Giorno uno subito ricco di protagonisti, con tanti giovani ma anche parecchie stelle già discretamente affermate. Una di queste è senza dubbio l’ucraino Mykhailo Romanchuk, che dopo l’argento mondiale e il testa a testa con Paltrinieri va a prendersi gloria in solitaria con la cavalcata vincente dei 400 stile, vinti in 3’45’’96, nuovo record delle Universiadi.

Per i colori azzurri restano fuori dalla finale sia Filippo Megli undicesimo che Fabio Lombini tredicesimo, ma una stretta al cuore mi arriva quando leggo il nome di Andrea Mitchell D’Arrigo chiudere in ultima posizione la finale (nuotando quasi dieci secondi in più della qualifica dove aveva chiuso quarto in 3’49’’84!), non tanto per la prestazione ma per la bandierina USA a fianco del suo nome!

Faccio un salto in avanti per andare a vedere invece quanto di bello c’è stato per l’Italia. I sogni di medaglia di questa prima giornata erano affidati ai velocisti della 4×100 stile maschile e i ragazzoni della next generation non hanno steccato. Solo gli Stati Uniti sono più forti di Lorenzo Zazzeri, Ivano Vendrame, Alex Di Giorgio e Alessandro Miressi che strappano l’argento in 3’15’’24.

Tornando indietro troviamo la buona finale conquistata da Elena Di Liddo nei 50 farfalla. La pugliese, vista in ottima forma all’Energy for Swim, trova un piazzamento tra le migliori otto con 26’’74, mentre l’altra azzurra in semi, Aglaia Pezzato, rinuncia a scendere in acqua in vista della finale della 4×100 stile.

Altra semi è quella dei 100 dorso uomini, priva di azzurri in acqua, tutti eliminati in mattinata con Matteo Milli 17° e Matteo Restivo 22° entrambi appena sotto al 56’’. Il primo tempo d’accesso lo ottiene l’americano Justin Ress con 53’’34 mentre tra i big spicca la qualifica di Kosuke Hagino, quinto al momento con 54’’57.

Tocca alla finale dei 400 misti donne, dove Carlotta Toni lotta ma chiude in ottava posizione con 4’47’’35 dopo il buon 4’43’’91 della mattina. Stravince la giapponese Yui Ohashi con il nuovo record Universitario di 4’34’’40.

Si torna alle semifinali con i ragazzi dei 100 rana. Un campione olimpico al via, è il kazako Dmitriy Balandin che si prende il primo posto parziale in 1’00’’27 di due decimi più veloce dell’australiano Wilson. Poca Italia, con Andrea Toniato ultimo e fuori in 1’01’’92, mentre Federico Poggio è rimasto il primo degli esclusi dopo le batterie con 1’01’’83.

Parigi 2024 | Gli azzurri del Nuoto Paralimpico

Sono 28 gli atleti selezionati a seguito degli slot guadagnati dall’Italia – 12 femmine e 16 maschi – dal Direttore Tecnico Riccardo Vernole per i prossimi Giochi Paralimpici Estivi di Parigi 2024 che si terranno dal 28 agosto all’8 settembre 2024 presso Paris La Défense Arena: un’arena polivalente situata a Nanterre.

I convocati per Giochi Paralimpici Estivi di Parigi

Berra Alessia – GS Fiamme Azzurre / Polha Varese
Bianco Vittoria – GS  Paralimpico Difesa / Impianti Sportivi Nf
Boggioni Monica – GS Fiamme Oro / Pavia Nuoto
Ghiretti Giulia – GS Fiamme Oro / Ego Nuoto Parma
Gilli Carlotta – GS Fiamme Oro / Rari Nantes Torino
Mecenate Domiziana – SS Lazio Nuoto
Palazzo Xenia Francesca – GS Fiamme Azzurre/ Verona Swiming Team
Procida Angela – GS  Paralimpico Difesa / Centro Sportivo Portici
Rabbolini Martina – Non Vedenti Milano
Scortechini Alessia – Circolo Canottieri Aniene
Talamona Arianna – GS Fiamme Azzurre/Polha Varese
Terzi Giulia – GS Fiamme Azzurre/Polha Varese

