Giorno uno subito ricco di protagonisti, con tanti giovani ma anche parecchie stelle già discretamente affermate. Una di queste è senza dubbio l’ucraino Mykhailo Romanchuk, che dopo l’argento mondiale e il testa a testa con Paltrinieri va a prendersi gloria in solitaria con la cavalcata vincente dei 400 stile, vinti in 3’45’’96, nuovo record delle Universiadi.

Per i colori azzurri restano fuori dalla finale sia Filippo Megli undicesimo che Fabio Lombini tredicesimo, ma una stretta al cuore mi arriva quando leggo il nome di Andrea Mitchell D’Arrigo chiudere in ultima posizione la finale (nuotando quasi dieci secondi in più della qualifica dove aveva chiuso quarto in 3’49’’84!), non tanto per la prestazione ma per la bandierina USA a fianco del suo nome!

Faccio un salto in avanti per andare a vedere invece quanto di bello c’è stato per l’Italia. I sogni di medaglia di questa prima giornata erano affidati ai velocisti della 4×100 stile maschile e i ragazzoni della next generation non hanno steccato. Solo gli Stati Uniti sono più forti di Lorenzo Zazzeri, Ivano Vendrame, Alex Di Giorgio e Alessandro Miressi che strappano l’argento in 3’15’’24.

Tornando indietro troviamo la buona finale conquistata da Elena Di Liddo nei 50 farfalla. La pugliese, vista in ottima forma all’Energy for Swim, trova un piazzamento tra le migliori otto con 26’’74, mentre l’altra azzurra in semi, Aglaia Pezzato, rinuncia a scendere in acqua in vista della finale della 4×100 stile.

Altra semi è quella dei 100 dorso uomini, priva di azzurri in acqua, tutti eliminati in mattinata con Matteo Milli 17° e Matteo Restivo 22° entrambi appena sotto al 56’’. Il primo tempo d’accesso lo ottiene l’americano Justin Ress con 53’’34 mentre tra i big spicca la qualifica di Kosuke Hagino, quinto al momento con 54’’57.

Tocca alla finale dei 400 misti donne, dove Carlotta Toni lotta ma chiude in ottava posizione con 4’47’’35 dopo il buon 4’43’’91 della mattina. Stravince la giapponese Yui Ohashi con il nuovo record Universitario di 4’34’’40.

Si torna alle semifinali con i ragazzi dei 100 rana. Un campione olimpico al via, è il kazako Dmitriy Balandin che si prende il primo posto parziale in 1’00’’27 di due decimi più veloce dell’australiano Wilson. Poca Italia, con Andrea Toniato ultimo e fuori in 1’01’’92, mentre Federico Poggio è rimasto il primo degli esclusi dopo le batterie con 1’01’’83.

World Cup 2025, chiusura col botto a Toronto

Si chiude con il botto, non poteva essere altrimenti!

Dopo lo spettacolo di Westmont, Toronto aveva altissime aspettative e fin dal primo giorno i protagonisti hanno risposto presente!

Chi avrà vinto l’edizione 2025 della World Aquatics Swimming World Cup? Scopriamolo!

Record del mondo e record di coppa

Altra pioggia di record, anche in Canada!

L’aveva annunciato dopo la finale dei 100 dorso e l’ha fatto! Parliamo di Hubert Kós, mattatore assoluto di questa Coppa al maschile, che dopo sei successi in altrettante gare firma il settimo sigillo con un pazzesco record mondiale nei 200 dorso: 1’45’’12, mezzo secondo meglio dell’1’45’’63 nuotato da Mitch Larkin nel 2019! Un crono pazzesco che riscrive anche il record di coppa, in mano come il primato europeo a Arkady Vyatchanin con 1’46’’11 addirittura dal 2009!

Ma il capolavoro arriva con i 100, dove evidentemente sentiva di poter fare il colpaccio: e lo fa, vincendo in 48’’16, migliorando il suo record di Coppa ma soprattutto il mondiale che era di Coleman Stewart nuotato alla tappa di Napoli della ISL del 2021 in 48’’33. Monumentale! Cancellato anche il limite europeo di Kliment Kolesnikov di 48’’58!

Uomini scatenati anche grazie a Joshua Liendo! Impensabile al via dei 100 farfalla vedere il padrone di casa polverizzare il record del mondo di Noe Ponti, dato che settimana prima aveva nuotato ben due secondi sopra quel limite. Il canadese fissa il nuovo mondiale in 47’’68 tre centesimi sotto il 47’’71 di Ponti al quale toglie anche il WC record che era 48’’40.

Dopo quattro successi arriva il meritato quinto con record per Caspar Corbeau, che avvicina il mondiale ed europeo dei 100 rana. 55’’55 è il nuovo primato di Coppa, cancellando il 55’’61 che van der Burgh aveva nuotato nel 2009 e Qin Haiyang lo scorso anno. Entra così al quinto posto mondiale all-time! Mica male!

