini e Chiara Tarantino brillano nello stile libero. La prima vince i 200 stile in 1’59’’25 ed è poi argento nei 100 in 54’’56 e quinta nei 50 con 25’’87. La Tarantino chiude terza la gara regina in 54’’94, poi è rispettivamente settima nei 50 e nei 200 e quarta nei 50 farfalla in 26’’95. Farfalla che vede anche Ilaria Bianchi vicina al podio, quarta nei 100 in 59’’70, nella gara vinta dalla danese Helena Bach (58’’50, oro anche nei 200 in 2’08’’41).
Si chiude poi con la rana, dove Arianna Castiglioni tocca due volte terza: nei 50 in 31’’30 e nei 100 in 1’08’’04, sempre dietro a Kara Hanlon, oro in 30’’90 e 1’07’’36.
Fatti di nuoto Weekly: vecchie e nuove idee
Gennaio freddissimo e infinito sembra ormai al termine, mentre il nuoto inizia a riscaldare le acque del 2025, con i primi risultati internazionali, e chiudere quelle del 2024 con gli ultimi premi.
Tra idee nuove e storie vecchie, Fatti di nuoto weekly non vi lascia soli: pronti?
Primi risultati
Dal Giappone arriva uno squillo di Murasa Tatsuya, 17 anni e un bel 1.45.84 nei 200 stile alla Kitajima Cup, mentre negli States impazza il circuito NCAA, con Luca Urlando che fa il record nei 200 farfalla in yards, 1.37.17.
Mentre Razzetti è in tribuna a Melbourne insieme a Marchand a vedere la finale degli Australian Open (e poi entrambi in spiaggia con Ceccon), per i colleghi italiani c’è stato il meeting di Ginevra, una delle storiche prime uscite per i big azzurri.
Prima i giovani: Carlos D’Ambrosio fa 49.93 nei 100 stile (e anche 23.14 nei 50 e 1.49.77 nei 200), Sofia Morini 54.88 nei 100 stile (davanti a Curtis e Tarantino) e Sara Curtis 28.41 nei 50 dorso e 25.19 nei 50 stile. Ma il risultato più interessante riguarda Federico Burdisso, 1.56.72 nei 200 farfalla (battuto il record del meeting che apparteneva a Laszlo Cseh) oltre a un 52.86 nei 100 e 23.86 nei 50. Primi passi per un gran ritorno del lombardo ad alti livelli.
Da domani c’è l’Euro Meet in Lussemburgo, con una sfilza di nomi interessanti, dai francesi Gastaldello, Grousset, Joly e Ndoye-Brouard, l’ucraino Bukhov e diversi italiani: Sofia Morini, Chiara Tarantino, Leonardo Deplano, Simone Stefanì, Giacomo Carini e Nicolò Martinenghi, al debutto in gara dopo il cambio di allenatore.
Awards
Un’informata di premi, diamone notizia:
Pan Zhanle è nuotatore dell’anno per quanto riguarda i Paesi sul Pacifico, davanti a Cameron McEvoy e Kyle Chalmers.Tra le donne, nella stessa categoria ha vinto Kaylee McKeown, davanti a Ariane Titmus e Mollie O’Callaghan.
Bobby Finke è il nuotatore dell’anno in America.
Sharon van Rowendaal e Kristóf Rasovszky sono atleti europei dell’anno nelle open water, con Ginevra Taddeucci e Domenico Acerenza che si piazzano alla seconda posizione.
I World Aquatics Awards li avevano vinti Leon Marchand e Summer McIntosh, che aveva vinto anche gli European Aquatics Awards insieme a Sarah Sjöström.
Vi piacciono questi nomi? Vi piacerebbe vedere tutti riuniti in un’unica serata, magari vestiti bene e con una location di classe?
Questa fioritura di premi mi fa pensare, ancora una volta, alle occasioni sprecate del nuoto.