Amodeo Alberto – GS Fiamme Gialle / Polha Varese
Barlaam Simone – GS Fiamme Oro / Polha Varese
Beggiato Luigi – GS Fiamme Gialle / CS Guardia Di Finanza
Bettella Francesco – GS Fiamme Oro / Civitas Vitae Sport Education
Bicelli Federico – GS Fiamme Azzurre / Pol. Bresciana No Frontiere
Bocciardo Francesco – GS Fiamme Oro / Nuotatori Genovesi
Boni Vincenzo – GS Fiamme Oro / Caravaggio Sport. Village
Bortuzzo Manuel  – GS Fiamme Oro
Ciulli Simone – GS Fiamme Azzurre / Circolo Canottieri Aniene
Fantin Antonio – GS Fiamme Oro / S.S. Lazio Nuoto
Marigliano Emmanuele – Centro Sportivo Portici
Menciotti Riccardo – GS Paralimpico Difesa / Circolo Canottieri Aniene
Morelli Efrem – GS Fiamme Oro/ Canottieri Baldesio
Morlacchi Federico – GS Fiamme Azzurre / Polha Varese
Palazzo Misha – Verona Swimming Team
Raimondi Stefano – GS Fiamme Oro / Verona Swimming Team

Staff

Team Leader / Direttore Tecnico FINP: Vernole Riccardo
Tecnici Nazionale: Allocco Vincenzo, Testa Enrico, Tosin Massimiliano, Poli Matteo
Tecnici: Arditi Barbara, Biava Micaela , Grosso Elena, Grassini Andrea, Longinotti Piergiuseppe
Medico in quota CIP: De Luca Stefano
Fisioterapisti: Busato Alberto, Fusco Lia, Maselli Claudia
Infermiera: Carestia Elisabetta

Fornasiero Federica al commento tecnico RAI

Fatti di nuoto Weekly: 7 nomi (+1) dagli EuroJunior di Vilnius

L’Italia è stata la Nazione nettamente migliore e più rappresentata a Vilnius, con addirittura tre atleti che andranno alle Olimpiadi e una completezza di squadra quasi unica.

Ma la Nazionale di Menchinelli non è stata solo Sara Curtis, Alessandro Ragaini e Carlos D’Ambrosio. Sette nomi da portarci a casa per sperare nel futuro.

13 ori, 9 argenti e 3 bronzi: questo il bottino a Vilnius della Nazionale Junior italiana, la migliore del Campionato Europeo giovanile.

I due nuotatori migliori del Campionato? Sara Curtis, 6 ori e 1 argento, e Carlos D’Ambrosio, 4 ori e 1 bronzo. Storicamente, la manifestazione è da noi molto amata, ha lanciato grandi campioni ma ha anche spesso messo in mostra atleti che non hanno rispettato le attese. Ci sta tutto, perché il nuoto non è una scienza esatta e spesso bisogna attendere la crescita, fisica e mentale, dei ragazzi per poterne davvero valutare l’operato.

Qui però di potenziale ce n’è tanto, vale la pena parlarne.

Daniele Del Signore
Un dorsista solido e con possibili ampi margini, che in un pomeriggio prima vince la gara singola con 54.68 e poi si migliora ancora in apertura della mista, in 54.56 (tra l’altro con identico passaggio ai 50, 26.69). Scalare le gerarchie del dorso italiano sarà dura, e forse da lui ci si poteva aspettare già qualcosa in più a livello cronometrico, ma la pasta è ottima.