Entra nella storia però nei 200: 1’59’’52, primo ed unico uomo al mondo sotto al muro dei 2 minuti! Nuovo record mondiale, cancellato il 2’00’’16 di Prigoda e anche il record di Coppa di 2’00’’48 di Gyurta!

Superlativa anche Lani Pallister, che già a Westmont aveva fatto furore nei 400 stile. Questa volta si migliora ancora, abbassando nuovamente il suo record di Coppa e oceanico con 3’51’’87, diventando il terzo crono mondiale all-time! Ancora di più fa però negli 800 andando a cancellare il record del mondo di una certa Katie Ledecky! 7’54’’00 polverizza il 7’57’’52 della statunitense che era anche WC record! Mostruosa!

Finita qui? Nemmeno per sogno, tre ragazze terribili hanno ancora fame di primati!

  1. Kate Douglass riscrive nuovamente quello dei 100 stile, vincendo in 49’’93 prima donna in assoluto sotto al muro dei 50’’
  2. Mollie O’Callaghan, che di muro ne aveva abbattuto uno settimana scorsa, fa ancora meglio, scendendo a 1’49’’36 nei 200 stile!
  3. Kaylee McKeown, che prima nuota in 25’’35 nei 50 dorso firmando nuovo record di Coppa e oceanico, poi fa il personale nei 100 in 54’’49 ed infine lima nuovamente il suo primato nei 200 con 1’57’’33.

Chiudono con due record di Coppa del Mondo anche Gretchen Walsh, protagonista nei 100 farfalla con 53’’10 che migliora il suo 53’’69 nuotato a Carmel e poi quello di Shaine Casas, brillante nei 400 misti chiusi in 3’56’’13 più veloce del 3’57’’25 di Seto del 2018.

C’è tempo anche per un record del mondo Junior! Merito del nipponico Shin Ohashi, classe 2009, che nei 200 rana timbra 2’02’’03 beffando il connazionale Akihiro Yamaghuci, che dal 2012 deteneva il mondiale in 2’03’’23!

Triple crown champion!

Tripletta, tris, triplet, trouble, chiamatelo come volete, ma più di un atleta ha centrato l’impresa, portando a casa anche il malloppo conseguente!

Vediamo chi ci è riuscito!

⇒ Katarzyna Wasick nei 50 stile
⇒ Kate Douglass nei 100 stile, 100 e 200 rana
⇒ Mollie O’Callaghan nei 200 stile
⇒ Lana Pallister nei 400 stile (più due successi negli 800 e uno nei 1500)
⇒ Kaylee McKeown nei 50 e 200 dorso
⇒ Gretchen Walsh nei 50 e 100 farfalla e 100 misti
⇒ Regan Smith nei 200 farfalla
⇒ Alex Walsh nei 200 misti

⇒ Luke Hobson nei 200 stile
⇒ Hubert Kós nei 50, 100 e 200 dorso
⇒ Caspar Corbeuau nei 200 rana
⇒ Ilya Kharun nei 50 e 200 farfalla
⇒ Shaine Casas nei 100 e 200 misti

Super Ceccon

Titolo tutto suo questa volta, e meritato! L’azzurro è grande protagonista anche di quest’ultima tappa. Firma infatti due nuovi primati italiani!

Prima nei 200 dorso, dove si arrende solo al mondiale di Kós nuotando in 1’47’’49, quasi un secondo meglio dell’1’48’’43 di Lorenzo Mora del 2023 (nella stessa prova presente proprio Mora, terzo in 1’50’’32). I due sono protagonisti anche nei 50, con Ceccon secondo e Mora quinto.

Solo di un centesimo invece il secondo primato, firmato nei 200 stile in 1’41’’60, strappato a Carlos D’Ambrosio in una gara che lo ha visto chiudere al quarto posto.

Podi poi anche per Alberto Razzetti, secondo nei 200 farfalla in 1’51’’63 e terzo nei 400 misti con 4’01’’33 mentre chiude quinto in 200 misti in 1’53’’42.

Presente anche Ludovico Viberti, quarto nei 50 rana in 26’’15 e ottavo nei 100 in 58’’00.

Campioni 2025

Conferma al femminile e novità al maschile!

Kate Douglass, dopo una lotta al centesimo di punto si conferma campionessa! L’americana ha la meglio della Walsh grazie al successo di Toronto e ai 59.5 punti portati in dote. La connazionale si ferma a 59.2, non sufficienti per battere la campionessa uscente. Douglass 177.5, Walsh 177.3. Edizione spettacolare!

Al maschile tutto più monotono. Con nove successi e due record del mondo Hubert Kós domina la classifica vincendo con 175.8 punti, (vittoria anche di tappa con 59.4) davanti a Shaine Casas con 171.2.
Primo degli azzurri Thomas Ceccon, ottavo con 139.9 punti.