Visto che ognuno di questi premi vale pochissimo, forse ad esclusione del premio di World Aquatics, perché continuare a perdere valore in questo modo? Non sarebbe meglio valorizzare tutto e renderlo più appassionante, magari con una cerimonia e una premiazione in grande stile? Non è che sia un’idea così nuova e rivoluzionaria, ma potrebbe essere un altro modo per far crescere il nuoto.
Forse servirebbe un governo illuminato, come quello che propone Kirsty Coventry, candidata alla presidenza del CIO e paladina dell’Africa, della parità di genere e dei diritti femminili.
Brema
Ricordando l’anniversario della tragedia di Brema con le parole di Cristiana Scaramel, ricordiamo anche come ormai la Coppa Brema sia un vecchio ed impolverato ricordo nel panorama del nuoto italiano.
Nel rinnovamento quadriennale olimpico, e quindi anche della Federnuoto e delle sue regole, sarebbe bello poter finalmente ripensare alla competizione che per anni ha appassionato il nuoto “di squadra”, una delle poche cose per le quali valeva la pena andare in piscina ad esclusione degli Assoluti.
È così impensabile dare nuova vita al nostro Campionato a Squadre?
See you later!
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4
Tecnologia, scienza e passione per il nuoto le basi del progetto PACE
È stato presentato oggi, venerdì 24 gennaio, presso il Bocconi Sport Center di Milano, il progetto PACE – Performance Advanced Coaching Evolution – pensato per ottimizzare l’allenamento e migliorare le prestazioni degli atleti.
A presentare il loro progetto tre professionisti legati dalla passione per il Nuoto e che conoscono profondamente questo ambiente: il Dott. Francesco Confalonieri medico sportivo e metodologo dell’allenamento, Alessio Cosmi esperto nella gestione del Virtual Swim Trainer e Francesca Salvalajo specializzata in videoanalisi della tecnica natatoria.
Un progetto che porta avanti le intuizioni, le idee e l’eperienza del video analista Stefano Nurra, come ha voluto ricordare durante la presentazione un commosso Confalonieri.
Presenti all’evento gli atleti azzurri: Silvia Di Pietro, Simone Barlaam, Costanza Cocconcelli, Flippo Megli e Lorenzo Zazzeri.
PACE vuole portare un nuovo approccio al Nuoto in cui la costruzione della prestazione dell’atleta è l’obiettivo principale.
Si tratta di un un protocollo innovativo che si propone di ottimizzare il gesto tecnico e la prestazione degli atleti attraverso un modello che unisce l’analisi dei diversi parametri fisiologici e biomeccanici che concorrono a determinare la prestazione avvalendosi in modo integrato delle più evolute tecnologie.
Partendo dagli studi e dall’esperienza a bordo vasca dei suoi ideatori pace vuole offrire all’allenatore atleti le indicazioni fondamentali per migliorare l’efficienza della nuotata e allenare in modo specifico individualizzato i diversi fattori limitanti la prestazione. Il progetto infatti unisce in un unico protocollo la video analisi, il monitoraggio dell’applicazione della forza in acqua e la valutazione dei parametri fisiologici che condizionano la prestazione frequenza cardiaca e produzione di acido lattico.
L’obiettivo fondamentale di PACE è di fornire agli allenatori gli strumenti per “allenare la gara”, questo si può realizzare in particolare grazie a:
- Test di Mader: mirato a valutare le capacità aerobiche attraverso il monitoraggio della frequenza cardiaca e l’analisi dell’acido lattico ha prodotto diverse andature.
- Test dei 100 attivati: consente di valutare le caratteristiche anaerobiche e la loro evoluzione nel tempo, ideato da Francesco Confalonieri e proposto da oltre trent’anni e moltissimi atleti dei più giovani agli olimpionici
- Test dei 2 × 50: una proposta innovativa mirata a comprendere in modo accurato le componenti che determinano la prestazione nelle gare più veloci.
Ciò che rende PACE unico è l’unione della valutazione funzionale con gli strumenti più avanzati offerti dalla tecnologia applicata al nuoto:
- Video analisi avanzata: la combinazione di riprese subacquee di superficie e utilizzo di specifici software consente di analizzare e ottimizzare le diverse fasi della nuotata e di condividere i risultati con l’allenatore e l’atleta.