Caterina Santambrogio
Senza gridare al miracolo, sembra che ci sia la delfinista che stavamo cercando da tempo. La settimana di Santambrogio è iniziata con l’argento nei 100 farfalla e culminata con la frazione interna della mista nuotata in 58.60. Nonostante sia un 2009, la sensazione che sarà presto pronta per la convocazione in nazionale maggiore. E non fa solo delfino…

Daniele Momoni
Qui vale il discorso di cui sopra, forse con qualche piccolo pensiero in più. A Vilnius, Momoni è esploso in prestazioni e sicurezza, si è portato a casa il titolo nei 100 farfalla in 52.20 e nella staffetta ha nuotato 51.89. Forse poteva far comodo già a Parigi.


Lucrezia Domina
Nei 400 dell’ultima giornata, una gara diligente e ben gestita, che lascia intravedere ottime prospettive. 4.11.01 (2.05.57 al passaggio) a sedici anni non è male, anche se i temponi in giro per il mondo arrivano sempre prima, soprattutto tra le donne; il talento c’e, la testa pure, arriveranno i miglioramenti.

Giulia Pascareanu
Una bella sorpresa nei 200 misti, bronzo in 2.14.37, nemmeno tanto lontano dall’oro, nuotati di forza e in rimonta. Visto la chiusura lampo a stile, sembrano esserci margini di miglioramento importanti.


Emma Vittoria Giannelli
Nel mezzofondo è già una bella realtà, e il doppio podio di Vilnius (argento 1500, bronzo 800) ne è la conferma. La strada è ancora tutta da fare, ma soprattutto sulla distanza più lunga ci sono forti vibes quadarelliane.

Lorenzo Ballarati
Bellissimo oro nei 50 stile in 22.20, se imbrocca la gara giusta sembra una forza della natura.


Bonus quote: Tajus Juska
Di cose belle se ne sono viste tante in questo EuroJunior, da Badea bei misti a Tuncelli nel mezzofondo, ma un quindicenne che fa 48.78 nei 100 stile è davvero qualcosa di fuori dal comune. Juska è nato il 17 gennaio 2009, è il più giovane a scendere sotto i 49 e in questi campionati si è migliorato di un secondo. OMG.

See you later!

Iscriviti alla newsletter

Foto: European Aquatics

FINP Assoluti e Coppa Italia 2024 | Polha Varese Campione

La piscina Lamarmora di Brescia ha ospitato il Campionato Italiano di Società e i Campionati Italiani Assoluti estivi di nuoto paralimpico, che si sono disputati sabato 6 e domenica 7 luglio.

La società Polha Varese vince non solo il Campionato di Società ma anche la Coppa Italia sia in campo Femminile che Maschile, al secondo posto in tutte le classifiche la S.S. Lazio Nuoto mentre il terzo gradino spetta alla Polisportiva Bresciana no Frontiere.

Nella due giorni di nuoto sono stati realizzati: un record del mondo da parte di Arjola Trimi nei 200 stile libero S2 chiusi in 4.39.36 migliore prestazione assoluta con 1079.11 punti e ben 8 record italiani assoluti, sei individuali e due di staffetta:

Gabriele Bruffa 50 sl S11 29.15
Arjola Trimi 200 sl S2 2.08.03
Federico Cristiani 200 sl S4 2.56.47 (1019.93 p)
Vittoria Bianco 400 sl S9 4.44.91
Gaia Mercurio 100 ra SB7 1.39.32
Riccardo Magrassi 100 ra SB7 1.33.14

4×100 mista mixed S34 Polha Varese – Cika, Morlacchi, Barlaam, Terzi 5.04.71
4×100 sl mixed S34 Polha Varese – Terzi, Amodeo, Cika, Barlaam

Oltre a questi sono caduti altri 6 record italiani Juniores, 17 record italiani Ragazzi e 16 record italiani Esordienti – LEGGI QUI

La migliore prestazione maschile va al pluricampione europeo Antonio Fantin (GS FF.OO/SS Lazio nuoto) nuotata sulla distanza dei 100 stile libero S6 in 1’03”74 (1026.67 punti) solo 7 centesimi di punto meglio del 200 stile libero S5 di Francesco Bocciardo chiuso in 2.29.60. Ottima prova anche per Giacomo Sarcina nei 150 misti SM2 chiusi inn 4.28.08 (1020.67 pti).