Tutte le classificheQUI

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

In love with… Kate Douglass

Chi legge Corsia4, e in particolare i pensieri di chi vi scrive, avrà capito già da un pò qual è il genere di atleta per il quale vado matto.

Per i meno assidui e i meno attenti, una piccola spiega: in generale mi piacciono gli atleti eleganti, quelli che hanno poco da dire ma molto da dimostrare e quelli un po’ matti, nel senso buono del termine. Inteso cioè come particolari, insoliti, con un modo di pensare e vedere le cose diverso rispetto a tutti gli altri.

Sarà per questo che mi piace il nuoto, sport che di natura si presta ad essere interpretato in maniera molto rigorosa, cioè seguendo i tempi, e nel quale è molto difficile uscire dagli schemi. Quando un nuotatore trova il modo di emergere dalla massa, ecco che diventa interessante.

C’è chi lo fa con la nuotata, chi con gli atteggiamenti, chi con un modo di vincere o perdere particolare.

Non ho mai nascosto il mio amore per i geni incompresi, e il mio poco interesse per gli esagerati, quelli troppo al di sopra delle righe. Di recente, in occasione del ritiro di Ariarne Titmus, mi sono espresso a favore dei suoi sorrisi e meno delle urla di Dean Boxall, il suo allenatore. Non perché non riconosca in lui una grande abilità tecnica – lo dicono i risultati non certo il sottoscritto – ma perché preferisco altro.

Definitemi bacchettone, forse retrò, o soltanto un po’ legato a quello che ho vissuto nel nuoto durante la mia vita, prima da (scarso) nuotatore e poi da (semi) addetto ai lavori. Non a caso i miei preferiti di sempre sono Ian Thorpe, Anthony Ervin e Franziska van Almsick, e più di recente non ho mai nascosto il mio amore per Thomas Ceccon, David Popovici e Katie Ledecky.

Credo che però, alla luce dei recenti eventi e non solo, sia finalmente arrivato il momento di rivelare il mio amore sportivo per Kate Douglass.

Rara

L’unico possibile aggettivo col quale mi sembra di poter definire Kate Douglass come atleta è rara. Negli ultimi periodi, e con sempre più frequenza e insistenza, nel nuoto c’è una certa tendenza alla super specializzazione, accelerata se possibile dall’introduzione dei 50 dorso, rana e farfalla alle Olimpiadi e dalla conseguente focalizzazione di molti nuotatori sulla la velocità pura. Non si tratta di una deriva netta, e per fortuna (IMHO) esistono ancora i Leon Marchand e le Summer McIntosh, ma è possibile che, nell’ottica di un allungamento di carriera molti più nuotatori cerchino la specializzazione.

Come detto, tuttavia, non mancano i nuotatori polivalenti. Senza scomodare i due fenomeni già citati sopra, basti pensare al frequente sdoppiamento di carriere nel mezzofondo tra vasca e acque libere, a chi si cimenta in tutte le distanze del proprio stile – dai 50 ai 200 – e a chi ai misti aggancia anche i 200 di altri stili.

Kate Douglass, tuttavia, fa qualcosa di diverso, di particolare appunto, che la rende una vera rarità natatoria.

Che fosse speciale era chiaro fin dagli albori della carriera, da quando nel 2016 migliorò il record di categoria 13-14 anni che apparteneva a Dara Torres, facendo 22.32 nei 50 yards stile. Per tutta la carriera giovanile, Douglass ha continuato ad accoppiare la velocità a stile e farfalla con i 200 di altre specialità, principalmente misti e rana. Se a livello collegiale e giovanile non è una cosa così strana, elevare questo caratteristico programma gare nel nuoto di alto livello è molto più difficile.

A Tokyo nel 2021, Kate Douglass ha nuotato la sua prima Olimpiade, arrivando terza nel 200 misti, ma è nella stagione NCAA 2022 che il suo nome è diventato tra i più caldi del nuoto mondiale. Alle Finals, Douglass ha messo a segno quella che in molti avevano definito la performance migliore nella storia delle gare universitarie: oltre alle 4 staffette con le compagne di Virginia, ha vinto 50 stile, 100 farfalla e 200 rana, tutte con record nazionale. L’anno dopo si è ripetuta, cambiando l’oro nei 50 stile con quello nei 200 misti, ma è nell’estate del 2023 che ha smesso per sempre di essere una semplice nuotatrice da vasca corta.

Le vittorie nei 200 misti a Fukuoka 2023 e Doha 2024 sono stati l’antipasto delle Olimpiadi, alle quali è arrivata come vincitrice dei Trials USA sia nei 100 stile che nei 200 misti e rana. Poi a Parigi, ha vinto i 200 rana e la staffetta mista, ed è arrivata seconda nei 200 misti e nella staffetta a stile, Kate Douglass è definitivamente diventata una grande del nuoto.