- Valutazione della forza applicata: l’utilizzo di specifici sensori palmari consente di misurare l’applicazione della forza nei diversi momenti della bracciata. La combinazione di queste indicazioni con quelli del video analisi permette di intervenire in modo molto efficace sulla tecnica ottimizzando avanzamento rendimento energetico e prestazione.
- Virtual swim trainer: una striscia luminosa posizionata sul fondo della piscina con diversi cursori colorati che controllati a distanza consentono al nuotatore di nuotare a velocità preimpostati, garantendo la massima precisione ai test di valutazione funzionale e alle simulazioni velocità di gara.
Silvia Di Pietro sta sperimentando questo metodo con il Dott. Confalonieri e il suo coach Mirko Nozzolillo da diversi anni e si trova molto bene. Grazie a questo protocollo sono andati a fare un’indagine molto approfondita sulla nuotata, per valutare le potenziali aree di miglioramento e poter lavorare su quella zona d’ombra che con l’allenamento tradizionale a volte non si riesce a identificare.
Interessante l’intervento del campione paralimpico Simone Barlaam che ha voluto sottolineare che l’efficacia di questo metodo per i normodotati sarebbe sicuramente amplificata nel nuoto paralimpico, dove le condizioni di partenza e quindi le condizioni specifiche di ogni atleta sono completamente diverse. Il protocollo potrebbe quindi aiutare a rendere al massimo le proprie capacità a seconda delle delle condizioni residue, quindi della patologia nella disabilità. Un ulteriore applicazione di questo metodo potrebbe essere nelle classificazioni funzionali dei classificatori della Federazione internazionale Paralimpica, per verificare esattamente quali sono le caratteristiche e le capacità dell’atleta che si sta valutando.
Questo protocollo è al momento utilizzato e testato positivamente per atleti evoluti (ad esempio dagli sprinter allenati da James Gibson), ma l’intento è quello di approfondire gli studi, sviluppare ulteriromente il protocollo e renderlo disponibile per il nuoto giovanile con lo scopo di fornire mezzi per supportare i talenti con un approccio scientifico.
“Con un approccio sinergico che combina tecnologia, scienza e coaching PACE non è solo un progetto ma un nuovo paradigma per il mondo del nuoto – commenta Francesco Confalonieri – grazie un approccio sinergico vogliamo aiutare gli atleti a superare i propri limiti e offrire agli allenatori strumenti concreti per guidare i propri team verso l’eccellenza, la possibilità di unire test avanzati rilevazione biomeccanica e analisi tecnica garantisce risultati concreti e replica Bili aprendo nuove prospettive per la preparazione sportiva e la competizione”
Allenatori, atleti e società sportive sono invitate a unirsi a questa rivoluzione tecnologica e scientifica nel mondo del nuoto per un nuovo approccio all’allenamento e alla competizione.
PACE ideato dai tre professionisti su citati e ralizzato in collaborazione con Coaching Sport Italia® che si occupa di formazione, valutazione funzionale e allenamento attraverso un’ampia e diversificata rete di collaboratori e partner.
Per informazioni contattare pace.project25@gmail.com
Foto e contenuti Roberto Florindi | Corsia4
Ho letto “Con la testa sott’acqua” di Cristina Chiuso
Cristina Chiuso è un personaggio difficilmente incasellabile in una sola categoria e proprio per questo davvero interessante.
Nuotatrice professionista per 20 anni, è stata capitana della Nazionale italiana, ha vinto cinque medaglie a livello europeo e partecipato a cinque Mondiali e quattro Olimpiadi, giungendo alla finale a Sydney 2000. È stata la velocista più forte della sua generazione, primatista italiana dei 50 stile sia in lunga che in corta per più di tre lustri e colonna portante delle staffette veloci azzurre.
Con un curriculum di questo genere sembra quasi strano che un suo libro venga pubblicato a ormai 15 anni dal ritiro dalle competizioni, avvenuto nel 2009. Invece non lo è affatto.