Al femminile vicino alla soglia dei 1000 punti anche Carlotta Gilli nei 100 farfalla S13 con 1.04.42 (996.12), nei 50 e 400 stile rispettivamente in 27.87 e 4.33.88 (993.18 e 992.48 p).

Per quanto riguarda il medagliere per classe dei Campionati Italiani Assoluti Estivi, primeggia sul podio, imponendo la sua supremazia, la Polha Varese con 64 medaglie: 38 ori, 18 argenti e 8 bronzi, seguita dalla SS Lazio nuoto con 50 medaglie: 15 ori, 23 argenti e 12 bronzi e dalla padrona di casa la Bresciana no Frontiere con 28 medaglie: 9 ori, 11 argenti e 8 bronzi.

Tra le società militari al primo posto troviamo il Gruppo Sportivo Fiamme Oro con 32 medaglie di cui 31 oro e 1 argento, al secondo posto il Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre con 15 medaglie: 12 oro, 2 argento e 1 bronzo, al terzo invece il Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa con 13 medaglie, 7 oro, 3 argento e 3 bronzo.

Il Presidente Roberto Valori presente alle gare assieme al Segretario Generale Fabrizio Daffini ha portato il suo saluto alle oltre 700 persone presenti sugli spalti e a bordo vasca:

È stato un anno speciale, ad aprile la Nazionale è stata incoronata Campione d’Europa in quel di Madeira ed oggi invece siamo qui alla manifestazione nazionale più importante dell’anno, quella che ci separa dall’evento clou; i Giochi Paralimpici di Parigi. Mi preme ringraziare la Polisportiva Bresciana no Frontiere a cui abbiamo avuto l’onore di dare per il secondo anno consecutivo l’organizzazione del duplice evento.

In primis – dice il Presidente – vorrei dire grazie ad Anna Sisti e a Nunzio Bicelli per il loro impegno e lavoro certosino nel dietro le quinte. Quest’anno la manifestazione vede coinvolti circa 300 atleti di 69 società sportive, un numero record mai raggiunto – verosimilmente come una World Series. Per ultimo ringrazio tutte le società presenti poichè è proprio grazie alla loro partecipazione che abbiamo raggiunto un numero così imponente.

Per la riuscita della manifestazione la FINP ringrazia la società organizzatrice la Polisportiva Bresciana no Frontiere ed il suo presidente Nunzio Bicelli i Giudici Arbitri della manifestazione Daniele Rocchi e Giulia Frosi, i Giudici di partenza Julia Nuzum e Alberto Cappellari, il servizio cronometristi, Natatoria e Siteland, lo speaker Roberto Ferrari, i medici Dicembrini e Crivelli e tutti i volontari.

Foto: FINP

Il Nuoto alle Olimpiadi di Parigi 2024: i 1500 stile libero

La “maratona in vasca” – così sono chiamati i 1500 stile libero – fa parte del programma olimpico fin da Londra 1908, cioè dalla quarta Olimpiade, ma solo al maschile, perché per le donne l’attesa è durata fino a Tokyo 2020ne.

Proprio nell’ultima Olimpiade, gli Stati Uniti hanno ripreso la testa della graduatoria, vincendo la gara sia al maschile con Bobby Finke che al femminile con Katie Ledecky.

L’Italia può vantare due splendide medaglie nei 1500 maschili, provenienti dal podio di Rio 2016, quando Gregorio Paltrinieri completò il suo personale Grand Slam vincendo anche l’Olimpiade – dopo l’Europeo ed il Mondiale – e Gabriele Detti gli fece compagnia sul podio conquistando il bronzo.

Nella storia di questa specialità, contiamo anche un sesto posto a Seoul 1988 (Grandi), un quarto posto ad Atlanta 1996 (Brembilla), e un quarto e quinto posto di Paltrinieri (Tokyo 2020ne e Londra 2012). Nell’unica finale femminile, Tokyo 2020ne, Simona Quadarella è giunta quinta.