Una donna in missione

Nell’arco dell’ultimo quadriennio, la sua figura è diventata centrale nel movimento natatorio americano. In una generazione fenomenale che comprende, tra le altre, Torri Huske, le sorelle Walsh e Regan Smith, Kate Douglass (24 anni) è una variabile impazzita che serve come completamento e come collante della nazionale USA.

È presente in praticamente ogni staffetta, ma il suo non è un semplice ruolo da comprimaria. Nel post Olimpiadi, ad esempio è uscita da trionfatrice dai Mondiali di vasca corta, con 4 ori, 2 argenti e 1 bronzo, ottenuti in gare che comprendono sempre distanze dai 200 rana ai 50 stile. Proprio in corta, questa sua versatilità è valorizzata al massimo, tanto che nella recente tappa di World Cup ha addirittura migliorato il record del mondo dei 100 stile.

L’eccezionalità sta nel fatto che, in vasca da 25, Douglass ora detiene il miglior tempo di sempre nei 100 stile, nei 200 rana e nei 200 misti. E in vasca lunga ha il secondo tempo di sempre nei 200 rana, il sesto nei 200 misti e l’ottavo nei 50 stile, quest’ultimo record americano in coabitazione con Gretchen Walsh.

Come fa ad essere competitiva in due specialità così apparentemente diverse come i 50-100 stile e i 200 rana?

In vasca corta, Douglass abbina una buona esplosività con un’incredibile abilità tecnica in virata ed apnee, e in lunga aumenta la frequenza riuscendo comunque a non andare mai fuori ritmo. A questo va aggiunta, fattore determinante per amarla ancora di più, una certa grazia nella nuotata. A differenza di Gretchen Walsh, ad esempio, il suo stile libero non sembra continuamente strappato, esagerato, ma è al contrario fluido e dinamico, influenza che mi piace attribuire proprio alla sua attitudine nella rana. Ed è proprio nella rana che si esprime al meglio, perlomeno a livello estetico. In questo momento, i sui 200 sono una delle principali attrazioni che possiamo vedere in piscina.

“I came with a mission”, ha detto proprio dopo aver fatto 50.19 nei 100 stile all’ultima tappa di World Cup, distinguendosi anche a livello comunicativo, dove spesso usa modi pacati per dire cose interessanti (altra rarità).

Probabilmente la missione non è ancora compiuta, né in vasca corta – la sensazione è che voglia scendere sotto i 50 secondi – né in vasca lunga, dove ha nel mirino il record del mondo dei 200 rana.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

World Cup 2025, fuochi d’artificio nella seconda tappa di Westmont!

Fuochi d’artificio a Westmont, negli States, sede della seconda tappa della World Acquatics Swimming World Cup 2025!

Tre giorni da record, con ben quattro mondiali e diversi primati di coppa! La vasca è senza dubbio veloce e lo stato di forma di tutti, ma proprio tutti, sembra decisamente migliore dello scorso week end!

E allora? Andiamo a vedere come è andata!

Record del mondo (e non solo) a valanga!

Come accennato, la tappa di Westmont resterà alla storia come una delle più prolifiche a livello di record del mondo realizzati. E non solo semplici primati, ma tempi veramente importati. Storici direi, come quello timbrato da Mollie O’Callaghan, proprio nella settimana in cui Ariarne Titmus annunciava il suo ritiro dal nuoto. La cangura ha stampato infatti un clamoroso 1’49’’77 nei 200 stile, prima donna in assoluto ad abbattere il muro dell’1’50’’, cancellando il primato di Siobhan Haughey di 1’50’’31 e quello di Coppa di Sarah Sjöström di 1’50’’43, oltre a quello nazionale che era appunto in mano alla Titmus dal 2018 con 1’51’’38! Altro da aggiungere?

Restiamo in Australia perché non è finita: Kaylee McKeown partecipa alla festa, grazie al nuovo record mondiale dei 200 dorso. Con 1’57’’87 cancella l’1’58’’04 di Regan Smith nuotato ai mondiali lo scorso anno, oltre anche al WC record, sempre della Smith di 1’58’’83. Migliorati anche record nazionale e oceanico.

Si direbbe una giornata nera per Regan Smith, che perde due record in una sola gara: e ad aggiungere il carico è che lo fa pur migliorando sé stessa, nuotando infatti in 1’57’’91, che le sarebbe valso il nuovo record, ma le vale solo come nuovo primato americano. Ma per il talento a stelle e strisce le note buone arrivano: dai 100 in primis, dove eguaglia il suo mondiale di 54’’02 e migliora il suo recordo di coppa di 54’’27. Ma i tre giorni della Smith non si chiudono qui: dopo il nuovo primato di Coppa nuotato nei 200 farfalla a Carmel, ancora un miglioramento grazie al crono di 2’00’’20!