Perché, dopo il ritiro agonistico, Cristina Chiuso ha continuato a lavorare nel mondo del nuoto e dello sport, come opinionista tv, commentatrice, giornalista ed esperta di marketing e comunicazione, vivendo l’ambiente del nuoto anche dall’altra parte. Questo le ha conferito esperienza e sensibilità, tratti che traspaiono dalle sue analisi televisive, sempre lucide e chiare, mai banali o superficiali.
Un libro, però, è qualcosa di diverso.
Da amante e fruitore compulsivo di biografie sportive, negli ultimi tempi il mio approccio a questo genere letterario si è raffreddato in maniera desolante.
L’esplosione dei libri “su commissione” ha fatto sì che, spesso, anche vite potenzialmente interessanti vengano rese in maniera scialba, più incline al marketing che al contenuto. Questo morbo ha colpito tutti gli sport, nuoto compreso, e ultimamente è davvero difficile leggere una biografia che lasci il segno.
Da questo punto di vista, Con la testa sott’acqua (2024, ADD Editore), il libro di Cristina Chiuso, ha fatto centro.
Forse perché, innanzitutto, non si tratta di una biografia pura. La vita sportiva dell’autrice non è raccontata in maniera cronologica e piatta, da Wikipedia.
Gli aneddoti e i ricordi sono sempre parte di un discorso più ampio, utili a rafforzare o spiegare un concetto e non semplicemente ad esaltare un dato statistico. Quando Cristina Chiuso racconta della sua esperienza Olimpica, ad esempio, lo fa all’interno di un racconto, dove porta esempi del passato e del presente, ma anche approfondimenti tecnici, dissertazioni di cultura sportiva e di benessere atletico.
Il libro, però, ti rimane addosso perché tutto è collegato da alcuni piccoli particolari, passaggi che a volte sono quasi nascosti, dove l’autrice rende perfettamente l’idea di alcune sensazioni che solo un atleta può provare.
Non si deve per forza essere un olimpionico né un primatista del mondo per aver sentito, in acqua, «la sensazione di essere avvolta in una coperta calda e morbida d’inverno, un tenero abbraccio che mi consola al termine di una giornata faticosa». Basta essere anche un semplice qualificato, un ultimo classificato, quelli dei quali tutti si dimenticano ma senza i quali niente sarebbe possibile.
Come scrive Cristina Chiuso stessa: «è il valore dell’ultimo posto a dare significato al primo».
Con la testa sott’acqua è una lettura necessaria per gli appassionati di nuoto, che si ritroveranno facilmente nelle sue parole dallo stile ora leggero e ora molto tecnico, ma mai pesante.
Ma anche per chi vuole una visione dello sport moderna, dove trovano spazio le parole delle donne del bordo vasca, dove la salute mentale non è più un tabù e dove non è solo il risultato ad avere senso, ma è il percorso il vero protagonista.
Raccontarsi in questo modo rende davvero giustizia al nostro sport.
Foto: Fabio Cetti | Corsia4
Fatti di nuoto Weekly: il giro del Mondo
Trovare la motivazione è difficile, mantenerla alta e ricaricarla è ancora più complicato. E allora si ricorre al cambiamento, uno degli antidoti più sicuri contro la monotonia, uno stimolatore naturale di nuove sensazioni e di adrenalina.
Il momento migliore per applicarlo è proprio questo, il primo anno post-Olimpico, con gli obiettivi abbastanza lontani da poter, eventualmente, ancora aggiustare la mira, ma anche abbastanza vicini da aver presto un primo step di valutazione.
Il giro del Mondo di nuotatori e allenatori, in questo 2025, è appena iniziato: scopriamone qualcosa in più.
USA
Partiamo dalla notizia che gli USA non pagheranno il sostegno alla WADA, continuando nella battaglia che li vede contrapposti fortemente, e sempre più politicamente, all’agenzia internazionale antidoping. Si tratta di uno scontro che proprio nel nuoto ha avuto il casus belli, per la mancata squalifica dei cinesi trovati positivi nel 2021, e che ora sembra tornato al centro del discorso politico-sportivo internazionale.