Il primo campione Olimpico vinse, nel 1908, con il tempo di 22’48”4: era l’inglese Henry Taylor, pioniere del nuoto in piscina e detentore anche del primo world record della specialità. A distanza di 104 anni, Sun Yang ha stabilito il record olimpico in 14’31”02, più di 12 minuti in meno rispetto al suo illustre predecessore. Nel 1924 Boy Charlton mise a segno una prestazione che difficilmente si ripeterà, battendo il precedente record del mondo di più di un minuto in un nuoto d’altri tempi.

Ci sono ben quattro doppiette in questa specialità, e tutte messe a segno da personaggi d’autore: Mike Burton, americano campione nel ‘68 e nel ‘72, Vladimir Salnikov, sovietico oro 1980 e 1988, e gli australiani Kieren Perkins (‘92 e ‘96) e Grant Hackett (2000 e 2004), grazie ai quali gli aussie hanno svettato a lungo nel medagliere totale. Il campione in carica Bobby Finke a Tokyo ha ottenuto la storica doppietta 800-1500.

Tra le donne, il fatto che la prima medaglia d’oro di sempre nella gara sia andata anche alla nuotatrice che ha cambiato il mezzofondo, dominandolo come nessuna prima di lei, è un fatto significativo.

Katie Ledecky in questa gara non solo non ha rivali, ma non sembra averne ancora per qualche anno.

La Curiosità

Nel mondo del nuoto abbiamo assistito a ritorni clamorosi e romantici, come quello di Anthony Ervin, o ampiamente annunciati e vincenti, come quello di Michael Phelps. Altre volte le cose non sono andate come sperato, come nel caso di Ian Thorpe a Laure Manaudou, e in altri casi i soldi non hanno fornito l’effetto desiderato, come accadde a Mark Spitz. La verità è che, in ogni caso, uscire dal ritiro e confermarsi sui livelli precedenti è sempre molto complicato. Vladimir Salnikov, russo rappresentante dell’ex Unione Sovietica, da molti considerato uno dei più grandi mezzofondisti di sempre, ci riuscì completamente.

Salnikov esordì nei suoi 1500 alle Olimpiadi del 1976 quando, a soli 16 anni, si piazzò quinto nella finale vinta da Brian Goodell. Nel 1980 arrivò il trionfo e, davanti al pubblico di casa, fu il primo uomo della storia a scendere sotto la barriera dei 15 minuti, oro in 14’58”27. Le Olimpiadi di Los Angeles 1984, come noto, furono boicottate in blocco dalle nazioni dell’est, e così Salnikov concluse il suo periodo di imbattibilità ritirandosi dalle competizioni. Ma quattro anni più tardi, il nativo di San Pietroburgo torno in vasca, si qualificò per Seoul 1988 e vinse l’oro contro i pronostici della vigilia, diventando anche il primo atleta campione olimpico del nuoto ad aver superato i 28 anni d’età.

La sera di quel trionfo, al momento della cena, Salnikov, rispettato nel mondo sportivo per i valori sempre dimostrati in vasca, ricevette una standing ovation da tutti i presenti al villaggio olimpico. Tutti i millecinquecentisti venuti dopo di lui si sono, in qualche modo, ispirati alle sue grandi imprese rimaste nella storia del nuoto.

Parigi 2024

Tra le donne il pronostico è chiuso: Katie Ledecky vincerà il suo secondo oro consecutivo nella gara chiudendo definitivamente i discorsi su chi sia la più forte mezzofondista di sempre. Le speranze di podio per Simona Quadarella sono le stesse di tre anni fa, forse anche di più per quanto visto in questi mesi.