Può mancare all’appello dei nuovi record Gretchen Walsh? No a sto giro niente mondiale, ma un bel primato di World Cup non glielo toglie nessuno. Ancora nei 100 misti, con 55’’77 che lima di quattordici centesimi quanto aveva nuotato a Carmel.

E se i nomi appena letti sono ormai degli habitué nell’abbatter record, quelli che vengono lo sono decisamente di meno. Kate Douglass è una di queste: ma come, è primatista mondiale in corta dei 200 rana e 200 misti! E infatti qui la vediamo al nuovo WR nei 100 stile! 50’’19, cancellata Cate Campbell che lo deteneva in 50’’25 da ormai otto anni. Limato anche il record di Coppa, di Sjöström e McKeon in 50’’58. Suo anche il nuovo record americano (prima Walsh 50’’31).

Spazio infine ai nomi meno avvezzi ai vari record: assoluta sorpresa è l’ungherese Zalán Sárkány, che piazza il tempone negli 800 stile con 7’28’’50, limando il primato di World Cup di 7’35’’30 di Pan Zhanle.

In palla anche Lani Pallister, che timbra 3’52’’42 nei 400 stile, migliorando il 3’52’’80 di Summer McIntosh e avvicinando anche il suo mondiale che ora dista due secondi. Per la Pallister anche il nuovo record oceanico nei 1500, vinti in 15’13’’83.

Chiude questa lunga rassegna dei primati Ilya Kharun, vincendo i 200 farfalla in 1’48’’46, nuovo record di Coppa, un decimo meglio del crono che aveva nuotato Chad Le Clos nel 2013.

Carmel, Westmont… ne manca una

Chi sta facendo percorso netto? Ovvero vincere sempre la stessa gara? Più di uno in realtà. E la prospettiva dell’en plein è ormai a un passo.

Donne:
⇒ Katarzyna Wasick nei 50 stile
⇒ Kate Douglass nei 100 stile, 100 e 200 rana
⇒ Kaylee McKeown nei 50 e 200 dorso
⇒ Mollie O’Callaghan nei 200 stile
⇒ Regan Smith nei 100 dorso e 200 farfalla
⇒ Gretchen Walsh nei 50, 100 farfalla e 100 misti
⇒ Alex Walsh nei 200 misti
⇒ Lani Pallister nei 400 stile

Uomini
⇒ Jack Alexy nei 100 stile
⇒ Luke Hobson nei 200 stile
⇒ Hubert Kos nei 50, 100 e 200 dorso
⇒ Caspar Corbeau nei 200 rana
⇒ Ilya Kharun nei 50 e 200 farfalla
⇒ Noe Ponti nei 100 farfalla
⇒ Shaine Casas nei 100 e 200 misti

Bene gli azzurri!

Più Italia nella seconda tappa! Si vede sempre Thomas Ceccon, che dimostra la sua poliedricità scendendo in vasca questa volta anche in altre prove rispetto a Carmel.

Prende due argenti nel dorso, entrambi molto pesanti: nei 200 chiude in 1’48’’76, personal record e vicino a quello italiano di Mora. Nei 100 invece tocca in 49’’60 a un centesimo dal suo personale. Lo troviamo poi in acqua anche nei 100 misti, quinto in 51’’35, e nei 50 dorso, bronzo in 22’94 anche qui al personale e terzo crono all-time in Italia.

Presente questa volta anche Sara Curtis, che entra nella velocissima finale dei 100 stile e risponde con il nuovo primato personale: settima con 52’’33, quattro centesimi meglio del suo precedente. Per lei anche sesto posto nei 50 dorso con 26’’27.

C’è anche Alberto Razzetti: il ligure è due volte quarto nei 200 e nei 400 misti, mentre Simone Stefanì arriva al personale nei 50 farfalla con 22’’43 ed è quinto nei 100 in 50’’08. Finale anche per Ludovico Viberti nei 50 rana, chiusi in 26’’23 al quinto posto.

Ranking #2

Sfida entusiasmante al femminile con Gretchen Walsh a 118,1 punti e Kate Douglass a 118, con quest’ultima che ha guadagnato un decimo di punto a Westmont. Si deciderà tutto settimana prossima.

Tra gli uomini veleggia Hubert Kós con 116.4, più di tre su Ilya Kharun. L’ultima tappa va però a Casas con 58,5 punti. Nella generale Ceccon è ottavo con 91.5.

Tutte le classificheQUI

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Le 5 gare che ci ricorderemo di Ariarne Titimus

​Ora che ha deciso di ritirarsi, a soli 25 anni e con almeno un altro quadriennio buono davanti di prime sportivo, è già arrivato il momento di ricordarsi di Ariarne Titmus per quello che ha ottenuto nella sua carriera nel mondo del nuoto.