Con la rielezione di Donald Trump, che nel suo primo mandato approvò una legge che permetteva proprio di scegliere quale agenzia antidoping sostenere, anche lo sport americano diventa pedina fondamentale nello scacchiere internazionale, e non è da escludere che questo provochi effetti anche a livellosportivo.
Proprio nei giorni in cui Los Angeles brucia a causa degli spaventosi incendi che l’hanno colpita, e tra le vittime c’è anche l’abitazione di Gary Hall Jr (il CIO ha dichiarato che replicherà e gli regalerà le medaglie Olimpiche perse nel rogo), il nuoto NCAA ricomincia a macinare meeting, e c’è attesa soprattutto per Gretchen Walsh, la regina dello sprint lanciata verso un ruolo da protagonista.
In mezzo a ciò ci sono anche alcune nostre ragazze, come Anita Bottazzo, Florida Gators, e Bianca Nannucci, Virginia Tech: comunque vada, l’esperienza negli Stati Uniti darà loro qualcosa in più.
Australia
A proposito di 2028, Ceccon è finalmente sbarcato a Brisbane. Lo abbiamo visto sui social con Alberto Burlina e Dean Boxall, sorridente e carico per la nuova avventura dall’altra parte del mondo. Se vi dicessi che ho solo curiosità per questa scelta, mentirei. In me c’è anche un po’ di preoccupazione, perché mi piacerebbe tantissimo vedere Ceccon protagonista assoluto in ogni gara importante, da qui fino a Los Angeles. Lo so che è un sogno forse irrealizzabile, e magari neanche corretto da chiedere, ma le potenzialità per far sì che il nostro dorsista sia un vero pilastro del nuoto mondiale ci sono tutte. Un dominatore totale, uno che se non vince è sui tutti i podi, uno che fa paura davvero a tutti e per un periodo lungo, a livello maschile, non lo abbiamo mai avuto.
Sia chiaro, ci si accontenta di quello che viene (anche perché finora è stato tuto incredibilmente positivo), ma sognare è gratis. Quindi…
Si sposta invece dall’Australia Michael Bohl, storico coach di down under, allenatore tra gli altri di fenomeni generazionali come Kaylee McKeown e Emma McKeon.
Nel finale di Parigi 2024 aveva annunciato il suo ritiro e invece si trasferirà in Cina, per ricoprire un ruolo dirigenziale nei centri di specializzazione di Pechino e Shanghai. Una brutta botta per Swimming Australia, che non solo perde uno dei suoi mentori (sostituito comunque da una sicurezza come da Mel Marshall), ma lo perde a favore dei nemici più sgraditi e anche criticati. In passato fu Denis Cotterel, che poi ha allenato Sun Yang, ora sarà Bohl a guidare una Cina che punta come sempre molto in alto.
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4
Notizie migliori arrivano dai 200 dorso donne, dove Margherita Panziera spalleggia con le migliori ed entra in finale con il terzo tempo. 2’10’’50 è un buon crono, ma per la medaglia servirà almeno quanto nuotato a Budapest (2’09’’43) perché la concorrenza è alta.
L’ultima semifinale di giornata sono i 50 farfalla uomini, con il dominio del bronzo di mondiale Andrii Govorov, primo senza affanni in 23’’17. A spessore internazionale solo Konrad Czerniak può infastidirlo, ma il polacco non sembra al meglio ed è dentro solo con l’ottavo crono in 23’’76. Per l’Italia out Carini in batteria, fuori anche Andrea Vergani, che trova la semi chiusa al 14° posto in 24’’20.
Chiudono le ragazze della 4×100 stile: il Canada con Katerine Savard in apertura vince in 3’39’’21, due decimi meno della Russia e poco meno di un secondo più veloce degli USA. L’Italia con Aglaia Pezzato, Paola Biagioli, Rachele Ceracchi e capitan Laura Letrari chiude settimana in 3’42’’71.
Oggi la seconda giornata con le finali a partire dalle 13.02 italiane!!
(foto copertina: Federnuoto.it)