Tra i maschi non c’è la stessa certezza, ma Bobby Finke è il favorito d’obbligo, anche perché Ahmed Hafnaoui non sarà della gara. Per le medaglie direi che Daniel Wiffen sembra lanciassimo, forse un gradino sopra al trio WellbrockPaltrinieriRomančuk.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Fatti di nuoto Weekly: chiedere scusa

Appena dopo l’eliminazione subita negli ottavi di finale dei Campionati Europei di calcio, il portiere della nazionale Gianluigi Donnarumma ha chiesto scusa in diretta tv.

Non è la prima volta che capita e l’occasione è buona per riflettere su cosa sia oggi lo sport. E su cosa vogliamo che diventi.

Seguo abbastanza distrattamente il calcio, non tanto perché non ami lo sport in sé – anzi, le partite mi sembrano ultimamente molto più divertenti dei nostalgici 0-0 degli anni ’90 – ma perché intorno al gioco si è ormai sviluppato un discorso palesemente e pericolosamente tossico.

La conferma, non necessaria, ce l’abbiamo avuta dopo la sconfitta dell’Italia contro la Svizzera, alla quale sono seguiti giorni e giorni di discorsi incentrati su chi abbia più colpe di altri, senza mai apparentemente trovare una quadra. 

Personalmente, il fatto che nel calcio siamo meno forti rispetto al passato lo trovo naturale, anzi salutare, visto che per contro nel nuoto, atletica e tennis (per esempio) non siamo mai stati così forti. Grazie al cielo i bambini si appassionano anche ad altri sport, con buona pace di chi “non si gioca più per strada” (come se nel resto del mondo invece sia pieno di bambini che mettono giù le porte come negli anni ’60).

Detto ciò, siamo sicuri che chiedere scusa in diretta nazionale per una partita di calcio andata male sia necessario? Quali sono le colpe di uno sportivo che non rende secondo i suoi standard o che incappa in un periodo nero o in una serata negativa? Siamo sicuri di voler vedere un atleta che non vince l’oro Olimpico chiedere scusa agli italiani per il suo risultato negativo?

Citius, Altius, Fortius

Nel 1900, al tempo delle prime Olimpiadi di Parigi – le seconde dell’era moderna – il barone Pierre de Coubertin era ancora vivo. <<L’importante nella vita non è il trionfo ma la lotta. L’essenziale non è aver vinto ma aver lottato bene>>. Questo è il succo del suo pensiero, sviluppato in anni di studi sulla pedagogia e sul ruolo dell’esercizio fisico nella società, grazie ai quali riuscì tra l’altro a far rinascere i Giochi Olimpici, un evento che negli anni ha riunito le Nazioni del mondo attorno allo sport. Cento anni dopo l’ultima Olimpiade di Parigi, quella del 1924, la visione dello sport nel mondo è cambiata radicalmente. Il motto che mette al centro del discorso l’attività fisica, precedentemente relegata ad un ruolo secondario nella società, è ora simbolo di qualcosa di diverso, in una tendenza che negli anni ha portato gli atleti amatoriali a diventare professionisti, gli uomini in forma a diventare superuomini e le persone felici ad ammalarsi per lo sport.

Nei primi anni del ‘900, alle Olimpiadi erano ammessi solo i dilettanti, cioè coloro i quali non percepivano compensi per le loro attività sportive. Non i boxeur, non i golfisti, nemmeno chi faceva l’istruttore di nuoto e poi si allenava: lo sport era da intendersi come attività fisica per il benessere e la salute dell’uomo, il risultato non era il fine ma solo un mezzo.

Ben presto, però, “l’importante è partecipare” è diventato uno slogan di consolazione per chi non vinceva, per chi non portava a casa la medaglia d’oro, per chi faceva un centimetro in meno o un secondo in più. La macchina dello sport ha iniziato a muovere i suoi ingranaggi e a produrre atleti sempre più prestanti.

A vincere sono stati prima quelli degli Stati più ricchi, poi le nazioni hanno intuito l’importanza dello sport come propaganda del proprio governo, poi i governi hanno impostato programmi di selezione e crescita degli atleti, e poi è arrivato il doping in tutte le sue forme. La filosofia del “non mollare mai” è stata fraintesa e ha portato gli sportivi all’autodistruzione, alla concezione della sconfitta come fallimento non solo sportivo, ma anche morale ed umano.