Il suo è un ritiro che ha preso un alla sprovvista lo sport australiano e mondiale, venuto fuori dal nulla attraverso un annuncio social, un’emozionante intervista pubblicata da lei stessa sul suo profilo Instagram.

Ci sia aspettava un suo rientro soft, dopo l’anno di pausa preso in seguito alle Olimpiadi di Parigi, e invece siamo qui a commentare uno dei walk off più inattesi della storia recente del nuoto. Sui motivi che l’hanno spinta a farlo, fisici, psicologici e motivazionali, ci sarà tempo e modo di discutere, relazionandoli anche a quelli di molti altri che hanno preso la sua decisione.

Per il momento proviamo a mettere in fila le cinque gare per cui ce la ricorderemo come una delle stilliberiste più forti della sua generazione, forse della storia.

400 stile libero – Olimpiadi di Tokyo 26/07/2021 – 3.56.69 (OR)

Citato da lei stessa come il momento che ha definito maggiormente la sua carriera, l’oro di Tokyo nei 400 stile è stato forse l’apice emotivo del percorso di Titmus nello sport.

Aveva già battuto Katie Ledecky nella finale dei 400 stile a Mondiali del 2019, a Gwangju, ma quella vittoria era arrivata anche per le condizioni fisiche non ottimali dell’americana, debilitata da un virus lungo tutta la settimana di gare. A Tokyo, invece, Titmus si è presa l’oro Olimpico in un modo in cui solo i campioni veri, cioè sfidando il proprio rivale più pericoloso e dominandolo. C’è chi si ricorda la matta esultanza di Dean Boxall e chi il sorriso pacato e gentile di Ariarne: anche se preferisco il secondo, ammetto che senza il primo forse niente di tutto ciò sarebbe esistito.

4×200 stile libero – Olimpiadi di Parigi 01/08/2024

Tra le varie staffette internazionali a cui ha partecipato scelgo la vittoria dell’oro a Parigi, il culmine di una generazione di fenomenali atlete che, forse, rimarrà irripetibile.

Se nella velocità per l’Australia c’è una tradizione radicata, nella 4×200 è stata proprio Titmus a dare inizio a un circolo virtuoso di risultati iniziato a Budapest 2017 e concluso proprio a Parigi 2024. L’apertura di Mollie O’Callaghan e le frazioni solide di Lani Pallister e Brianna Throssel l’hanno messa in condizione di partire in testa, ma chiudere in 1.52.95 non è mai scontato. Regalare l’oro ai suoi colori nazionali è stato indubbiamente uno dei più emozionanti momenti della sua carriera.

200 stile libero – Australian Olympic Trials 12/06/24 – 1.52.23 (WR)

A testimonianza del livello pazzesco del nuoto femminile in Australia, dettato in primis proprio dalle sue prestazioni, c’è la vittoria di Titmus nei 200 stile dei Trials Olimpici 2024 con tanto di record del mondo.

Nella corsia accanto nuotava Mollie O’Callaghan, che il world record lo deteneva fino a quel momento e che è stata la sua grande rivale proprio in quella distanza sul finire della sua carriera. I talenti delle due compagne stilliberiste si sono incontrati perfettamente nei 200: più veloce Mollie, che allunga le sue prestazioni dai 100, più resistente e forte nel finale Ariarne, che scende invece dai 400. Il risultato è stato spesso spettacolare: ai trials ha vinto la seconda, a Parigi la prima, ma per ora il record del mondo rimane ad Ariarne.

400 stile libero – Olimpiadi di Parigi 27/07/2024 – 3.57.49

Il suo ultimo gioiello, Titmus ce lo ha regalato a Parigi, in una gara che era stata da molti definita come il vero piatto forte di tutta la settimana Olimpica.

A sfidare l’australiana campionessa in carica non c’era solo il mito Katie Ledecky, ma anche la nuova grande sensation delle piscine, quella Summer McIntosh che puntava all’oro in praticamente ogni volta che si tuffava. La gara, alla fine, non è stata così spettacolare come ci si aspettava, e la vittoria è andata a Titmus in maniera quasi naturale. Abbiamo poi appreso che, in quel momento in cui sembrava che nessuna avrebbe potuto mai batterla, stava già covando in lei il pensiero del ritiro.

400 stile libero – Mondiali di Fukuoka 23/07/23 – 3.55.58 (WR)

È durato due anni, battuto da Summer McIntosh nel 2025, ma quando è stato nuotato sembrava un tempo destinato a rimanere lì per sempre.

Se dovessi per forza scegliere un momento in cui Ariarne Titmus mi sia sembrata all’apice della sua vita sportiva, sceglierei proprio questo. Nei 400 aveva già vinto tutto e aveva già fatto un record del mondo, ma McIntosh lo aveva migliorato nella primavera del 2023, mettendole addosso la pressione per la finale dei Mondiali giapponesi. Ariarne Titmus a Fukuoka, però, era qualcosa di molto vicino alla perfezione sportiva, un mix incredibile di forma fisica, solidità mentale e strategia di gara che l’ha resa praticamente intoccabile.

Non rivederla più in piscina sarà un vero dispiacere.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

World Cup 2025, apertura con record a Carmel

Tempo di Coppa del Mondo, o come ufficialmente chiamata, World Acquatics Swimming World Cup!

Tre tappe in vasca corta, due negli States e una in Canada, per decretare i successori di Kate Douglass e Leon Marchand, vincitori dell’edizione del 2024. Riusciranno a ripetersi? Il back to back non riesce al maschile dai tempi di Morozov (2018-2019) e al femminile per mano di Sarah Sjöström (2017-2018).

Carmel, in Indiana ospita la prima tre giorni di gare. Vediamo come è andata!

Record del mondo e altri primati

Si comincia con il botto. Prima uscita stagionale ed è subito World Record! Merito di Gretchen Walsh, che si sta trasformando nella Duplantis della vasca, ogni volta che scende in pista firma un Mondiale! Questa volta ci riesce nei 50 farfalla, vinti in 23’’72 migliore del già suo 23’’94. L’americana firma anche il nuovo record di Coppa nei 100, vinti in 53’’69, limando di tre centesimo quanto già deteneva.

A stelle e strisce anche l’altro world cup record: Regan Smith domina i 200 farfalla in 2’00’’29, cancellano il vecchio primato di 2’00’’78 di Liu Zige addirittura del 2009. La Smith rompe anche l’egemonia di Kaylee McKeown nel dorso, vincendo i 100 in 54’’92.

Di record si parla sempre negli USA: questo lo sigla Shaine Casas ed è quello americano appunto. Ci riesce con un gran 200 misti, vinto in 1’49’’43 davanti a Leon Marchand e di due centesimi migliore di quanto nuotato da lui stesso lo scorso anno. Anche nei 100 è davanti a tutti con il tempo di 50’’86.

La strada per la Coppa

Per la conquista della classifica generale servono vittorie. E allora a mettersi sulla buona strada sono sicuramente Hubert Kos, dominatore del dorso con 50, 100 e 200 vinti in 22’’65, 49’’08 e 1’46’’34. Tris anche per Kate Douglass, che ci riesce nei 100 stile vinti in 50’’83, e nei 100 e 200 rana con 1’02’’90 e 2’13’’97.

Diversi invece i doppi successi:
⇒ Lani Pallister nei 400 e 800 stile
⇒ Kylee McKeown nei 50 e 100 dorso
⇒ Caspar Corbeau nei 100 e 200 rana
⇒ Ilya Kharun nei 50 e 200 farfalla
⇒ Carson Foster nei 400 stile e 400 misti

Azzurri ok

Tinte azzurre tutte al maschile, con Thomas Ceccon sugli scudi. L’oro olimpico è un fedelissimo di Coppa e comincia con il piede giusto: due bronzi, nei 50 farfalla con 22’’36 e nei 100 dorso in 50’’98, il tutto in soli quattordici minuti.

Podio anche per Federico Burdisso nei 200 farfalla con 1’52’’06, mentre si piazza più volte Alberto Razzetti: sesto nei 200 farfalla e ottavo sia nei 200 che nei 400 misti.

Chiude la finale dei 50 stile al quinto posto infine Leonardo Deplano in 21’’18.

Ranking #1

Dopo la prima tappa guida al femminile Gretchen Walsh che ottiene 59.1 punti, tre decimi appena meglio di Kate Douglass, con una vittoria in meno ma un record del mondo in più.

Al maschile Kos nettamente avanti con 58.4 inseguito da Corbeau con 55.8.

Le classifiche ⇒ QUI

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

Swim the Island Golfo dell’Isola: il Mare toglie, il Mare dà

Il mare toglie, il mare dà.

O di come scoprirsi senza niente, o forse con con tutto, dopo un weekend al mare.

Quando sono arrivato sulla spiaggia di Bergeggi avevo tutto.

Avevo la preparazione, nel senso che mi ero allenato e mi sentivo pronto per affrontare la sfida che mi ero auto imposto. Avevo le mie convinzioni, il sentirmi sicuro all’interno di un ambiente che già conoscevo e che mi aveva spesso regalato sensazioni positive, anzi indimenticabili. Avevo la mente piena di idee, il cuore pieno di emozioni, gli occhi pieni di colori irripetibili e le orecchie piene di suoni piacevoli. Avevo anche un telefono in tasca.

Mi sembrava di avere tutto nella vita, ma forse non avevo proprio niente.