Il sacrificio, la rinuncia, sono diventati improvvisamente termini positivi, gli atleti esausti, svenuti, rotti dopo una gara sono diventati i modelli da seguire. Tutto è degenerato. 

Cosa vogliamo dallo sport?

Siamo quindi arrivati al punto in cui un ragazzo quasi in lacrime che chiede scusa per una partita di pallone in diretta nazionale è un esempio da seguire.

Non voglio essere frainteso, non giudico Donnarumma o il suo gesto, che viene dal cuore e sembra genuino, ma non sono contento di vivere in una società che lo reputa necessario. La valutazione sulla prestazione ci sta, e ci stanno anche le critiche al gioco, alla tattica, al risultato. Come nel nuoto ci sta giudicare un tempo più alto o degli errori tecnici. Ma chiedere la pubblica ammenda per questo no.

Provate a pensare allo scenario peggiore. Se Ceccon dovesse arrivare secondo nei 100 dorso, se Pilato dovesse mancare la finale dei 100 rana, se Paltrinieri dovesse sbagliare la 10 km, se dal nuoto Olimpico arrivassero meno medaglie di quante sperate? Gli chiediamo di presentarsi in zona mista per chiedere scusa?

See you later!

Iscriviti alla newsletter

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

I raduni preolimpici del nuoto fra Livigno e Tenerife

Manca meno di un mese ai prossimi Giochi Olimpici di Parigi, che per il nuoto si disputeranno dal dal 27 luglio al 4 agosto 2024.

Alcuni atleti dopo vari periodo di allenamento all’estero e in altura stanno finalizzando la preparazione fra le corsie “di casa”, per alcuni azzurri invece sono previsti collegiali: destinazione Livigno con il centro di Preparazione Olimpica e Tenerife con il suo Top Training Centre.

Tenerife – 30 giugno / 12 luglio 2024

Atleti: Giovanni Caserta (Esercito/In Sport Rane Rosse), Paolo Conte Bonin e Manuel Frigo (Fiamme Oro/Team Veneto) e Davide Dalla Costa (Fiamme Gialle/Team Veneto).

Staff: tecnico Claudio Rossetto, preparatore atletico Marco Lancissi e fisioterapista Alessandro Del Piero.

Livigno – 30 giugno / 13 luglio

Atleti: Nicolò Martinenghi (CC Aniene) e Giacomo Carini (Fiamme Gialle/Can Vittorino da Feltre).

Staff: tecnici Marco Pedoja e Matteo Giunta, preparatore atletico Riccardo Aimini e fisioterapista Giuseppe Mondì.

News Federnuoto

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Notizie migliori arrivano dai 200 dorso donne, dove Margherita Panziera spalleggia con le migliori ed entra in finale con il terzo tempo. 2’10’’50 è un buon crono, ma per la medaglia servirà almeno quanto nuotato a Budapest (2’09’’43) perché la concorrenza è alta.

L’ultima semifinale di giornata sono i 50 farfalla uomini, con il dominio del bronzo di mondiale Andrii Govorov, primo senza affanni in 23’’17. A spessore internazionale solo Konrad Czerniak può infastidirlo, ma il polacco non sembra al meglio ed è dentro solo con l’ottavo crono in 23’’76. Per l’Italia out Carini in batteria, fuori anche Andrea Vergani, che trova la semi chiusa al 14° posto in 24’’20.

Chiudono le ragazze della 4×100 stile: il Canada con Katerine Savard in apertura vince in 3’39’’21, due decimi meno della Russia e poco meno di un secondo più veloce degli USA. L’Italia con Aglaia Pezzato, Paola Biagioli, Rachele Ceracchi e capitan Laura Letrari chiude settimana in 3’42’’71.

Oggi la seconda giornata con le finali a partire dalle 13.02 italiane!!

(foto copertina: Federnuoto.it)