Venerdì mattina era una bella giornata di sole, ma il cielo si è gradualmente coperto e le nuvole hanno invaso la baia trasformandosi a poco a poco in grossi appezzamenti neri, proprio sopra il blu dello splendido mare di ottobre. Il mare a Bergeggi era bellissimo, lo è sempre in qualsiasi condizione. O forse lo è ancora di più quando la natura non gli regala la facilità di una bella giornata di sole. Il fascino della tempesta che arriva all’orizzonte è spaventosamente maestoso. E io avevo tutto.

Sabato mattina toccava a me: mi sono tuffato, ero sicuro come forse non lo sono mai stato. Il cielo era nero e creava un bellissimo contrasto con il blu dell’acqua, con il verde delle montagne, con il grigio della spiaggia. All’orizzonte si vedeva il sereno, ma si capiva che non sarebbe stato imminente. Fa niente, l’adrenalina saliva, la voglia di nuotare era più di ogni possibile preoccupazione, niente mi avrebbe fermato. «Solo io e te» ripetevo all’isola, guardandola intensamente, «solo io e te» .

Pronti, via: ci sono le onde. Ci ho già nuotato in un mare così, mi dico, non fa niente. Bevo. Sgomito. Sbraccio. Faccio una fatica mortale. Eppure mi sono allenato, eppure sono in forma, eppure sono sicuro di me. Il mare non era d’accordo: prima mi ha tolto tutte le energie, poi mi ha preso a schiaffi, mi ha masticato e infine sputato. Quando sono uscito, il mio mondo era al rovescio. Per un attimo mi sono sentito vuoto. Ma è durato un attimo.

Un attimo in cui ho capito che tutto quello che mi sembrava andato per sempre, era in realtà ritornato, ma sotto un’altra forma. Come se l’acqua che avevo bevuto avesse comunicato con le mie cellule, una per una, cambiandole. Come se le onde, le botte, le vertigini fossero solo un effetto collaterale di un nuovo modo di essere. Come se il mare volesse il suo tributo, il rispetto che forse non gli avevo riconosciuto.

Lezione imparata, è stato bellissimo. Intenso. Toccante.

Una volta ho parlato con una donna che aveva attraversato la Manica a nuoto. Le ho chiesto: “Ma non hai paura di nuotare in quelle condizioni?”.

“Certo che ho paura, non sono mica scema.”
“E allora perché lo fai?”
“La paura ha due funzioni: ti spinge a superarla, ma ti salva dal pericolo”
“Quindi sai che potresti perdere tutto?”

“Sì, lo so. Ma so anche che tutto mi ritornerà.”

La 15ª edizione di SWIMTHEISLAND al Golfo dell’Isola ha di fatto concluso la stagione delle traversate in mare, ed è stata un grande successo. Lo splendido scenario ligure, tra i comuni di Spotorno, Bergeggi, Noli e Vezzi Portio, con il patrocinio della Regione Liguria e della Provincia di Savona, ha accolto la manifestazione tra sabato 4 e domenica 5 ottobre, unendo nuotatori da tutta Italia e anche appassionati dall’estero.

Sotto l’arco di partenza dei Bagni Bahia Blanca sono passati quasi 3000 atleti dai 6 anni in su, per prove su distanze dagli 800 ai 6000 metri fino alla romantica nuotata all’alba da 100 metri. La presenza in acqua di Barbara Pozzobon, campionessa d’Europa e medagliata Mondiale nel nuoto in acque libere, ha impreziosito il parterre di un evento che ha confermato il successo costruito negli ultimi anni, sponsorizzato da Arena e organizzato magistralmente da Trio Events.

Foto: Matteo Oltrabella | Swimtheisland

Notizie migliori arrivano dai 200 dorso donne, dove Margherita Panziera spalleggia con le migliori ed entra in finale con il terzo tempo. 2’10’’50 è un buon crono, ma per la medaglia servirà almeno quanto nuotato a Budapest (2’09’’43) perché la concorrenza è alta.

L’ultima semifinale di giornata sono i 50 farfalla uomini, con il dominio del bronzo di mondiale Andrii Govorov, primo senza affanni in 23’’17. A spessore internazionale solo Konrad Czerniak può infastidirlo, ma il polacco non sembra al meglio ed è dentro solo con l’ottavo crono in 23’’76. Per l’Italia out Carini in batteria, fuori anche Andrea Vergani, che trova la semi chiusa al 14° posto in 24’’20.

Chiudono le ragazze della 4×100 stile: il Canada con Katerine Savard in apertura vince in 3’39’’21, due decimi meno della Russia e poco meno di un secondo più veloce degli USA. L’Italia con Aglaia Pezzato, Paola Biagioli, Rachele Ceracchi e capitan Laura Letrari chiude settimana in 3’42’’71.

Oggi la seconda giornata con le finali a partire dalle 13.02 italiane!!

(foto copertina: Federnuoto.it)